Congresso XIX documento 1

LAVORO E CONTRASTO ALLA PRECARIETA’ 1) Contrasto alla precarietà e allo sfruttamento Il lavoro fondato sulla Costituzione. Dare piena attuazione del dettato costituzionale significa mettere il diritto al lavoro, dignitoso e stabile, al centro delle scelte politiche del Paese. Significa contrastare, per via legislativa e contrattuale, la precarietà e liberare il lavoro dal ricatto e dallo sfruttamento, intervenire sulla riduzione delle tipologie, estendere le tutele ai lavoratori autonomi e subordinati, investire su accoglienza e integrazione dei cittadini migranti in termini di politiche strutturali e non inseguendo la logica della emergenza, favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, rafforzare l’intervento sulle politiche attive e sulla formazione permanente dentro le transizioni e le discontinuità lavorative. Precondizione di questi interventi sono gli investimenti, che devono essere orientati alla piena occupazione e il contrasto alla economia irregolare e al sommerso che sono il vero cancro della nostra società. Un mercato del lavoro più regolato e meno precario sono le prime risposte ai divari di genere e generazionali che devono essere superati. Come proposto con la Carta dei diritti devono essere individuati quei diritti universali che devono essere garantiti indipendentemente dalla qualificazione giuridica del rapporto di lavoro. Ridurre le tipologie contrattuali e limitare utilizzo di contratti a termine e forme precarie. Occorre abolire contratto a chiamata e le forme prive di contribuzione come le collaborazioni autonome occasionali, eliminare le clausole elastiche e flessibili dei part time in assenza di contrattazione collettiva, inserire la causale all’inizio dei contratti a termine che devono comunque essere ridotti per possibilità di utilizzo e durata, rendere impossibile l’utilizzo di nuovi contratti a termine in caso di reiterazione nei contratti sulla stessa mansione o di mancata stabilizzazione di una quota percentuale di quelli in essere. Il vincolo alla stabilizzazione va perseguito anche contrattualmente e devono essere rafforzate le tutele del part time verticale. Proponiamo di introdurre un contratto unico di ingresso a contenuto formativo con finalità di stabilità e di rafforzare la componente formativa dell’apprendistato. Queste due modalità che potranno variare per durata massima, platee di riferimento ed entità del tempo dedicato alla formazione sono incentivate e devono essere privilegiate in tutti gli inserimenti, reinserimenti nel mercato del lavoro. Il lavoro autonomo non può essere utilizzato come strumento di dumping sul costo del lavoro. E’ necessario introdurre l’equo compenso delle partite IVA, ordinistiche e non e intervenire su collaborazioni etero-organizzate eliminando o limitando le possibilità di deroghe. È necessario rafforzare il ruolo sindacale nella tutela, rappresentanza e presa in carico dei lavoratori disoccupati o in transizione rafforzando il nostro intervento e la nostra azione contrattuale di categoria, anche attraverso la bilateralità, e confederale attraverso il rafforzamento di Sol nelle politiche attive del lavoro, in particolare nell’orientamento al lavoro, alla formazione e alla riqualificazione. Per garantire ai lavoratori disabili il diritto al lavoro sia in ambito privato che pubblico riteniamo importante definire un piano per occupazione e assicurare garanzia di rispetto delle norme su inclusione lavorativa. Apprendimento in contesto lavorativo. È necessario eliminare l’obbligatorietà dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) e la precisa quantificazione delle ore restituendo alle scuole l'autonomia di progettare, sulla base di obiettivi ed esigenze coerenti con il curriculo, esperienze formative di qualità in alternanza scuola lavoro (ora PCTO), assicurando che ci sia da parte dei soggetti ospitanti il rispetto delle relative norme di sicurezza e in questa ottica devono anche essere eliminati i PCTO quale requisito 17

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