Il Monastero - Il restauro - page 74

risiedeva ed erano state vendute due campane per pagare i
lavori di sistemazione del pavimento della chiesa. Nella visi-
ta di mons. Aragona del 23 luglio 1580 si proponeva di tra-
sferire la parrocchia nella vicina chiesa di
S. Iusta
e, sentiti
duos fabros murarios
, il
Magister Laurentius Scorzi lombardus
e il
Magister Iacobus lombardus
, si decideva di abbattere le
parti più pericolanti della costruzione e di ridurne le
dimensioni.
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Nulla si sa sui lavori eseguiti negli anni successivi, ma
nella visita pastorale del 1595 si ordinava ancora di riparare
il tetto, intonacare le pareti e imbiancare la sacrestia, mettere
una porticina con la chiave per la finestrella degli oli sacri
sulla parete nord del presbiterio, sistemare il confessionale,
realizzare un armadio per i paramenti sacri e affrescare la
figura di San Giovanni dietro al fonte battesimale
19
. Non
sappiamo se a quella data il fonte battesimale occupasse
ancora la posizione a sinistra dell’ingresso, a fianco del
sacra-
rium
, o fosse stato già collocato di fronte alla porta tampona-
ta che collegava l’interno della navata con il monastero. Dalla
descrizione non emergono elementi utili per la collocazione
della sacrestia, che successivamente sarà prima indicata nel
locale tra l’altare e l’abside e poi alla destra del presbiterio,
alla base della torre campanaria.
Nella visita pastorale del 28 settembre 1605 si ordinava
di ampliare il piede dell’altare a conseguente grandezza della
mensa e di dipingere il gradino di legno sopra di esso
20
.
Solo dopo il 1605, il rettore Sofia iniziava a raccoglie-
re i fondi per restaurare l’abitazione, la chiesa e realizzare una
volta sopra l’altare
21
.
Non si hanno notizie sull'esecuzione dei lavori che
probabilmente interessarono la demolizione di gran parte del
monastero e la sua riduzione alla forma attuale.
A nord venne sistemata la zona presbiteriale esterna
con la realizzazione del paramento murario che ingloba ele-
menti di recupero tra cui, in basso, un particolare concio con
cinque scanalature parallele.
Il monastero fu ridotto all’attuale fabbricato. Al di
sopra dei locali del primo livello fu ricavato un piano con
accesso diretto dall’esterno, forse ad uso esclusivo del colono.
Nei due piani superiori fu collocata l’abitazione del parroco
con l’ingresso posto a livello del sagrato, a ridosso della fac-
ciata della chiesa.
Dalla dettagliata visita pastorale del 31 agosto 1685 si
apprende che era stata realizzata la volta a botte,
testudo
,
sopra l'altare maggiore, impostata sui muri laterali più spessi
del presbiterio e solamente appoggiata alla parete absidale
esistente, che era già stata intonacata e imbiancata. Vi era un
solo altare con l’immagine di San Benedetto in ginocchio
davanti al Crocifisso e si poteva accedere sul retro dell’altare
dove era collocato un armadio ligneo per i paramenti sacri. Si
deduce che l’antica sacrestia non fosse più in uso, tanto che
si ordinava di mettere il vetro alla finestrella dell’abside. In
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