5
        
        
          CARCERE E STORIE •
        
        
          IN-DIPENDENZE
        
        
          
            Gli atti del Convegno, realizzato in
          
        
        
          
            collaborazione con il CRISS dell’Uni-
          
        
        
          
            versità Politecnica delle Marche, per
          
        
        
          
            l’offerta didattica dell’Agenzia di Alta
          
        
        
          
            formazione della Cooperativa Socia-
          
        
        
          
            le Ama Aquilone, “La scuola Ama”.
          
        
        
          
            
              Di Maria Giovanna Vicarelli
            
          
        
        
          
            
              e Carla Capriotti
            
          
        
        
          Facoltà di Economia “G. Fuà”
        
        
          San Benedetto del Tronto
        
        
          10 Maggio 2017
        
        
          
            Che cos’è il Family Learning
          
        
        
          
            Socio-Sanitario (FLSS)
          
        
        
          
            I
          
        
        
          l
        
        
          
            Family Learning Socio-Sanita-
          
        
        
          
            rio (FLSS)
          
        
        
          è il risultato del lavo-
        
        
          ro di ricerca e di formazione del
        
        
          
            Centro di ricerca e servizio sull’in-
          
        
        
          
            tegrazione socio-sanitaria (CRISS)
          
        
        
          
            dell’Università Politecnica delle Mar-
          
        
        
          
            che
          
        
        
          che lo ha ideato ed implementa-
        
        
          to a partire dal 2005.
        
        
          Esso si propone
        
        
          come una forma innovativa di educa-
        
        
          zione terapeutica per il paziente (ETP)
        
        
          espressamente pensata per il contesto
        
        
          italiano.
        
        
          “Il CRISS, a partire dalle ricerche svi-
        
        
          luppate sul ruolo della famiglia e delle
        
        
          politiche di welfare,  ha focalizzato  l’at-
        
        
          tenzione sulle reti sociosanitarie e su
        
        
          quelle comunitarie.”
        
        
          Dal punto di vista ope-
        
        
          rativo la novità con-
        
        
          siste non solo nella
        
        
          realizzazione concreta
        
        
          di un’integrazione tra
        
        
          servizi sanitari e so-
        
        
          ciali come risposta a
        
        
          bisogni complessi e
        
        
          duraturi, ma anche
        
        
          nell’introduzione del
        
        
          modello della famiglia
        
        
          che apprende (family
        
        
          learning) a partire dai
        
        
          propri saperi profani e
        
        
          in continuo confronto
        
        
          con quelli professio-
        
        
          nali. La famiglia viene
        
        
          intesa in termini molto
        
        
          ampi in quanto com-
        
        
          prende tutti i com-
        
        
          ponenti (ad esempio
        
        
          anche le badanti) che
        
        
          si fanno carico del
        
        
          soggetto più fragile,
        
        
          compreso quest’ulti-
        
        
          mo quando ne ha la capacità fisica o
        
        
          psichica.
        
        
          In questa prospettiva il FLSS può esse-
        
        
          re analizzato rispetto a tre diversi piani:
        
        
          macro, micro e meso.
        
        
          In primo luogo si è ritenuto, che “a li-
        
        
          vello macro istituzionale” si dovesse
        
        
          passare da un approccio di separatez-
        
        
          za ad un approccio di maggiore com-
        
        
          plementarietà tra la famiglia e i servizi
        
        
          socio-sanitari. Ciò significa considera-
        
        
          re la famiglia come un nodo della rete
        
        
          complessiva del sistema di protezione
        
        
          socio-sanitaria, il che implica iniziare a
        
        
          dialogare con la famiglia, farla entrare
        
        
          nel piano di cura-assistenza, valorizzar-
        
        
          ne le risorse e le competenze, lavorare
        
        
          sulle funzioni che essa può svolgere
        
        
          nella quotidianità, sostenerla, se neces-
        
        
          sario, sul piano emozionale.
        
        
          Questo approccio consente “a livello
        
        
          micro-individuale” di ampliare i concetti
        
        
          di “paziente esperto” e di “self-mana-
        
        
          gement” utilizzati nei casi di malattie
        
        
          croniche, per applicarli alle situazioni
        
        
          in cui i malati vengono presi in carico,
        
        
          in modo diretto o indiretto, dal sistema
        
        
          familiare. In altri termini, è la famiglia
        
        
          oltre che il paziente che dovrebbe dive-
        
        
          nire quanto più competente e coinvolta
        
        
          nei processi di cura che si realizzano
        
        
          nell’ambito domestico, così da farle
        
        
          interagire consapevolmente con la rete
        
        
          formale dei servizi sanitari e sociali.
        
        
          Un modo per raggiungere questo obiet-
        
        
          tivo è quello di progettare e quindi av-
        
        
          viare, a “livello meso-organizzativo” un
        
        
          processo di apprendimento integrato e
        
        
          condiviso, cioè il FLSS come percorso
        
        
          innovativo di educazione terapeutica
        
        
          (ETP) cui partecipano da un lato i pa-
        
        
          zienti e i loro familiari e dall’altro alcuni
        
        
          professionisti sanitari e sociali, entram-
        
        
          bi accompagnati da una specifica figu-
        
        
          ra (il tutor) che facilita la comunicazione
        
        
          e lo svolgimento degli incontri.
        
        
          Nel processo di ideazione e valutazione
        
        
          del FLSS, il CRISS ha realizzato nel 2013
        
        
          un corso di perfezionamento universita-
        
        
          rio rivolto a 35 operatori delle realtà di-
        
        
          strettuali della Regione Marche con l’o-
        
        
          biettivo di formare professionisti (tutor)
        
        
          in grado di programmare interventi di
        
        
          FLSS in tutte le sue fasi operative.
        
        
          
            Le caratteristiche del FLSS
          
        
        
          Il FLSS si distingue da altri modelli di
        
        
          intervento che coinvolgono le risorse
        
        
          informali nei processi di cura. Le prin-
        
        
          cipali caratteristiche del progetto sono:
        
        
          • la costituzione di un
        
        
          
            Comitato Tec-
          
        
        
          
            nico-Scientifico (CTS)
          
        
        
          in grado di
        
        
          progettare l’azione stessa del FLSS,
        
        
          di definirne gli obiettivi e la soste-
        
        
          nibilità;
        
        
          • la costituzione di un
        
        
          
            Comitato Tec-
          
        
        
          
            nico-Organizzativo (GTO)
          
        
        
          multidi-
        
        
          sciplinare e multi professionale che
        
        
          si occupa della definizione operativa
        
        
          del progetto;
        
        
          • l’arruolamento dei pazienti e dei loro
        
        
          familiari (1 o 2 per ogni paziente) in
        
        
          stretta collaborazione con i medici
        
        
          di medicina generale;
        
        
          • l’articolazione del corso in
        
        
          
            8/10 in-
          
        
        
          
            contri
          
        
        
          della durata di due ore e tren-
        
        
          ta ciascuno. Ad ogni incontro parte-
        
        
          cipano 1 o 2 professionisti (dell’area
        
        
          medica, sanitaria e sociale) diretta-
        
        
          mente coinvolti nella patologia og-
        
        
          getto del corso;
        
        
          • il passaggio da parte dei professio-
        
        
          nisti (definiti
        
        
          
            esperti
          
        
        
          ) di una serie di
        
        
          conoscenze e competenze (i
        
        
          
            saperi
          
        
        
          
            minimi
          
        
        
          ), ai pazienti e ai familiari/ca-
        
        
          regiver;
        
        
          • la figura del
        
        
          
            tutor
          
        
        
          , opportunamen-
        
        
          te formato sul FLSS, che funge da
        
        
          punto di riferimento per i pazienti/
        
        
          caregiver e i professionisti;
        
        
          • la scelta di un adeguato
        
        
          
            setting
          
        
        
          non
        
        
          sanitario.
        
        
          
            Le esperienze di FLSS
          
        
        
          
            nella Regione Marche
          
        
        
          Il CRISS, a partire dal 2008, ha implemen-
        
        
          tato vari percorsi di FLSS applicati a diver-
        
        
          se patologie croniche tra cui la broncop-
        
        
          neumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la
        
        
          sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
        
        
          • Il FLSS nella
        
        
          
            Bronco Pneumopatia
          
        
        
          
            Cronica Ostruttiva (BPCO)
          
        
        
          : sono
        
        
          stati attivati nella Regione Marche
        
        
          
            15 percorsi di FLSS
          
        
        
          (2013). I pa-
        
        
          zienti coinvolti sono stati in totale
        
        
          150, i familiari 58, i professionisti
        
        
          sanitari e sociali 127.
        
        
          • Il FLSS nella
        
        
          
            Sclerosi Laterale
          
        
        
          
            Amiotrofica (SLA).
          
        
        
          Sono stati atti-
        
        
          vati nella Regione Marche
        
        
          
            5 percor-
          
        
        
          
            si di FLSS
          
        
        
          (uno per ogni Area Va-
        
        
          sta). I nuclei familiari coinvolti sono
        
        
          stati in totale 50, ed hanno parteci-
        
        
          pato 78 persone (pazienti, familiari
        
        
          e/o caregivers), i professionisti sani-
        
        
          tari e sociali sono stati 85;
        
        
          Altri ambiti di applicazione hanno ri-
        
        
          guardato ad oggi:
        
        
          • i Disturbi dell’apprendimento (DSA);
        
        
          • la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA);
        
        
          • laGrave Celebrolesione Acquisita (GCA);
        
        
          • lo Scompenso Cardiaco (SC);
        
        
          • l’Alzheimer.
        
        
          
            Possibili applicazioni del modello
          
        
        
          
            FLSS alle dipendenze patologiche
          
        
        
          Nel dibattito emerso durante il conve-
        
        
          gno sul FLSS svolto il 10 maggio presso
        
        
          San Benedetto del Tronto, la prima cri-
        
        
          ticità messa in evidenza dalle persone
        
        
          che operano nella presa in carico della
        
        
          persona con dipendenza patologica,
        
        
          è la scarsa definizione dei confini del
        
        
          problema al contrario di quanto accade
        
        
          per le patologie prettamente organiche.
        
        
          Da che esiste il trattamento delle dipen-
        
        
          denze esistono i gruppi composti da fa-
        
        
          miliari e operatori, o esclusivamente da
        
        
          familiari secondo il modello del mutuo
        
        
          aiuto, pertanto svincolati dal confronto
        
        
          con altri enti siano essi pubblici o privati.
        
        
          Le criticità del modello di auto aiu-
        
        
          to stanno nell’assenza di un tutor e di
        
        
          una figura che guida, pertanto rischia-
        
        
          no solitamente di essere sbilanciati e
        
        
          condizionati dal profondo desiderio di
        
        
          riscatto dal fallimento del familiare della
        
        
          persona con dipendenza patologica.
        
        
          Non sono mai stati attivati gruppi che
        
        
          prevedono la partecipazione contem-
        
        
          poraneamente della persona tossicodi-
        
        
          pendente e del familiare.
        
        
          In prima istanza ciò non avviene poichè
        
        
          la dipendenza patologica in fase di uso
        
        
          attivo non può prevedere compliance
        
        
          da parte del tossicodipendente poiché
        
        
          la sofferenza non gli appartiene, è il
        
        
          sentimento del familiare.
        
        
          Applicare il modello del FLSS potreb-
        
        
          be essere interessante soprattutto alla
        
        
          conclusione del percorso residenziale.
        
        
          Nelle fasi precedenti (l’accoglienza am-
        
        
          bulatoriale o il programma residenziale)
        
        
          sono previsti dei passaggi che proba-
        
        
          bilmente non si prestano all’applicazio-
        
        
          ne del modello FLSS.
        
        
          Al termine del percorso residenziale in
        
        
          Comunità, invece, spesso le famiglie
        
        
          sono impreparate. La fase dello svinco-
        
        
          lo dalla Comunità si presta bene all’ap-
        
        
          plicazione di questo modello perché la
        
        
          patologia è chiarita e accolta poiché a
        
        
          differenza della patologia organica che
        
        
          trasforma l’identità, la patologia da di-
        
        
          pendenza ha bisogno di essere accet-
        
        
          tata così com’è. Al termine del percorso
        
        
          terapeutico residen-
        
        
          ziale si ricostruisce la
        
        
          relazione familiare la
        
        
          cui interruzione spes-
        
        
          so è un sollievo e che
        
        
          al momento del ricon-
        
        
          giungimento può aver
        
        
          bisogno di essere so-
        
        
          stenuta.
        
        
          L’approccio del FLSS
        
        
          può inserirsi in modo
        
        
          adeguato quale per-
        
        
          corso di prevenzione
        
        
          delle ricadute da svol-
        
        
          gere all’interno dei ter-
        
        
          ritori di appartenenza
        
        
          sui quali la persona
        
        
          tossicodipendente fa
        
        
          ritorno terminata la
        
        
          Comunità. Può essere
        
        
          occasione costruttiva
        
        
          di ristrutturazione re-
        
        
          lazionale e formazione
        
        
          di nuove competenze
        
        
          rivolte alla componen-
        
        
          te sana della persona
        
        
          tossicodipendente, quella che sceglie
        
        
          di non usare.
        
        
          Il FLSS non delega al territorio, ma si
        
        
          prende carico sul territorio, con le risor-
        
        
          se che questo ha a disposizione.
        
        
          L’attivazione del FLSS nel territorio
        
        
          potrebbe, infatti, coinvolgere il Servi-
        
        
          zio per le Dipendenze Patologiche che
        
        
          dopo avere fatto accoglienza, diagnosi
        
        
          e aver inviato in Comunità, riaccoglie
        
        
          dopo il percorso residenziale.
        
        
          Il modello FLSS permetterebbe poi di
        
        
          fare un lavoro nuovo con la famiglia che
        
        
          potrebbe esprimere la sofferenza, la col-
        
        
          pa e la vergogna al familiare tossicodi-
        
        
          pendente dopo che questi ha fatto sulla
        
        
          sua esperienza un lavoro terapeutico.
        
        
          Le dipendenze sono diverse ed è as-
        
        
          similabile la riflessione fatta anche per
        
        
          le dipendenze da gioco mentre altre
        
        
          situazioni, come la dipendenza da in-
        
        
          ternet, richiedono un altro tipo di con-
        
        
          siderazione.
        
        
          Family Learning Socio-Sanitario: un nuovo modello
        
        
          di educazione terapeutica