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spiritualità e dintorni
Tutti uguali, tutti diversi
L’umanità e la “grazia” dei sensi
Girando per il mondo, la prima cosa che
colpisce incontrando persone nuove e
lontane e sconosciute, sono le differenze.
Di Vinicio Albanesi
Il
clima, le piante, le case, le strade.
Poi le persone: il linguaggio, i vestiti,
i canti, il cibo, i pensieri, la religione.
La reazione dunque è quella di sco-
prire un nuovo universo. A seconda delle cir-
costanze e dei luoghi scatta il collegamento
con le proprie storie e abitudini. Alcuni detta-
gli sono accolti, altri lasciano pensierosi, ad-
dirittura possono impaurire.
Se, nel tempo si riesce a superare ciò che
Aristotele chiamava la conoscenza dei sensi,
si entra nel dettaglio dei pensieri, dei colle-
gamenti, in altre parole dell’intelligenza. E c’è
ancora un terzo livello che è quello dell’ani-
ma: le particolarità si intersecano e formano
ciò che i moderni chiamano cultura. Dettagli
difficilmente da scoprire nella loro particolari-
tà, ma che costituiscono una rete, un modo,
un habitat definito.
In questo contesto si
scopre che, al di là delle
apparenze, nel fondo del
cuore, si annidano gli
stessi sentimenti, paure,
sogni, speranze.
La vicinanza è molto più forte di quanto si im-
magini: le incombenze quotidiane, ma anche
le domande ultime della vita sono uguali per
tutti. Magari la felicità e il dolore, le aspetta-
tive e le delusioni, i sogni e la realtà hanno
modi diversi di esprimersi. Le soluzioni hanno
differenti risposte, anche se – in ultima analisi
– alcune alterità si ripetono. Ricchi e poveri,
giovani e vecchi, malati e sani, istruiti e igno-
ranti sono dualità presenti in tutto il mondo.
Le conclusioni che si traggono aiutano a vi-
vere il mondo. L’umanità diventa unica. Le
dignità da apportare, le contraddizioni da su-
perare, le gioie da godere abbattono i confini
della paura, della lontananza, del pregiudizio.
Fanno sorridere le distinzioni sopravalutate
del coloro della pelle, del modo di vestire, di
cantare e di ballare. I tempi della scansione
della vita, del fare affari, del formare la fa-
miglia ridiventano dettagli, così come sono.
Scopri così la razza umana: l’insieme dei po-
poli del mondo, attraversato dai luoghi e dalla
storia. La mente si apre al rispetto, all’aiuto,
alla solidarietà. Si comprendono anche i col-
legamenti manifesti e sotterranei delle cose
positive e di quelle negative. Chi non accetta
di scoprire il mondo appare pauroso e igno-
rante. Chi alimenta paure e chiusure è me-
schino e, in fin dei conti, non utile nemmeno
a salvaguardare la propria identità. I tempi del
villaggio dove si nasceva e si moriva è termi-
nato: per sempre. Ed è una nuova occasione
di crescita e di sviluppo.
Dicono che viaggiare apra la mente. Io
penso che apra anche il cuore.
Di Marina Palumbo
O
gni terra ha i suoi profumi, i suoi co-
lori e la sua peculiare nota di umani-
tà. E ogni cultura racconta la sua
tradizione e la vita che vi si è con-
dotta nei secoli attraverso il cibo. Spesso
sono racconti di difficoltà, di modi in cui l’uo-
mo ha imparato a cavarsela nonostante le
intemperie o la scarsità, inventando soluzioni
culinarie che confortano il cuore e il palato
anche nelle situazioni più estreme, come il
freddo dei ghiacci del Nord o il caldo estremo
e la siccità del
centro Africa
o dell’
India
.
Ma la cosa che mi ha più colpito è che da
Oriente a Occidente, a Nord come a Sud del
mondo, persiste ovunque una stessa tradi-
zione. Quella di soffermarsi davanti al cibo
in raccoglimento ededicare alcuni secondi a
ringraziare. Cattolici, buddisti, indù o musul-
mani, tutti, perfino gli atei, hanno la tradizione
di fermarsi ad apprezzare la fortuna dell’ab-
bondanza, dei profumi, del lavoro di chi ha
coltivato, trasportato e pulito i cibi e del gesto
amorevole di chi ha preparato quella festa dei
sensi. E tutti, proprio tutti, amano i momenti
di condivisione che la tavola favorisce, le ri-
sate, l’allegria, lo stare insieme. Anche quella
è una ricchezza! 
Per quanto diversi,
gli uomini sembrano
avere in ogni luogo un
bisogno comune.
E questo bisogno si può racchiudere in una
parola sola: nutrimento, per il corpo, ma an-
che e soprattutto per lo spirito. 
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