Il Monastero - Il restauro - page 137

sono inseriti conci di affreschi quattrocenteschi. Dato confer-
mato anche dalla visita pastorale del 1580 di Mons. Aragona,
dove oltre a raccontare le antiche origini del complesso mona-
stico invita a continuare ad utilizzare gli antichi ossari della
chiesa, notizia che confermerebbe l’esistenza degli ossari più
antichi (1, 2, 3, 4, 7) già nel cinquecento
12
.
Nella stessa visita pastorale sono descritte le pessime
condizioni del complesso monastico tanto da chiedere a due
maestri lombardi di intervenire sulle molte crepe esistenti sui
muri degli edifici. E’ in questo periodo che vennero probabil-
mente fatti diversi lavori di ristrutturazione nella chiesa e nel-
l’area della sagrestia. Quest’ultima fu probabilmente ampliata
e portata al perimetro attuale.
Le fondazioni della sagrestia hanno intaccato, in manie-
ra consistente, l’area di sepolture che doveva svilupparsi nella
zona SE della chiesa.
Ai lati della Chiesa si addossarono edifici abitativi che poi
nel corso dei secoli successivi sono stati ampliati e modificati.
A Sud la costruzione dei muri perimetrali degli edifici
hanno intaccato una vasta area di sepolture.
Non ci sono trasformazioni considerevoli del comples-
so abbaziale, fino alla metà del 1700, in cui tra i vari cambia-
menti nella chiesa vi è quello di un nuovo pavimento e l’am-
pliamento della sagrestia
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. Sebbene non siano state indivi-
duate altre pavimentazioni, i frequenti interventi nella chiesa
testimoniati anche dalle visite pastorali, attestano, al contra-
rio, l’esistenza di più pavimenti di cui non si ha più traccia.
Inoltre il muro di sottofondazione ubicato a ridosso della
parete W della chiesa munito di due gradini lascia ipotizzare
una quota più bassa di una delle pavimentazioni.
Lavori di ristrutturazione dové subire anche l’edificio a N
della chiesa, probabilmente costruito dopo l’ampliamento della
Chiesa, così come attesta la data 1738 scolpita sull’architrave.
È del ‘700 anche la lapide ubicata nell’abside, tolta
negli anni ’80, dedicata ad Antonio Vannarelli, preposto di
Valledacqua dal 1710 al 1736, la cui sepoltura ha intaccato
tombe più antiche.
Diversi sono gli interventi avvenuti nel corso del 1800
tra cui: la costruzione della tomba 6 di
Bernardinus De Angelis
datata al 1835, gli ossari 5 e 6 di cui uno datato 1857, gli alta-
ri laterali e la nuova pavimentazione in cotto, di cui una mat-
tonella reca la data 1856. La costruzione degli ossari stravolge
diverse sepolture sviluppatesi nell’area W.
All’esterno nella zona dell’ingresso, viene realizzata una
pavimentazione in ciottoli a forma di conchiglia.
Nella zona N, tra l’edificio a W e la chiesa, risalgono alla
seconda metà dell’Ottocento quattro muri relativi ad un
ambiente quadrato pavimentato con ciottoli e due vasche adi-
bite a stalla
14
.
Nell’area S è stata rintracciata una struttura circolare in
ciottoli, ubicata nelle vicinanze degli edifici che, in base al
riempimento sembra identificabile come focolare. Alcuni
contadini della zona hanno riconosciuto la struttura come
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Fossa individuata in prossimità della sacrestia nella zona sud,
la struttura fa ipotizzare che sia un focolare per il vino cotto
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