Il Monastero - Il restauro - page 75

fondo alla navata, sull’angolo di sinistra, c’era ancora il fonte
battesimale che poggiava su una parete dipinta con l’imma-
gine di San Giovanni che battezza il Cristo. Vi era un solo
confessionale. Il tetto della chiesa era ancora a vista e si ordi-
nava di chiudere i fori da cui entravano i piccioni. C’era
ancora la torre con le sue due campane
22
. Sulla controfaccia-
ta, in questo periodo, fu inserita l’acquasantiera in travertino
al cui fianco fu poi collocato il medaglione in ricordo del giu-
bileo del 1900.
I lavori eseguiti non risultarono di buona qualità in
quanto già nella visita pastorale del 20 settembre 1702 la volta
sopra l’altare maggiore presentava delle lesioni e si ordinava,
sentiti dei periti, di restaurarla o demolirla. Si ordinava inoltre
di riparare l’abitazione del parroco don Antonio Vannarelli
23
.
Non si hanno indicazioni sulle condizioni statiche
della chiesa e della torre dopo le scosse sismiche del 14 gen-
naio e 2 febbraio 1703, poiché nella visita pastorale del 19
ottobre 1711 si ordinava solo di riportare sull’altare maggio-
re il tabernacolo, trasferito in seguito al terremoto nel vicino
oratorio di Santa Maria delle Grazie. In questa visita e in
quella successiva del 25 settembre 1720 si ispezionava il
Sacrarium
, da identificarsi con il locale retrostante l’altare
dove era collocato l’armadio con i paramenti, le suppellettili
sacre e i libri della parrocchia
24
.
Nella visita pastorale del 6 ottobre 1730 il parroco
Vannarelli riferiva che molti anni prima era andato perduto
l’archivio parrocchiale in seguito ad un incendio accidentale.
Si fa riferimento alla sacrestia solo per l’ispezione ai paramen-
ti sacri e ciò lascia supporre che l’armadio fosse ancora posto
dietro l’altare.
Nella visita pastorale del 18 agosto 1733 si ordinava di
rinforzare i muri della sacrestia e di applicare le grate con la
tela cerata alla finestra posta dietro l’altare e all’altra all’ingres-
so della chiesa
25
. Poiché si indica la finestra dell’abside distin-
ta dalla sacrestia e considerato che alla morte di don Antonio
Vannarelli lo spazio dietro l’altare accoglieva le sue spoglie,
suggellate da una pietra sepolcrale, si può dedurre che la sacre-
stia con l’armadio dei paramenti sacri fosse stata ricavata ai
piedi della torre campanaria.
Nella bolla del 25 febbraio 1736 il cardinale Francesco
Barberino, vescovo di Ostia e di Velletri e abate di Farfa, con-
feriva la parrocchia di San Benedetto in Valledacqua a don
Giovanni Porfidi di Forcella e riconfermava il giuspatronato
alla famiglia Sgariglia e agli altri compatroni
26
.
Nella successiva visita pastorale del 22 agosto 1736 si
ordinava di mettere i vetri alle stesse finestre, di riparare il
tetto e di realizzare un nuovo confessionale
27
.
A questo periodo risale la trasformazione dell’abitazio-
ne del preposto, come testimonia la data 1738 scolpita sull'ar-
chitrave di una finestra del primo piano del lato ovest e, forse,
la riduzione in altezza della torre campanaria, l’ampliamento
della sacrestia, coperta da una volta a botte, con la costruzio-
75
a sinistro
Acquasantiera, 1976
sotto
Fonte battesimale, 1976
1...,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74 76,77,78,79,80,81,82,83,84,85,...180
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