Itaca n.1 - page 20

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tossico
Il tossicodipendente italiano ha un’età di media
tra i 16 e i 45 anni, non vive esclusivamente
in aree metropolitane ed ha cominciato
‘’per curiosità’’’. Gli ‘’assuntori tipo’’ sono in
prevalenza giovani o ‘’adulti’’ indistintamente
uomini e donne, disoccupati o con lavoro che in
alcuni casi non porta alcuna retribuzione fissa,
spesso ha una vita sentimentale complicata,
distante dall’immaginario collettivo perché
non più eroinomane o cocainomane ma
policonsumatore. Nella maggior parte di essi
il titolo di studio risulta essere relativamente
basso, se si pensa che gli ‘’assuntori’’ tipo
sono in prevalenza generazioni ‘’freschÈ’,
nella media italiana hanno solitamente
un’esperienza scolastica piu’ completa. risulta
infatti che il 55 per cento ha la licenza di media
superiore, il 40 la media inferiore e solo il 5 per
cento È in possesso di laurea.
“La sicurezza si crea con una nuova
politica sociale” di Antonio Flajani
I diritti umani sono indivisibili, perciò, una
politica sociale che voglia realmente porre
rimedio al problema deve avere come base
la dignità umana, costituita da una serie
complessa di interventi che devono essere
portati avanti tutti insieme a rischio altrimenti
di diventare inutili, se non a volte addirittura
dannosi.
Il consumo, l’abuso, la dipendenza sono
dunque in rapidaevoluzione, cosachechiedeai
servizi di evolvere, e così anche alle comunità.
Del resto l’intero sistema è in de fault. Da
tutte le forze politiche sono stati fatti grandi
proclami, ma programmato, organizzato,
nanziato niente, 18mila tossicodipendenti in
carcere su 69mila detenuti in attesa di aiuti,
leggi bandiera.
Bisognerebbe tentare ad aumentare il
benessere sociale, non lasciare le persone
sole, creare convivenza pacifica, aumentare
la partecipazione, rendere partecipi i cittadini
e fornire loro gli strumenti per combattere
nel nome di un miglioramento delle proprie
condizioni di vita.
Spesso, quando si parla dei problemi sociali
si tende subito a puntare sull’immigrazione,
sulla povertà o sulle tasse troppo alte,
sicuramente tutto vero, ma è solo una
piccolissima parte della realtà creando spot di
grande distrazione e non un lavoro serio sulle
cause dell’insicurezza sociale.
Sono diversi i punti da toccare, sicurezza,
contrasto all’illegalità e allo sfruttamento,
servizi di riduzione del danno, misure
alternative al carcere e supporto sociale,
stranieri e rom con percorsi di mediazione,
giovani, scuola ed extrascuola, tutela dei
minori, controlli e repressione.
Se non si assume un nuovo orientamento nel
governo, laviolenza, la frammentazionesociale
e le paure cresceranno irrimediabilmente.
Ritengo che questi punti vadano tenuti
presenti nell’affrontare paure sociali e richieste
di maggiore sicurezza.
“La società di oggi circolo vizioso ed
ipocrita” di Antonio Flajani
La società fugge dalla realtà e da tutti i suoi
problemi con l’uso di droghe,
ormai vera piaga dei nostri giorni, ogni paese
ha il suo sballo, dalla Marjuana all’Lsd, dalla
Cocaina al Bhang, dalle Anfetamine alla
Krokodil.
Cosa risaputa, le droghe sono usate per
provocare alterazioni più o meno profonde
della percezione della realtà e lasciando
dipendenze fisiche e psichiche. Per molti
il mondo della droga non è vissuto come
un problema, ma senza rendersi conto
il problema è più vicino che mai, anzi, ci
conviviamo quotidianamente, la usano i nostri
vicini di casa, il nostro panettiere, il nostro
barista, il nostro dottore, l’insegnante dei
nostri figli, i nostri cari e il pericolo più grande
è la nostra superficialità che ha portato a non
voler vedere o ci ha abituato a non vedere.
Le droghe giungono a noi dalla notte dei tempi,
venivano usate da molti popoli per i motivi più
diversi, soprattutto nei rituali religiosi con l’uso
di funghi o piante allucinogene arrivando dalle
tradizioni sciamaniche di ogni continente,
cosa che ancora alcuni popoli usano. Ad
esempio l’oppio è una delle sostanze più
conosciute ed utilizzate, ma anche una delle
più antiche risalendo ai Sumeri ovvero 5000
anni fa lo troviamo come parte integrante
negli usi e costumi. Sono state fatte guerre
a causa dell’oppio con l’Impero Britannico
che la voleva introdurre e commercializzare in
Cina ed altre colonie. Nei primi del 900 l’eroina
veniva già consumata dagli abitanti di New
York, causando un’emergenza Eroinomania
sin dal 1905.
Altre droghe hanno spopolato creando
addirittura miti e propri ideali in intere
generazioni come l’LSD con il movimento
hippie degli anni ’60. In questi anni personaggi
dello spettacolo hanno fatto uso anche in
modi distruttivi, dedicando alle sostanze
pezzi musicali famosissimi, scrittori hanno
fatto sonetti racconti poesie elogiando la
droga e i suoi effetti, artisti hanno creato
opere dalla rara bellezza sotto l’alterazione
psicofisica, anche nei fumetti per i più piccoli
c’è la droga e molto spesso è stata associata
a superpoteri o viaggi “stupefacenti”.
L’intero mondo della droga respira, vive e si
evolve di pari passo col mondo reale, un must
indiscutibile.
Le droghe si evolvono nelle forme e negli
effetti, ormai la chimica è anche a produzione
casalinga recando danni o spesso morte
agli assuntori, queste si sono affiancate alle
droghe tradizionali o standard. Ormai le
droghe le puoi sorseggiare, fumare, sniffare,
masticare, leccare, succhiare o aspirare.
Mdma conosciuta come Ecstasy, ha trovato
terreno fertile nelle discoteche e nei rave
party, diventando club drug del popolo della
notte.
Lo Sniffing, lo sniffare delle droghe è già
conosciuto, la novità sta nel fatto che ad
essere sniffate non sono le solite droghe,
bensì colla, lacche e benzine. L’offerta è
enorme, i costi esigui, la facile reperibilità
di queste sostanze in botteghe di pellami e
artigianato e distributori sono 3 motivi
concreti per i quali questa pratica, fino a
pochi anni fa prerogativa esclusiva dei paesi
poveri, sta trovando accoglimento fra i giovani
europei, spagnoli e italiani in primis. Altre
droghe ormai spopolano, arrivano da ogni
angolo della Terra, dall’Asia arrivano le droghe
con nomi di divinità. Dall’Inghilterra tutte
sostanze chimiche con i nomi più improbabili,
dall’America Latina estratti di piante tropicali
Inconsapevoli attese
Mi è stato chiesto di dare un pensiero sull’iden-
tità del tossico. Pensavo di riuscire a farlo con
poche parole ma ora sono qua a chiedermi chi
sono veramente e cosa sono stata. Ci sono
molte definizioni possibili: il Tossico è quello
che non sa aspettare per comperare un filone
di pane neanche per i suoi figli ma è capace di
aspettare la roba per ore ed ore. Il tossico non
è mai una persona scontata anche se potreb-
be sembrare il contrario. Egli vive nell’incons-
apevolezza che ogni giorno potrebbe essere
l’ultimo. Il tossico è di tutto e di più; è colui
che ama e che odia, un è padre ed un figlio allo
stesso tempo, è come un fiore che se riesce
a sbocciare può dare un amore che va oltre
ogni previsione; è un frutto che non riesce a
maturare se non lo curi.
Io sono tossica, forse troppo, sento di essere
nata tossica e non di esserlo diventata come
molti potrebbero pensare. La mia normalità è
questa. Emerge dal mio modo di fare, dal mio
viso, dal mio sguardo, dalla mia difficoltà a
vivere le emozioni. L’unica emozione che mi
concedevo era quella di farmi.
Cristina
Perché proprio noi?
Che cosa significa Identità? È il complesso di
caratteri che distinguono una persona da tutte
le altre. Riguarda per un verso, il modo in cui
l’individuo considera e costruisce se stesso
come membro di determinati gruppi sociali:
nazione, classe sociale, genere, professione, e
così via; e, per l’altro, il modo in cui le norme
di quei gruppi fanno sì che ciascun individuo si
relazioni rispetto a se stesso e agli altri.
Da bambine siamo state amate ma non l’ab-
biamo capito, da adolescenti ci siamo trovate
senza punti di riferimento ma non ce ne siamo
accorte. Abbiamo pensato che le nostre vite
fossero ‘normali’ e di sicuro lo sono state, e
allora che cos’è che ci ha avvicinato all’eroina
e perchè noi si e altri no? Magari proprio i
nostri fratelli, sorelle, amici. Noi non lo sappi-
amo. Sappiamo però come ci siamo sentite.
Ovviamente il disagio e la solitudine sono stati
prima i nostri più grandi amici e poi anche i
nostri compagni e mariti, scelti senza trop-
pa consapevolezza ma con determinazione.
Con determinazione abbiamo scelto la via
della droga, delle emozioni attraverso una
sostanza, dell’incapacità di vivere e di sentire,
se non il fastidio e l’adrenalina. Morire prima
ancora di nascere. Abbiamo scandito il nostro
tempo con il quì ed ora o tutto e subito. Tutto
per una dose ora, tanto domani non esiste.
Abbiamo imparato a specchiarci nel riflesso di
un cucchiaino o di un pezzo di stagnola, senza
vedere altro se non noi stesse. Ecco qual’è
stata la nostra identità, nulla per cui valesse
la pena di vivere se non noi stesse. Ed è dura
certo uscirne, come quando ti svegli, apri gli
occhi e non c’è la penombra ma un faro acce-
cante e fai fatica a distingure gli oggetti che
hai intorno, sarebbe più semplice chiudere gli
occhi, ma ormai non riusciremmo più a farlo.
Chiara, Marica, Regina, Alessia
Una, nessuna, cento dipendenze
Il tossico è colui che per riempire i propri vuoti
o problemi si butta sulle sostanze di ogni
genere.
Desidera lo sballo, non vuole sentire i problemi
che lo affliggono, vuole essere notato da tutti e
quindi essere capito, ha paura della lucidità e
di affrontare il mondo per quello che è
Roberto F.
Divenire tossico vuol dire cambiare radical-
mente. Si inizia a rubare, si mente, si diventa
anche più furbi, si pensa a come fregare gli
altri compresi i propri familiari.
Il tossico non ha nessun itinerario.
Vorrebbe smettere ma non ci riesce, si vive
solo per la sostanza, anzi per essere più spec-
ifici non si vive più.
Antonio D.
È un soggetto generalmente fragile, ha bisog-
no della sostanza (qualunque essa sia) per
sentirsi parte del tutto che lo circonda, crede
che gli altri siano sempre migliori di lui. Si sbal-
la con lo scopo di eguagliare chi si ha intorno.
Ad ogni ricaduta diviene meno fiducioso e
commette gli stessi errori colpendo al cuore le
persone care
Stefano N.
Il “tossico” ha costantemente bisogno di sbal-
Identikit del
tossicodipendente
Sociale Italia :
Tossicodipendenza e Diritti
Mondo tossico
Rubrica:
Report sull’identità
del tossico
con nomi Sciamani e dalla Russia arrivano le
droghe pulp quelle più pericolose. I giovani,
spesso utilizzano queste modalità di sballo per
conquistare un ruolo nel branco e non sentirsi
esclusi. Diversi sono i fattori che spingono
un giovane ad avvicinarsi al mondo della
droga: curiosità, noia, solitudine, imitazione,
desiderio di provare sensazioni nuove o
dimostrare di essere grandi e forti, carenze
affettive o comunicative, ribellione ai valori
trasmessi, l’essere troppo viziati, reazione alla
mancanza fisica di uno e entrambi i genitori;
oppure, ancora, mancanza di interessi,
appartenenza ad un gruppo, modelli sbagliati
ricerca di nuove sensazioni, adesione alle
logiche di branco, moda, tentativo di evasione
da una realtà che spesso viene vista in
maniera negativa.
Data la difficoltà di inquadrare le cause
dell’uso di droghe da parte dei giovani,
sembra impossibile, dunque, prospettare
soluzioni al problema.
Nonostante gli effetti conosciuti dell’uso
continuo delle droghe (trombosi, infarti,
depressione, ansia, paranoia, impotenza ecc
ecc) i giovani non sembrano recedere, anzi,
il fenomeno comincia ad acquisire dimensioni
sempre più imponenti e pericolose. Tanti,
soprattutto oggi sono convinti che il
tossicodipendente è colui che si buca con
una siringa e mette a rischio la propria vita,
contraendo infezioni, gravi malattie virali,
oppure morire di overdose, ma non è così, il
tossico è colui che fa uso di qualsiasi droga:
cocaina o Eroina inalata per via olfattiva,
marjuana, Ectasy, Haschisc ecc.
Il nostro panorama politico ha proposto
contro il problema l’inasprimento delle
sanzioni relative alle condotte del traffico,
della produzione, detenzione illecita ed uso
di sostanze stupefacenti, sono state fatte
leggi per il recupero dei tossicodipendenti
con l’impegno dello stato e della magistratura
nel favorire riabilitazioni psicofisiche e sociali
per il reinserimento nella società e nel mondo
del lavoro con comunità terapeutiche o
centri ambulatoriali invece del carcere, luogo
oppressivo degradante e psicologicamente
devastante. È pur vero che queste iniziative
sono positive, tuttavia rimane il fatto che il
numero degli istituti di prevenzione, aiuto e
disintossicazione continua ad aumentare per
far fronte all’ingente quantità di dipendenti
da sostanze stupefacenti, perlopiù giovani e
giovanissimi.
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