Il Monastero - Il restauro - page 111

e con percorsi pavimentati con lastre di travertino grezze poste
su un sottofondo di sabbia, al di sopra di una base di breccio-
ne stabilizzato e livellato. Un teatro all’aperto è stato previsto
nella concavità naturale posta a sud-ovest dell’area del com-
plesso monastico, all’interno del semicerchio delle querce
secolari che conclude nel verde la trasformazione della casa
colonica divenuta un’accogliente foresteria dotata di sale poli-
valenti e servizi.
Il monastero di San Benedetto, costruito a ridosso
della scarpata sul versante sinistro del fosso di Luco, era da
tempo minacciato dalla lenta ed inesorabile erosione causata
dal corso delle acque. La scarpata, al di sotto del fronte est del
monastero, dopo il terremoto risultava instabile e si è quindi
deciso di intervenire lungo il letto del fosso con opere di pro-
tezione dall’erosione e di sostegno per bloccare l’evoluzione
morfologica della parte superficiale del terreno, molto incli-
nata e ricca di vegetazione. Una gabbionata è stata realizzata
sulla sponda sinistra del fosso seguendo il naturale andamen-
to del letto a partire dall’affioramento roccioso in prossimità
del ponte, a monte della chiesa, fino ad arrivare al di sotto
della parte più a valle del monastero con un numero sempre
più elevato di blocchi sovrapposti. La sovrapposizione delle
singole gabbie è stata sfalsata in modo da formare gradoni
che salgono sul versante leggermente inclinati verso il terre-
no, con la base interrata per proteggerla da erosioni future.
L’intervento inoltre tende ad impedire che le infiltrazioni
d’acqua giungano da monte fin sotto le fondamenta del
monastero. Le gabbionate, realizzate all’inizio dei lavori, alla
conclusione del restauro erano già ricoperte dalla vegetazione
naturale e ben inserite nel paesaggio circostante.
L'intervento di restauro è stato preceduto da un accura-
to puntellamento delle murature pericolanti, in particolare
della parete absidale, e dal montaggio di opportuni ponteggi
per l’esecuzione degli interventi prioritari sulle murature.
Si è passati poi alla rimozione dei materiali recuperati
all’interno del complesso architettonico e di quelli riguardanti i
crolli, con la cernita e lo stoccaggio dei materiali riutilizzabili.
Sono stati protetti gli affreschi quattrocenteschi posti
sulle pareti del presbiterio e sulle rimanenti parti degli intona-
ci sono stati eseguiti nuovi saggi che hanno individuato parti
affrescate di due figure femminili, una sulla parete absidale ed
una sulla parete sud della navata.
Ripristino della pavimentazione della chiesa:
vespaio e massetto, impianto termico, posa degli elementi originari
in travertino e in cotto
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