Itaca n.1 - page 29

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“Sorry mama”
Adesso che ho più tempo penso spesso a
mamma
Donna che reprime in sé lo stress per mostrarsi
calma
che per quante volte le ho mentito non riesco
più a guardarla.
quando fa domande tipo :
”Hai mai usato un’arma?“
e forse ancora mentirò per non darle delusioni
cercando di tenerla fuori dalle mie situazioni
ma più cresco di valore e più mi riesce difficile
è troppo tempo che non la vedo più sorridere
forse siamo giunti al limite
taglieremo i rapporti
almeno eviteremo tutti quei giorni storti
In questi giorni corti penso a come mi ha cre-
sciuto
penso a tutti quei posti dove ho vissuto
forse venire qui è stata una disgrazia
forse sono brutti ricordi della mia infanzia
Luciano
Sguardi malati
Giornate chiuse, buie, senza via di uscita dove
non sai neanche da dove iniziare
... Come fare a dare un senso ad una giornata
piatta, priva di sentimento
E di appagamenti anche da se stessi…
Poi la svolta… s’incrociano gli sguardi di due
persone, sai e dai per scontato
che egli sta male dentro proprio come te... in
un attimo una lite, uno scontro,
un confronto, tra i due malesseri.
In quel preciso momento anche e se non ne sei
consapevole hai dato
Un senso alla tua giornata. Solo allora ti rendi
conto veramente
Di quanto si può essere vicini ad una persona.
Danilo e Enzo
La mia alba
In un cuscino
Pieno di stelle
Saranno gli occhi
Di mia figlia Sophie
A risvegliare
... la mia vita
Loredana
Grazie:
ai miei cari
La vita è come un puzzle, quando lo compri è
nella sua scatola, è tutto diviso in piccole parti
che dovranno essere riunite e durante la pro-
pria vita provi ricomporlo.
La mia vita da quando sono nato è stata cosi,
come quel puzzle, suddiviso in tanti pezzi e
piano piano ho provato a rimetterli insieme ed
ancora non ci sono riuscito, forse perché non
sono in grado o forse perchè non voglio.
In questo periodo sono solo riuscito a dargli
una sistemata.
Non sò se il mio puzzle sarà mai completo
cosi che un giorno potrò incorniciarlo, ho dei
pezzi in più di questo percorso, che dovrò ag-
giungere, come il mio nipotino. Ringrazio lui,
Josef mio fratello “Scion”, mia sorella Moira
che hanno fatto il mio stesso percorso, anzi,
sicuramente mia sorella con la piccola creatu-
ra hanno avuto un percorso più difficoltoso del
mio e soprattutto la mia mamma che in tutti
questi anni non ha mai smesso di lottare pur
avendo tre figli tossicodipendenti.
Grazie! Grazie mamma di non avermi mai ab-
bandonato, mai messo alla porta, forse sarei
già morto.
Massimo M.
Piangere insegna
Alzarti alla mattina senza saper cosa fare, aver
paura dei ricordi.
È vietato non sorridere ai problemi,
non lottare per ciò che vuoi,
abbandonare tutto per paura,
non far diventare i tuoi sogni realtà.
È vietato non dimostrare il tuo amore,
far pagare a qualcuno i tuoi debiti e il tuo ma-
lumore.
È vietato abbandonare i tuoi amici,
non tentare di capire ciò che avete vissuto in-
sieme,
chiamarli soltanto quando hai bisogno.
È vietato non fare cose per te stesso
Non credere in Dio e fare il tuo destino,
aver paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
È vietato sentire la mancanza di qualcuno sen-
za rallegrarsi,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché le vostre strade non si incrociano
più,
è vietato dimenticare il tuo passato e pagarlo
con il tuo presente.
È vietato non tentare di capire le persone,
pensare che le loro vite valgano più della tua
non sapere che ognuno ha il suo cammino e
la sua gioia
è vietato non creare la tua storia
smettere di ringraziare Dio per la tua vita,
non avere dei momenti per la gente
che ha bisogno di te,
non capire che ciò che ti dà la vita
te la può anche togliere,
è vietato non cercare la tua felicità
non vivere la tua vita con un’atteggiamento
positivo
non pensare che potremmo essere migliori
non sentire che senza di te questo mondo non
sarebbe uguale.
Uno qualunque
Sopra vivere
La matematica è un’opinione ? - No, se la si
contempla di per sé stessa, cioè come varietà
di calcolo numerico - aritmetico teorica ap-
plicata a un’idea progettuale. Si, se la si con-
templa nel suo rapporto nella realtà delle cose
contingenti (cioè nello stato
reale di una situazione specifica).La matemati-
ca progetta, ma non smuove se a questa
progettualità viene meno la materia. Materia
intesa come materia prima per costruire,
e materia seconda perché la costruzione abbia
risultato sociale.
Indi per cui nel risultato sociale vi rientrano la
famiglia e la casa.
Una famiglia propria da costruire con il tempo
attraverso il lavoro
e la fiducia del domani.
La casa, come casa d’apparternenza e dalla
quale nessuno a dire - andatevene !
Ma la “testa” oggi è appoggiata sul tagliere,
pronta ad essere staccata tramite il “taglione”
delle banche - che in tempi passati erano isti-
tuzioni morali, mentre oggi propendono a isti-
tuzioni a delinquere con quella viscidità tutta
tipica dei
colletti bianchi asserviti ai magnati della finan-
za- magnati appunto, che di grande, smisu-
rato, enorme, hanno il portafogli e che lo vor-
rebbero sempre più grande, ma non per giusto
guadagno, quanto piuttosto per schiavizzazio-
ne economica dei meno abbienti e soprattutto
di quella gioventù fisicamente sana e che può
essere sfruttata senza incorrere in handicap
d’immagine e politica. Non amano veramente
nulla questi signori emuli del re Mida se non il
piacere del dio denaro. Per essi il denaro è un
dio, non certo per chi cerca quel che consente
una vita dignitosa, senza lussi e senza sperpe-
ri. Nello spazio dei sogni si sopravvive, per non
morire ancor prima d’essere nati.
Fosco
Strappo il mio cuore
Dal petto amaro
Lo tengo in mano
Continua a pulsare
A Mariella
In penombra il seno di miele e fiele, in cuffie
cotonate il sonno.
A Linda
Sonora e perlata danza, in fili dorati, la seta
pregiata!
A Diletta
Corolla che porti al sole alla vita aperta... !
La famiglia non si ama per i pregi. Bensì per i
difetti.
Ecce Homo in surreali cieli e contorni neri
Per riscattarsi si crocifisse da solo
Pensare lontano un mare per dissolversi in
nube d’onde
… Dissolversi per Ritrovarsi…
Fosco
Rimpianto
Sulla mia, guancia una lacrima slitta al segno
della sconfitta
Afflitta da un tipo di vita che non regge, non fa
per me fare il fuorilegge,
mi rendo conto solamente in cattività, non
sempre ti è concessa la seconda opportunità,
vivo per metà pensando all’esterno,
e vivo per metà non pensando a questo infer-
no, quindi
vivo sapendo che avrei fatto meglio a passare
più tempo
con il mio quaderno.
Luciano
inside · speciale dimissioni
Mi hanno insegnato che il viaggio e il pia-
cere di questo, è fatto anche dal ritorno,
dalla nostalgia provata lungo l’avventura
per la quotidianità della casa che ci si las-
cia alle spalle. Senza la gioia del ritorno,
non sarebbe viaggio, ma peregrinazione o
forse l’errare senza meta. Il momento delle
dimissioni, può essere metaforicamente
inteso come quello del ritorno. La gioia del
tornare, dopo aver tanto viaggiato in un
porto sicuro, dove abita una parte impor-
tante della vita degli uomini e delle donne
che hanno vissuto nelle nostre case. Negli
occhi il passato, ritrovato anche negli occhi
di coloro che vivono la comunità da poco,
ma anche il presente e il futuro, le cui sfu-
mature proprio questi ultimi arrivati cerca-
no di scorgere. Per trarne forza e speranza.
Le dimissioni sono questo: viaggiatori che
si incontrano nello stesso porto sicuro,
pur essendo ognuno parte di un viaggio
diverso.
di Laura Mandozzi
“Nei sogni cominciano le responsabilità.”, così
recita il poeta Yeats.
E così sono andate le vostre storie.
A lungo avete vissuto, illudendovi di sognare,
ma quando avete cominciato davvero a
sognare (e non a sperare!), lì avete anche ini-
ziato a prendervi la responsabilità della vostra
vita, avete trovato la forza per combattere con
i vostri pregiudizi che fino a quel momento vi
hanno schiacciati. Si, i vostri pregiudizi, su
voi stessi, quelli che non vi permettevano di
sognare. I vostri percorsi hanno qualcosa in
comune: forse proprio la novità del sogno, la
possibilità che vi siete dati. “Personaggi” orig-
inali e bizzarri, ognuno a modo suo, anche nel
percorso in comunità!
Ritrovare il senso, sognare il mai sperato,
impegnarsi per raggiungerlo, prendersi la
responsabilità di esso, siete riusciti a ribaltare
il tavolo, ragazzi!
Disgregando l’irreale, per costruire una realtà
nuova e tutta vostra.
I pezzi sono gli stessi, vi sono sempre appar-
tenuti: mancava il sogno per metterli insieme!
Cronache di un sogno
Michela
anche detta “Bella non è”. Finalmente
hai capito che Pagliare è molto meglio di
Londra e anche di Modena perchè a Pagliare
c’è sempre il sole e quando ti affacci dal bal-
cone ci puoi salutare. Cara Miki ne abbiamo
passate insieme, lo racconti spesso alle ragaz-
ze più giovani di quanto è stata dura per te,
arrivata barcollando sui tacchi alti, dopo una
lunga serie di alti e bassi, e di tormentati (per
noi) turni cucina, ora puoi ordinare la pizza a
domicilio e goderti la tua splendida Mia, nel
Speciale
dimissioni
frattempo diventata una vera Miss a metà
strada tra Pagliare e Londra.
Irene
l’astrologa-maga, esperta di fasi lunari,
alchimista e botanica, aveva avviato un labo-
ratorio del piccolo chimico nel ripostiglio del
Lavasbianca, dove la potevi trovare nascosta
a fare esperimenti (e non abbiamo mai capito
cos’altro) a tutte le ore persino alle 2.00 di
notte. Ora vive in campagna con il suo ometto
Riki e si è trasformata da “raver-festaiola” in
mamma-casalinga-lavoratrice... Come è stra-
na la vita! Ti facciamo un grande in bocca al
lupo e speriamo che la luna ti porti fortuna.
Alice
, finalmente è arrivata anche lei, dopo
aver seminato vestiti, pupazzi e palle di vetro
natalizie per la ct, lascia un vuoto grandissi-
mo in noi tutte. La nostra Alice ha raccolto le
sue cose (soltanto 27 scatoloni) ed è andata
ad abitare... a due passi da quì... Così può
continuare a deliziarci con la sua fantastica
carbonara o aggiornarci sugli sconti di Acqua
e Sapone. Come faremmo senza di te! Anche
Pina ha deciso che quando non avrai più biso-
gno di lei potrà ritirarsi per il resto della vita ai
Caraibi...
Claudia
. Si scrive Claudia si legge “una ne
pensa e cento ne fa”. Arrivata quì direttamente
da Ancona, una vera donna di mare che ha
saputo adattarsi a tutto senza rinunciare al suo
spirito da capitano. Da grande lavoratrice ha
sempre pensato che dopo il dovere c’è sempre
il piacere. Ed anche se la Federici le ripeteva in
continuazione che la musica è finita, lei non ci
ha creduto ed è riuscita nell’impresa impossi-
bile di trasformare la pulizia cucina in un party
o lavare il furgone in una gara di gavettoni a
ferragosto. Cara Clà facci sognare... perchè la
musica cambia in comunità ma è molto meglio
di quella che ascoltavamo prima!
Elena
Sociologa-intellettuale, dopo che ci ha
detto di aver fatto i biscotti per Viola e Stella
abbiamo scoperto (anche se Pina dice di no)
che i miracoli esistono e noi ci crediamo (per
forza visto l’elenco dimesse di quest’anno).
Scherzi a parte, ci manchi. Ci mancano le tue
creazioni per il laboratorio e anche le tue dis-
sertazioni su problematiche esistenziali, quali
l’ansia da stendino asciutto o da aiuto-cuci-
na-proprio-il-giorno-prima-della-verifica. Beh!
Ele quel giorno è arrivato! Puoi mandare tutti a
cuocersi le frittelle a casa loro!!! Che tra l’altro
il fritto fà male...
Una pagina autentica
Di : Nicola, Luigino, Luca, Emiliano, Paolo.
Sperare di esservi stati utili, esservi serviti,
per recuperare. Pensare a cosa vi necessitava
e cosa, invece, necessitava a noi, cosi che ve
lo abbiamo offerto in un maternage candido
con un retrogusto di onnipotenza terapeutica.
Ci chiediamo se quello che ci ha guidato è
stata “la strada semplice” tramite la nostra
rabbia
che ha risposto alla vostra rabbia,
quando necessitavamo di entrare nei man-
ieri abitati da anacoreti disillusi quali eravate
all’inizio.
E se anche la
paura
fa parte di una strada
semplice, quando cercavamo di farvi capire
che la vita non potevate viverla con il timore
di cio’ che non conoscevate o era oscuro
all’esperienza.
Sicuramente la
gioia
, si, tocca la semplicità,
nelle comunicazioni benefiche tra cuore e
mente…
E l’avete ingannata per una intera vita, nelle
paure croniche, le fughe disperate e le picco-
le follie permanenti.
Allora, se rifletto, adesso, e penso a come
siete giunti allo svincolo, mi rispondo che
questo è stato possibile, perché ognuno ha
avuto il coraggio di osservare cosa accadeva
“dentro” nella ricerca dell’autenticità.
Noi ci abbiamo creduto, e ancora è cosi, che
sviluppare il potenziale espressivo e valoriz-
zare le risorse di ognuno vuole poter dire dare
voce alla
crisi
,
alla
rottura
,
alle
paure
ed alla
rabbia
ed anche all’
insalata di parole
( dei
deliri nelle sospensioni di terapia) che parlano
anche se con codici diversi.
Vi abbiamo rispettato nei movimenti naturali
ed innaturali, dando valore alle differenze.
E siamo stati una gigantesca e morbida
gomma da cancellare, per dirvi che è possi-
bile sbagliare e riscrivere, che nulla è perfetto
e che una bella copia, a volte, attende molte
prove.
Ma soprattutto abbiamo conservato le pagine
scritte di intozzature e piastricci grafici, per
non dimenticare, che le mancanze di aderen-
za ai propri progetti di vita, altro non sono,
che ricerche di pagine scritte con le proprie
mani e pensate con il proprio animo.
“ gli operatori di Casa Aquilone”
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