Itaca n.1 - page 25

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giorno per giorno
entrare in questa comunità. Stavo male, la
forza me la data i miei figli Kevin e Domenico.
È molto dura, ma per i miei figli, per il bene che
voglio a loro e al mio compagno, voglio pro-
vare a fare qualcosa per il mio bene…Non so
come andrà a finire, anche se in questo posto
ci sono delle persone che mi aiutano, a capire
molte cose, a stare vicino a mio figlio, sono
soddisfatta di aver preso questa decisione,
altrimenti ora non so dove sarebbe finito il mio
bambino. GRAZIE...
Catia e Kevin
A me stesso
Quando la giornata è ormai conclusa, posso
soffermarmi su ciò che ho vissuto nel giorno
appena trascorso..
Ora posso guardarmi da una prospettiva
diversa. Posso tornare a riconoscere il bene
che viene dagli altri. Non più vissuto come
un impedimento alla mia sete di “libertà” e
al raggiungimento del mio unico bisogno e
desiderio.
“Impara ad amare là dove prima odiavi, e
viceversa”
Devo reimparare a conoscere me stesso,
riscoprire le mie capacità, ritrovare le passioni
ma anche riconoscere i miei limiti e le mie
debolezze.
D’altronde cos’è meglio “soffrire i colpi di fion-
da e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere
le armi contro un mare di affanni e contrastan-
doli porre loro fine ?”
Qui è la forza, questo è il pensiero che nel
momento del ritorno mi consentirà di sce-
gliere! Non posso rinnegare il piacere, le
avventure e tutta la passione che ho donato.
Io voglio tornare a scegliere ancora, anzi, per
la prima volta voglio fare una scelta nella vita:
Accetta il bene. Questo per me, per noi, è la
battaglia quotidiana. Giorno dopo giorno…
Ho assaggiato i frutti dell’oblio e il loro dolce
sapore dove tutto tace e non sorge più il Sole
S.C.
Pazzi, eretici
e poeti…
Potremmo dire che abbiamo tratti comuni,
dividiamo gli stessi luoghi e apparteniamo alla
stessa famigli (Carlo)
Oppure che in Comunità ci sono i settori
lavorativi, le responsabilità e gli operatori com-
pagni di viaggio.
Poi ci sono i rapporti da costruire e coltivare.
E omettiamo gli aspetti megalomanici di
Matteo, il Puma che gira come in una gabbia
in Comunità.
Piera che sta impazzendo. Antonella che è
già pazza (strilla, ride, parla serio) e Barbara,
ossessiva, che con l’alcol etilico pulisce tele-
foni, registri, scrivanie, lamette e farmaci.
L’importante è riuscire a raccontare le mille
emozioni che viviamo giorno dopo giorno qui
in Comunità (Mirco)
Ma diciamo come stanno le cose, basta..!!!
Allora, la notte la Comunità è uno zoo (e gli
operatori dicono che è pet therapy).
Wendy viene in camera scodinzolando e gelo-
sa di Mina, si sdraia al centro della stanza e lì
rimane.
Mina, intanto, attira l’attenzione in saltelli sulle
zampe posteriori e tutto alle tre del mattino,
nella mia camera.
Nel mentre Arian, il gatto, si affila le unghie
nella camera a fianco e io esasperato cerco di
andare a fumare una sigaretta attraversando
il corridoio che è un’Arca di Noè (grilli, formi-
che…) oltreché la lumaca di Antonio che vive
su una foglia di lattuga dentro ad un piatto
fondo adagiato sulla mensola tra il beauty
case e la e la abat jour.
Intanto al piano di sopra il buon Fabio che è
insonne, passeggia con i camperos da moto-
cicli cista e finalmente arriva il giorno con un
raggio che mi scalda il volto.
Mi alzo sperando in nuovi stimoli diurni.
Incontro Stefano che cammina ad occhi chiusi
e si esprime a gesti.
Paolo C. che si muove ansioso masticando
chewingum 24 ore su 24 al dì e non è un
modello di stile: calzino di cotone bianco e
ciabatte, maglietta smanicata, pantaloncino
a pinocchietto rosa con una chioma cotonata
alla Beatles.
A colazione Mirco con eleganza e disinvoltura
mi fa la doccia con il latte e il caffè.
E poi gli operatori dicono che parlo e parlo…
certo che solo ad essere esaltato e narcisista,
senza freni e senza filtri posso parlareeeee !!!
Intanto Massimo parla a ruota anche per due
giorni di seguito e gli assi nella manica Jan e
Berny hanno fatto un falò del motozappa.
Paolo cucina 5kg di riso che la cuoca (con
condimenti differenti) ci rifila per una settima-
na e il più anziano Franco pronuncia solo i
monosillabi …SCI, CHE NE SO.., BOH.., fuma
le sigarette in tre tiri e mette le maglie in tinta
con il color ocra di dita e denti.
Giacomo (responsabile animali) dà il cibo solo
al gatto, mentre cani e maiali sono presi nelle
spirale dell’anoressia.
Antonio andando sempre in palestra è diventa-
to “quadrato” e Gabriele è entrato nel mondo
radiofonico di Virgin Radio.
Questa è la “Casa Aquilone” con i suoi person-
aggi bizzarri, la cuoca la direttrice, gli operatori
e tutto il mondo animale che sono diventati la
mia famiglia
Matteo R.
Il punto di non
ritorno
Sembrava un giorno qualsiasi, invece.. ero
in piazza a guardare le persone felici che si
tenevano per mano. Chi fa faceva shopping,
chi si faceva un aperitivo e chi si baciava di
nascosto nelle ruette del centro storico. Come
al solito alle quattordici la piazza è vuota ma si
notavano già persone o gruppi intenti a con-
tare i soldi, si i soldi per comprare la cosiddet-
ta “bianca”. Questo via vai durava da anni. Un
giorno litigai con la mia ragazza che viveva a
bologna e li decisivi di non volere più per lei. La
risposta a tutto questo era che io ero curioso
di provarla per vedere i suoi effetti paradisiaci.
Chiamai un amico e la comprammo insieme.
Subito iniziai a viaggiare, tutto passò in secon-
do piano. Lei era più bella e più forte di tutte le
sensazioni provate. Pensavo di poterla gestire,
invece era solo un’illusione. Solo qualcosa di
forte poteva prendere il suo posto ora a distan-
za di anni lotto contro questo male.
Jerry T
La Comunità
ideale…
(da un lavoro di
gruppo: “Descrivi la
Comunità ideale”)
È un’occasione per conoscersi e conoscere
l’altro, nell’insieme di persone. Un luogo in cui
poter riconquistare la libertà e l’indipendenza.
Pensiamo che nella valigia all’ingresso debba-
no esserci: buona volontà nell’affidarsi, corag-
gio di camminare attraverso le proprie paure,
credere ancora in se stessi.
Vorremmo trovare un programma con gruppi
terapeutici frequenti, le uscite all’esterno, gli
sport, gli hobbies, tanti animali e qualcuno che
ci insegnasse a ritrovare i valori della vita..
Le regole devono esserci per la pulizia, il
rispetto e la disponibilità verso tutti.
Programmano e semplificano la vita quotid-
iana.
È importante che gli ambienti siano puliti e
non ci sia casino quando si stà a tavola o si
va a letto.
Non si deve rubare, ne essere violenti, ne per-
mettere alle sostanze di entrare qui.
Questa Comunità dovrebbe rivolgersi a molti
ragazzi con problemi di sostanze e di con-
seguenza anche psichici, ad una parte di
umanità emarginata ed anche un po’ vittima
del sistema.
E se un ragazzo abbandona la Comunità lo
riaccoglieremmo, se chiedesse aiuto e se
pronto a rimettersi in discussione. Perché il
recupero è un “diritto”, la dignità, la salute,
innamorarsi di un sogno e della vita devono
essere “tenute strette” e crederci.. soprattutto
da parte di chi ha visto altri rami spezzati dare,
con un innesto, nuovi boccioli..
E poi pensiamo che se un ragazzo si nasconde
dietro la ricaduta fugge dalle proprie respons-
abilità e problemi.
Non ci si può concedere di dire che la sostan-
za è una medicina per il dolore e la disperazi-
one, troppo comodo…!
Perché se il dolore decidesse le dipendenze
il nostro sarebbe un intero mondo di drogati.
E poi per chiudere la descrizione degli aspetti
ideali arriva una sintesi reale di quel che si vive
e condivide giorno per giorno..
Ci sono giorni
di sole e giorni
di pioggia...
Non sono molte le mattine che mi sveglio e do
il buongiorno alla vita.
Siamo ragazzi molto sensibili, fragili, emotivi,
con un bagaglio di vita così pesante che a
volte non si riesce nemmeno a credere in se
stessi, per tutti gli schiaffi ricevuti.
Fortunatamente non sono solo.
Ci vogliamo bene, chi più chi meno, ci fac-
ciamo forza l’uno con l’altro e a volte basta
un semplice incrocio di sguardi per riuscire
a capire lo stato d’animo dell’altro e con un
semplice gesto fargli sentire che non è solo.
Qui i momenti no li abbiamo tutti, a chi manca
la famiglia, a chi mancano i figli, a chi un
amico, la ragazza, la “libertà” dalla sostanza.
Momenti che viviamo tutti,
ma prima o poi il
sole dovrà uscire..
Luca M.
Tutto sembra
finire
Un dolore che non vuol passare, un agonia da
star male...
mi sento di morire per quanto sta robba mi fa
soffrire!
niente mi può aiutare... nessuno la mia sof-
ferenza potrà alleviare.
mi lascio sopraffare da quel torpore e mi
abbandono al mio dolore,
tutto sembra finire
e la mia vita
svanire. senza che la ragione mi possa coman-
dare
solo dai miei sensi mi lascio guidare,
essere dannata e allontanata. A questo,
credevo di essere condannata. perché all’
apparenza sembravo una creatura spaventosa
ma nel profondo tanto meravigliosa, meravi-
gliosa
perché diversa. Non solo una bestia!!!
Oggi ho un altra certezza,
difficile ma carica di dolcezza, se prima prova-
vo gusto a vedermi soffrire
oggi mi si accendono gli occhi
perché ho voglia di vivere!
M.
Anche il
centro diurno
“L’Aquilone”
di Porto d’Ascoli
raccoglie i frutti
Salutiamo i mitici quattro sganciati che stanno
concludendo il loro programma semi-resi-
denziale e si avviano nei prossimi mesi a
raggiungere una condizione di piena autono-
mia. Questi, valorosi eroici combattenti della
grande guerra, verranno celebrati durante la
festa di Luglio. Noi vogliamo salutarli con tutti
gli onori che meritano, passandoli in rassegna:
ELVIS: Colonna portante del diurno. È la
memoria storica della struttura, ne ha viste e
fatte di tutti i colori. Conosciuto gente di ogni
età e per tutti ha sempre avuto parole di con-
forto. Una pasta buona di uomo sempre pron-
to e disponibile. Pronto ad amare più gli altri
che sé stesso. Spiccherà finalmente il volo.
EDOARDO: Della serie… “DALL’EROINA NON
SI ESCE”. Primo comandamento di un con-
tratto terapeutico paradossale. Mantra rec-
itato quotidianamente fino allo sfinimento…
Per dire cosa? Ancora dobbiamo capirlo.
Nel contempo il nostro amico Edo non si
è mai più concesso al suo divino amore.
MONIA: Signorina Rottermeier, la più temuta
nei gruppi. Severa con sé stessa e poi con
gli altri ma anche capace di comprensione e
grandi slanci. Ha stabilito con noi un rapporto
umano. Il rituale del mattino con il quale ti
presenti al diurno è unico e tutto tuo, saluti
uno ad uno con un bacio ed un abbraccio. Sei
unica Monia
DAVIDE: Il “Grillo Parlante” che riempie di
parole e spesso di buon umore le nostre gior-
nate. Per non dire delle tue originalissime bar-
zellette… collezione infinita. Sei il primo Signor
G. a prendere le dimissioni… Complimenti e
auguri.
Dialogo tra
madre e figlia
Sophie è la mia luce intensa
È la mia acqua calda
È il mio fuoco ardente
È il mio cielo splendente
È il mio mare calmo
È il mio arcobaleno di emozioni
Accende tutti i mie sensi
I miei sentimenti
Riempie la mia anima
E solo pensarla
Mi scatena una tempesta in pancia
e come una bomba mi fa esplodere il cuore
d’amore
Grazie vita mia…ti amo tanto
La tua mamma
Cara mamma
Loredana
Sono felice quando vieni a trovarmi alla
Navicella,
quando sei con me il mio cuore scoppia di
gioia.
Mi piace fare i compiti con te, giocare e vedere
la televisione.
Voglio stringerti forte e dirti che: ti amo
Sophie
Inseparabili
Siamo arrivate più o meno lo stesso giorno
È stato tanto faticoso
Siamo arrivate si qui inseparabili
Ciò che il destino ci ha dato
Non sappiamo se sia negativo o altro
Ma dentro di noi quello che si è creato
Sarà sicuramente dono ricordato.
Marcy e Laura (la Navicella)
Guardare avanti
Ho 17 anni, e purtroppo ne ho viste qualcuna
in questi anni. Sinceramente non mi va di rac-
contare tutte le situazioni vissute, ma mi piace-
rebbe concentrarmi sul futuro: Infatti ho tante
speranze tanti desideri che i giorni che verran-
no saranno migliori. Per questo sto lottando.
Infatti io penso che anche nei momenti più
brutti c’è un filo di luce: una speranza che
basta cercare.
Le cose passate, hanno un loro significato e
nel bene e nel male ne ho tratto insegnamento.
Se sono io, cosi come mi state conoscendo, lo
devo anche alle mie esperienze passate e non
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