Itaca n.1 - page 24

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giorno per giorno
... Eppure a
volte ti sogno…
Cara “gugna” prima di te ho avuto altri Amori,
ma nessuno di questi mi ha impegnato la
vita come te. Per un periodo ti ho divisa con
le altre, a loro dedicavo il fine settimana ma
quando arrivava il Lunedì tu tornavi ad essere
l’unica in grado di rimettermi in pace con me
stesso e con il mondo.
Ricordo il primo incontro, di te mi aveva par-
lato molto bene un amico e collega di lavoro,
ed era con lui che venivamo a cercarti dove
eri presente.
Ricordo il tuo sapore in bocca fino alla gola
e la frenesia che arrivava prima di averti, poi
il calore pervadeva tutto il mio corpo e quel
disagio provato, tu lo trasformavi e tutto cam-
biava (Paolo P.)
Che fù maledetto il giorno in cui ti chiesi di
essere la mia sposa e tu lo accettasti senza
alcun indugio.
Diventasti il fulcro dei miei sogni interrotti,
l’apice di una coscienza sporca e squallida,
che distende il suo aspro mormorio nella val-
lata della “Fine”.
Fuga verso un dolce e al contempo amaro
ignoto sei tu.
Sei tu la mia falsa salvezza.
Adesso non ci sei più e stranamente una mer-
avigliosa serenità ha pervaso la mia anima,
come questo dolce mattino primaverile che
assaporo con tutto il mio cuore.
Sono felice della mia nuova vita, in questo
posto creato di proposito per le anime come
la mia. (Sasha K)
Ancora adesso che non sei molto presente
nella mia vita, a volte ti desidero, non ti vedo
più …
eppure a volte ti sogno…
Paolo P.
Riscoprire le
emozioni
Le mie sensazioni riguardo al rapporto con
le sostanze sono contrastanti.. alcune volte
avevo momenti di euforia altre di totale
depressione. Ho cercato molte volte di uscire
programmavo le mie giornale dalle 8 alle 17
lavoravo assumendo la mia terapia. Tutto sem-
brava andare bene ma nelle ore di riposo non
potevo fare almeno di cercare la sostanza. Era
diventa una routine. Senza di loro mi sentivo
scarico, incapace di socializzare con gli altri
volevo stare al loro livello d’incoscienza. Tutto
si riassestava, ma con il passar del tempo ne
volevo sempre di più. Cercavo in tutti i modi di
trovare i soldi, gli stipendi non mi bastavano
più. Ma una cosa che mi rattristava di più che
inconsapevolmente facevo soffrire le persone
a cui volevo bene. L’ultimo episodio si è verifi-
cato il giorno che partii per la comunità è stato
il più triste e angosciante. Alcuni minuti prima
di salire sul treno la persona che io fino a quel
momento pensavo fosse un uomo tutto di un
pezzo: mio padre, si è emozionato. vederlo in
lacrime mi ha distrutto per me è stato peggio
di una coltellata al cuore. Man mano che sto
recuperando la lucidità, sto capendo che
tipo di uomo ero diventato senza scrupoli ed
emozioni, egoista fino al midollo e tutto per
una sostanza, falsa e meschina.
Alfonso
Il traguardo
Due anni di comunità per iniziare a guardarmi
dentro “quante cose!!!!”…..
Per anni ho evitato di guardarmi dentro per
evitare di soffrire; era meglio “cazzeggiare”.
Non pensavo che così mi facevo ancora più
male. Ho avuto sempre una maschera, prati-
camente un muro che non faceva entrare
nessuno. Sono arrivato ad un punto che non
mi sopportava neanche più un cane: mia sorel-
la ce l’ha a morte con me, la madre di mio figlio
idem, gli amici veri mi hanno scansato e il Sert
non voleva più che continuavo il mio percorso.
Mi sono fatto allontanare dalla comunità e ora
sono al Centro Crisi; ero quasi riuscito a farmi
cacciare anche da qui !!!
Ma fermi un po’.. “C’è qualcosa che non va”.
Proviamo a chiedere aiuto e facciamolo sentire
quando lo chiediamo!! “GRIDIAMOLO !!!”
Io ho gridato così forte che le cose hanno
iniziato a cambiare e in questo momento sto
percorrendo una strada in fondo alla quale c’è
un traguardo: si chiama Alessandro.
Vorrei un giorno poter dire” Signor Giudice non
vedo l’ora di incontrarla per presentarmi come
padre di mio figlio”.
Andrea B.
TG Augusto
Agostini
Parliamo di
Monica
che quest’anno pub-
blicherà la versione definitiva del Galdinelli,
utile vocabolario dal pescarese all’italiano,
con l’aggiunta di termini in inglese, francese
e anche qualche altra lingua morta o sconos-
ciuta. Vi anticipiamo qualche perla come “bor-
derline” che la nostra professoressa traduce
come “posto per donne un pò così” (cioè bor-
dello) in inglese; “un flirt con Brad Pitt” che si
pronuncia “un flit con Braddi Pitti” e “stà come
un bijoux” che nel nuovo vocabolario diventa
“stà come un bajour” passando per “devo
tagliare il trapo” cioè il prato e “fare zapping”
cioè ascoltare un famoso gruppo musicale i
Led Zapping... (?)
Chiara
per gli amici “Scisci”, un vero person-
aggio comico in grado di raccogliere il latte da
terra con la paletta e che, quando gli operai
asfaltarono il piazzale e si raccomandarono
di non camminarci sopra, fu la prima a met-
tere il piede sul cemento immacolato. La sua
bimba è Noemi, un vero angioletto (per così
dire), che và spargendo le sue cose per tutta
la comunità, così capita che quando troviamo
un biberon o un paio di calzini o altri oggetti
non identificati in mezzo al piazzale sappiamo
che sono di Chiara, che anche se in sgancio
prende ancora multe ma che ha pure un cuore
grande... ma così grande... che non entra più
nella maglietta dell’anno scorso!
Sabrina
vive in un habitat che varia dal giar-
dino al soppalco, dove in due anni ha accu-
mulato una quantità incredibile di oggetti,
tutti molto utili e perfettamente catalogati,
dentro scatoloni, che riportano scritte misteri-
ose come: ‘’Giulia. Tazzine di porcellana taglia
piccolissima colore blu” e che lei almeno una
volta al giorno lucida perfettamente.
Marica.
Un carabiniere... Le hanno tolto gli
arresti e speravamo che per questo diventasse
un pò più buona, ma abbiamo sperato inutil-
mente, continua a seminare terrore per la ct,
sempre scontenta di tutto e di tutte, lei sbuca
da ogni angolo per ricordarci che non stiamo
facendo il nostro dovere e... anche se lo stia-
mo facendo... mai abbastanza bene.
Regina.
Che fa rima con “lumachina”.....
Pensate che solo per fare un dolce ci impiegò
ben 5 ore, volete sapere come? Ore 9.00: devo
fare la torta. Ore 10.00: metto un pò di musica.
Ore 11.00: prendo la ricetta. Ore 13.00: conto
le uova!!!!!
Alessia
. Donna precisa e pignola da far paura.
Tanto che quando il nostro tuttofare le ha por-
tato in dono niente meno che un bastone per
le tende, dopo averlo provato, ha esclamato
“non c’entra è troppo corto!!!!”. Al che il pov-
eretto se ne è andato a testa bassa.
Amanda
il nostro Lindor, cioccolato croccante
fuori ma morbido dentro!Il Ha un centro ben-
essere nel bagno della sua stanza, dove fa di
tutto di più, ricostruzione unghie, depilazione,
sopracciglia, tinta, taglio, mechès, massaggi...
e anche ustioni da ceretta incorporate!!!
Maria Pia
anche conosciuta come il mastino
pugliese, si aggira per la comunità inveendo
pure ai muri, come quella volta che lanciò
una spugna al grido di “è una cosa inde-
cente! senti, senti quanto puzza !sté porche
schifose!!!!”
Loreta
per cui tutto “non pò esse” e invece
eccome se può essere!!! Ogni giorno accu-
sa una nuova strana e rarissima malattia la
cui cura deve ancora essere scoperta dalla
medicina tradizionale, ogni giorno ci dice di
dover fare analisi che poi, non abbiamo capito
perchè, non fà mai e ogni giorno è convinta
sia l’ultimo!
Sharon
e i suoi colori improbabili di capelli. Va
a letto con un castano, si sveglia con il fucsia
per tornare nuovamente a letto con un blu fata
turchina. Ha anche un’altra caratteristica...si
ammala solo il mercoledì pomeriggio quando
c’è “pulizia cucina” e le viene mal di pancia
ogni volta che deve fare il frullato per i bimbi
che ormai sono 8 mesi che lo aspettano!
Tina
il nostro critico cinematografico, recen-
sisce ogni film che guardiamo, tracciando la
biografia degli attori la filmografia del regista
e naturalmente, oltre a rompere i cosiddetti, ti
dice pure il finale.
Chiara
che in mancanza di uomini nei paraggi
si è data a flok, sgrassatore, scopa e paletta.
Si dimena per tutta la comunità senza dare
tregua alla polvere e alla sporcizia... e se per
sbaglio manca la carta mani...
Giovanna
la Mary Poppins della comunità,
sempre sorridente, sempre accondiscenden-
te, sempre disponibile, ma attenzione a non
chederle nulla quando c’è Maria de Filippi o
il Grande Fratello. Ora si stà riprendendo ma,
prima di trasformarsi in Mary Poppins, soffriva
di una rara forma di infiammazione al nervo
sciatico (causata da una lunga maratona di
Zumba) che la faceva camminare come nuota
la Pellegrini!!!
Katia
appena uscita dal circo Togni, la nos-
tra Moira Orfei!! Convinta che gli operatori
vogliano ucciderla e quindi che le debbano
pagare poi il funerale... bah! Ancora non riesce
a capacitarsi che il programma dura due anni
e non 3 mesi! Per questo la sentiamo ripetere
incredula “do anni?”. Povera Katia, tranquilla,
ci siamo passate tutte.
Io e la musica
La prima volta che mi sono accorta di quanto
fosse emozionante e di quanto mi apparte-
nessero le sensazioni che dà la musica era il
tramonto di una sera di primavera... il ricordo
annebbiato delle note che sembravano mate-
rializzarsi nell’aria rarefatta dei primi caldi... ho
sentito una felicità ed una serenità tali che...
mi sembrava un sogno... come quando ascolti
il suono del mare e nella tua testa si crea il
vuoto... mi manca quella la spensieratezza.
Sò che da quel giorno tanto è cambiato den-
tro me. La musica mi ha aiutato a superare
momenti brutti, ha fatto parte di quelli belli e
continua ad emozionarmi nella sua evoluzione
e nella mia. Sempre Quando ascolterò le sue
note avrò un tuffo al cuore e mi farà piangere
e mi darà l’adrenalina. Mi farà pensare a mio
padre e al passato... ai miei figli... a quel che è
andato perduto e a quello che ho trovato.
“Caro papà mi puoi vedere ora?
sono io, in un certo modo uguale a te...
mi terrò il dolore, liberami...
rimarrò nel buio in attesa che tu parli...
(
Release
Pearl Jam)
A me
Cara stupida sciocchina, non vedevi mai ciò
che avevi nei labirinti della tua mente. Ti per-
devi. Poco veramente sorridevi, ma interior-
mante piangevi. Non ti bastava mai ciò che
possedevi e sempre un nuovo prato verde
volevi. Dentro non ti piacevi anche se fuori
di esser bella vedevi. Ora ciò che hai bene
lo vedi,Lorenzo è il suo nome, Amore il suo
cognome. La tua mente serena è diventata
con una consapevolezza acquistata, di amore
sei fatta, di sorrisi veri che non avevi ieri.
Ora bene ti vuoi e bene vero vuoi, una vita di
sole ti attende che il sole pretende…TI AMO
CHIARA….
Chiara.
Non è... Una
strada semplice
Apro gli occhi, mi guardo intorno, è tutto così
confuso…dove sono? Come mai loro emana-
no una luce che io non ho?, poi la confusione
diminuisce,e la luce che vedevo nelle persone,
non è poi così diversa dalla mia. Vedo il sole
crescere la mattina…possibile che non mi sia
mai accorta di tanta bellezza?, poi ecco che
riappare quell’immagine di molto tempo fa..
in cui sono ai piedi di una montagna, ripida,
vorrei salire sino in cima, dentro di mè tanta
voglia, ma anche tanta paura di fallire, con
la consapevolezza che non sarà una strada
semplice...
Giovanna
A Marcella
La tua mano mi ha raccolto, le tue braccia mi
hanno scaldata, la tua voce mi ha nutrito, il tuo
sguardo mi ha seguito, il tuo cuore mi ha culla-
to…..mi hai rimproverata..mi hai amata…ora il
tuo passo mi è ancora accanto, non voglio più
deluderti..GRAZIE MAMMA.
Tina
Le strade
semplici di una
formica
C’era una volta un parcheggio urbano abban-
donato, e una formica che voleva attraversar-
lo. Vagava, da sola, cercava anche il più picco-
lo eco di una compagna. Scrutava l’orizzonte,
con il sudore che gli colava sugli occhi, bru-
ciata dal sole..ma non si arrendeva.Alla sera
esausta, stava per mollare, quando nell’os-
curità vide un piccolo fuoco di un’altra formi-
china, anch’essa alla ricerca di una casa….la
raggiunse e gli chiese: “sei sola”? no,ora non
sono più sola, perché sei arrivata tù qui con
me…ora non siamo più sole!..
Tina
Tu...
una persona
speciale
Da piccola adoravo mio padre, lo attendevo
la sera per farmi prendere sulle sue gambe
e far finta di guidare la macchina con lui. Poi
sono cresciuta... ci siamo allontanati, non so
il perché…non volevo ascoltarlo. Oggi sono
pentita di non aver accolto i suoi consigli. Mi
dispiace per le sofferenze che le ho causato…
Vorrei dentro di mè, oggi, riuscire a dare ai
miei figli almeno la metà dell’affetto che mi ha
dato lui…6 formidabile papà, la tua piccola di
sempre!!!
G.F.
Miracolo
Tu dalla pelle ambrata e gli occhi da cerbiatto
sei venuto al mondo “strappato da un ciclo
naturale della vita”, con il tuo coraggio e la tua
tenacia di sopravvivere..ogni giorno mi riempi
il cuore, scacci la mia “sofferenza”, la sofferen-
za di mamma al ricordo di quei dettagli, di non
curanza alla tua nascita… ma ora sono qui e
urlo, miracolo del destino, che ci ha unito per
sempre.
Amanda, la tua MAMMA
Grazie…
Devo ringraziare le persone che mi hanno fatto
Rubrica: i percorsi di ogni giorno
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