Itaca n.2 - page 10

[10]
cultura · affabulazioni
Il convegno “Osserva, Immagina, CREA”
che si è tenuto mercoledì 19 novembre
ha l’obiettivo di riemettere al centro, delle
politiche socio sanitarie e terapeutiche, la
dignità della persona e il carattere valoriale
dell’intervento all’interno del sistema delle
dipendenze patologiche, grazie anche
al contributo degli ospiti eccellenti, Vito
Mancuso e Giuseppe Frangi. Attraverso i
suoi percorsi, “Osserva, immagina CREA”,
ha lo scopo di rispondere ad uno “stato
di necessità”. Uno stato che è dunque la
ricerca dell’equilibrio fra sapere e sentire,
fra tecnicismo e bisogno, per redigere
un documento programmatico o meglio
carta etica, che faccia innanzi tutto da
spartiacque con quanto è stato fatto in
passato.
Silvio Cattarina, Gainluca Busilacchi, Vito
Mancuso, Giuseppe Frangi, Riccardo Sollini,
Marco Nocchi. Racconto “stenografico”.
Di Antonella Fortuna
Primo intervento
“Un pensiero sul senso della Comunità”
Silvio Cattarina
“La Comunità è un’esperienza significativa ed
uno strumento che ti induce ad incontrarti.
C’è toccato di finirci dentro, sin da piccoli.
L’esperienza, la professionalità, sono andate
a fecondare diversi campi scientifici. Ma se ci
chiedessero di delineare il valore del sistema
comunitario con domande da porsi quali:
esistono elementi che valutano efficacia ed
efficienza? - Come valutare la motivazione
degli operatori?
Non dimentichiamo le parole degli ospiti che
a volte chiedono tutto.
Perché fai questo
per me? - Ci sarai sempre per me?
-
Sostanzialmente la comunità è quel luogo
dove le persone sono al centro. La parola
Comunità significa:
davanti a un dono
. Ma
c’è fecondità anche nel dolore, nella sconfitta
e nel fallimento?- Qual è il senso?
La comunità custodisce il cuore dell’uomo
come luogo di altissima intensità relazionale.
E poi l’accoglienza.
Deve accogliere tutto di
me, e sempre (se piove, c’è il sole, è giorno,
è notte).
Noi accogliamo i ragazzi, ma anche i ragazzi
accolgono noi.
Spesso non sanno neanche dove hanno le
tasche, come ci si relaziona con l’altro, non
conoscono il merito della prossimità e il
lenimento del soccorso .
La Comunità è una vasta avventura di forza,
coraggio, bene e bellezza. È farsi carico di tutti
i bisogni del cuore dell’uomo.”
Secondo intervento
“La doppia diagnosi e le madri
tossicodipendenti con figli”
Gianluca Busilacchi
“Nella L. 20 del Socio-sanitario i comuni si sono
occupati delle strutture sociali.
Le leggi sono ferme dal 2002 e vanno
modificate. L’idea è di migliorare il sistema
di accreditamento. La proposta di legge per
la giunta deve poter riguardare: la questione
Doppia Diagnosi e le madri tossicodipendenti
con figli. C’è quindi necessità di rinnovare la
legge e rinominare le situazioni sopracitate. Nel
1999 avviene una riconversione sperimentale
successivamente la retta per la doppia diagnosi
viene maggiorata. L’impegno che mi prendo
oggi è di proporre una modifica secca della
Legge 5 inserendo le due fattispecie ovvero la
doppia diagnosi e le madri tossicodipendenti
con figli.”
Terzo intervento
“Curare la vita” -
Vito Mancuso
“Oggi parlerò del senso della presa in carico
della persona e i valori di riferimento. Cercherò
di parlare di ciò attraverso:
A.
Con le parole cercherò di trovare l’origine;
B.
Descriverò l’obiezione della cultura in merito
alla presa in carico;
C.
Elencherò alcuni argomenti che smontano
le obiezioni;
D.
Rifletterò su cosa è importante per rimanere
umani.
A.
Dunque bisogna tentare di fondare il bene
e la relazione che produce il bene, la giustizia
e la relazione che produce la giustizia. Ma
dico giustizia e non legalità perché non sono
la stessa cosa.
Molte cose efferate sono state eseguite
legalmente. Pensiamo alle radici del nostro
mondo: Socrate (Atene) / Gesù (Gerusalemme).
Entrambi sono stati uccisi legalmente. Giustizia
c’è solo quando si compie e produce il bene.
La relazione di aiuto fa pensare alle mani e al
cuore. Entrambe si muovono sulla base delle
idee rispetto a come vedi il mondo. La visione
di noi all’interno del mondo.
B.
Ma per quale motivo dovrei prendermi
cura dei deboli e dei malriusciti? - È bene
sbarazzarsene ed allocare le risorse in senso
produttivo. Uno dei casi più emblematici,
a mio avviso, è l’individuo che ha una
malattia genetica. La malattia li definisce
come handicappati. Dalle origini il pensiero
di sbarazzarsi del debole era presente.
Ricordiamo la scuola di Atene, in cui Platone
tendeva le mani in altro verso la trascendenza
e Aristotele la mano verso il basso ovvero la
terra. Ma Platone nella sua città ideale, la Polis
(Libro V^ della Repubblica, 459 E) definiva
i migliori come i forti e gli uomini ideali. I
malformati dovranno essere “nascosti” per
ragioni di convenienza lontano dalla città per
poi venire soppressi in maniera subitanea.
Tutto per pensare al bene comune.
Anche Aristotele riteneva la necessità di una
legge che vietasse l’allevamento dei figli
handicappati.
Anche Cicerone cita le 12 Tavole del diritto
romano in cui si afferma che un bambino
deforme deve essere ucciso. Un salto di
tempo, ed arriviamo nell’800 in cui si va verso
l’idea della presa in carico. Lo stesso Nietzche
sposa l’idea darwiniana del più forte (nel libro
“La maledizione dell’Anticristo” del 1887) “I
deboli e mal riusciti devono morire. Questo è
dare aiuto agli uomini”. Poi Hitler e Mussolini
presero tale idea come sacra. Nietzche era
convinto che veramente così avrebbe mostrato
amore per l’umanità sbarazzandosi dei deboli
a favore dei forti. È una giusta legge di natura.
C.
Ma la presa in carico è qualcosa di
naturale?- Diventiamo più conformi alla nostra
natura o ci snaturiamoci? - Solo nel 900 la
presa in carico diventa reale. Il secolo dei diritti
dell’uomo (10 dicembre 1948) in cui vengono
sanciti: il voto alle donne, il diritto sindacale
etc. Avviene cioè un lavoro di riscatto delle
minoranze. Ma noi così non ci snaturiamo, ci
compiamo e tenterò di dimostrarvelo con due
argomenti (una favola e dati scientifici).
La favola:
Heidegger
(cita nel paragrafo 42
di “Essere e tempo”) la raccolta di fiabe di un
autore sconosciuto dal nome di
Igino
. Nella
fiaba ci sono cinque protagonisti:
La cura
mentre attraversa un fiume sgorga
del fango sulla riva e da esso forma creando
un essere;
Giove
interviene ed infonde lo spirito al fango
ma poi litiga con la cura perché entrambi
vogliono dare all’essere il proprio nome.
Interviene allora la
Terra
: rivendicando di aver
fornito la materia prima.
Eleggono a giudice
Saturno
, il quale sentenzia:
- tu Giove hai dato lo spirito e riceverai il suo
spirito alla fine;
- tu Terra hai fornito la materia e riavrai il suo
corpo;
- tu Cura gli darai il tuo nome perché hai
plasmato l’uomo.
Perché
Omo
(
Humus
) è Cura, la madre è cura.
Siamo composti (terra e spirito / luce e tenebre
/ bene e male)
Siamo desiderio di dare e ricevere calore.
Perché la vita è calore. La vita è movimento
perché si passa da una situazione all’altra.
Curare la vita è uguale a conservare il
calore.
Per la scienza tutto è aggregazione di
particelle
che rimandano a un’
onda
. Non solo
i corpi, quindi, riguardano l’energia la quale si
può
consolidare
con la
relazione
.
Qualunque cosa esiste, sussiste con la
relazionalità
. Con questo si diventa
uomini
.
“I care” capacità di cooperazione. Più
riproduciamo questo e più stiamo bene. Se
si è in
relazione armoniosa
con gli altri,
si produce
benessere
.
Ma la domanda è:
“Perché proprio i più deboli?
La risposta è che tutti siamo
vite ferite
.
Pensiamo a tutte le nostre ferite: la nascita /
il corpo non riconciliato / il nome o il corpo
che non si accetta / l’alimentarsi con altre
vite (animali) / la psiche (conflitti e meandri) / i
sentimenti (l’amore che lacera e fa sanguinare)
/ l’economia (continua lotta e guerra tra
concorrenze) e poi la politica / cultura, le
religioni. Le ferite della vita vanno
curate.
E una società che si occupa di chi è debole
è
umana
.
“Siamo arcipelaghi e per liberarsi dal dolore
è necessario accogliere nel proprio cuore
tutte le persone dell’universo”
(Monaco Tibetano)
Quarto intervento
“Perché camminando si aprono nuovi
cammini -
Giuseppe Frangi
La riforma del Terzo Settore cerca di cambiare
il contesto e vuole nuovi alleati.
Per essere
egemoni
vi è bisogno di
soggetti
nuovi per costruire consensi.
Renzi
(ad
esempio) fa molto leva sul Terzo Settore in un
percorso pensato e condiviso poi, ma la prima
mossa arriva dalla politica. In questi ultimi 20
anni il Terzo Settore:
- Ha
operato
su disegni stabiliti da altri
(vivendo delle fatiche burocratiche e delle
privazioni decisionali).
- Ha evinto una forte crescita il settore
cooperativistico
senza però riuscire ad
imporsi come soggetto pubblico e politico;
- Le
ONG
impegnate sul come finanziarsi,
hanno perso di vista il “perché finanziarsi”.
Stiamo per fare una esperienza di
Happy
Forum
(ossia 20 realtà replicabili). Questa
recente è in una scuola aperta a Cadeo in cui
il preside e le famiglie si mettono in gioco e
nasce una biblioteca per gli esterni, idonea
ai disabili. Questa è la realtà che nasce dalla
base, per poi fornire spunti ed esprimere
bisogni alle grandi organizzazioni.
La riforma ha la visione di toccare la realtà del
territorio ed introdurre imprese sociali che si
misurano con la possibilità di rendite a lungo
termine. Inoltre vuole investire su un’azione:
- Educativa e cioè chiamare nuove generazioni
a prendersi cura (servizio civileuniversale) con
cofinanziamenti pubblico-privato;
- Dare un senso al 5 per 1000: la politica
tremontiana non ha mai reso chiare le linee di
intervento;
- Essere modello: di uno sviluppo intelligente
che trasformi i problemi in
risorse
.
Perché camminando si aprono nuovi cammini
e prospettive. Anche papa Francesco vive
nelle relazioni e crede in ciò; nelle sue omelie
di quattro ore, tre quarti sono dedicati al
parlato. Il resto al rapporto “face to face”.
Quinto intervento.
L’Osservatorio -
Riccardo Sollini
Il sito OED, segue il trend costante per
decessi da overdose. L’anno scorso le Marche
risultavano al II^ posto. Il trend dei sequestri è
cresciuto per eroina e cocaina. Nelle Marche
è aumentato del triplo per la marijuana. La
distribuzione per fasce di età: 16 - 20 anni con
maggiori consumi di eroina, cocaina e alcool.
L’età media in comunità va di 21 ai 45 anni.
Per il 61% non ha legami (celibe)
La scolarizzazione: media inferiore 44%,
media superiore 20%, non occupati 88%.
Per quanto riguarda la situazione giudiziaria
il 27% ha un provvedimento. Mentre per gli
esiti, il 37% arriva a fine programma, ed il 33%
abbandona il programma. Infatti le giornate di
presenza nel 2014 subiscono un calo del 15%
(43.630) rispetto al 2012 (51.601).
Sesto intervento
Un bilancio di 10 anni (2004 - 2014) a bordo
del 747 -
Marco Nocchi
Cosa è avvenuto in dieci anni nell’atto di
riordino della Giunta Regionale della Legge
747?
2004 - 2014:
aumento della retta 228/2005,
prevenzione adolescenti, info agli operatori,
budget per le dipendenze patologiche.
2007:
riclassificazione dell’offerta e dell’analisi
del fabbisogno
2008:
approvazioneSIND=Sistema Informativo
Nazionale delle Dipendenze, trasferimento
lavoro sperimentale dei tossicodipendenti
detenuti.
2009:
ri-aumento della retta (specifica in
doppia diagnosi), definizione dei percorsi
assistenziali.
2010:
piano formativo degli operatori DDP.
Accordo CREA / Asur
: fatturazione diretta,
budget, riduzione della mobilità passiva,
O.E.D.
2013:
revisione 747 - Accordo sui progetti
speciali.
2014:
progetto prevenzione GAP, progetto
sport e droghe, progetto “pulizia sponde
fiumi”, progetti speciali EA, Ippocrate.
Le criticità:
resistenze al cambiamento,
problemi gestionali ed amministrativi (es: i
soldi non spesi vanno resi dal 2015), sistema
informativo critico, eterogeneità delle
performance
I risultati:
grande partecipazione e sempre
nuovi progetti.
Le prospettive:
le risorse verranno gestite nelle
annualità, verranno incentivate le eccellenze
e i virtuosi; nuovo accordo Regione/CREA/
Asur, per il Piano 2015 - 2017; riattivazione
dei rapporti con il Dipartimento delle Politiche
Antidroga.
Io mi prendo cura
alcune immagini del comitato e del convegno
nella pagina a fianco manifesto pubblicitario Convegno CREA
1,2,3,4,5,6,7,8,9 11,12,13,14,15,16
Powered by FlippingBook