Il Monastero - Il restauro - page 136

Con molta probabilità, già il primo ampliamento della
chiesa potrebbe avere inciso una vasta area di sepolture, svi-
luppatasi intorno a tutta la chiesa, così come confermano i
ritrovamenti di tombe, per lo più sconvolte, attorno al peri-
metro della chiesa e nella sagrestia.
Se d’altronde l’utilizzo dell’area di una chiesa come
luogo di sepoltura non sembra così inusuale, al contrario i
livellamenti della chiesa con la presenza di centinaia di sche-
letri sconnessi risultano alquanto strani.
La grande quantità di ossa rintracciate lascia supporre
che assieme alla comunità dei monaci venissero sepolti anche
gli abitanti della zona. Il dato sembra peraltro confermato
dalla presenza di sepolture di bambini e dall’esistenza di
numerose piccole frazioni, di origini antiche, sparse nel terri-
torio limitrofo l’abbazia, per le quali il complesso monastico
doveva essere un importante punto di riferimento.
Alle fasi di sepolture a terra, di cui si ha testimonianza,
si sono aggiunti, nel corso dei secoli, gli ossari ubicati all’in-
terno della Chiesa. Nella loro documentazione sono stati rin-
tracciati due differenti tipologie: la più antica con volta a
botte e camera rettangolare, la più recente con volta piatta e
camera quadrata. Tutti sono stati costruiti dentro il taglio di
fondazione e solo nei più antichi si rintraccia una tecnica di
costruzione più precisa. La quantità di scheletri contenuta in
ciascun ossario testimonia un loro utilizzo costante, peraltro
documentata anche dalle visite pastorali del XVI secolo
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.
L’ossario più antico risulta il 7. È collocato in posizione
centrale, tra il presbiterio e la navata, dovrebbe essere stato
costruito dopo il primo ampliamento della chiesa tra il XIII e il
XIV secolo. A questa fase sembrano appartenere anche la pavi-
mentazione in pietre squadrate e la fondazione dell’altare in cui
è stato rintracciato un concio affrescato simile a quelli dell’O7.
Successivamente nel corso del XV-XVI secolo deve esse-
re avvenuta l’aggiunta degli ossari “gemelli” 1, 2, 3 e 4, su cui
Scoperta della calcara, probabilmente utilizzata
nella costruzione dell’antica abbazia del secolo XI,
nell’area esterna a sud della chiesa
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