Itaca n. 11 - page 1

Magazine
Luglio 2019
Eugenio Borgna, 89 anni,
è uno dei maggiori psichiatri
italiani. Ha scritto libri che
sono preziosi vademecum per
chiunque si muova con passione
nel sociale. Se c’è una parola
che fa da filo conduttore a tutte
le sue riflessione è “fragilità”.
Intorno a questa parola
lo abbiamo sentito.
ella sua vita ha sempre avu-
to a che fare con la fragilità.
Che cosa le hanno insegna-
to queste esperienze?
Che la fragilità non è solo una condizione di alcuni
meno fortunati ma è la condizione di tutti. La fragi-
lità fa parte della vita, ne è una delle strutture por-
tanti, una delle radici ontologiche. Cosa sarebbe la
condizione umana stralciata dalla fragilità e dalla
sensibilità, dalla debolezza e dalla instabilità, dalla
vulnerabilità e dalla finitudine, e insieme dalla nostal-
gia e dall’ansia di un infinito anelato e mai raggiunto?
La fragilità ha più volti; è una linea oscillante e zigza-
gante. C’è la fragilità che è come grazia,come linea
luminosa della vita, che si costituisce come il noccio-
lo tematico di esperienze fondamentali di ogni età
della vita. E c’è la fragilità come ombra, come notte
oscura dell’anima, che incrina le relazioni umane e
le rende intermittenti e precarie, incapaci di tenuta
emozionale e di fedeltà. Il problema è che spesso la
coscienza della nostra fragilità e della nostra vulnera-
bilità ci paralizza: siamo impauriti dall’ipotesi di non
essere accettati nelle nostre insicurezze e nel nostro
bisogno di ascolto.
Di Giuseppe Frangi
Segue a pagina 6
6/7 luglio 2019
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