Itaca n. 4 - page 15

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vite straordinarie
Primo luglio 1998, Calabria ionica, una costa
tra le più belle, mare smeraldino e candore
della pietra che sembra Grecia. Riace è un
paese che conta una manciata di anime,
per la precisione 800, arroccato sulla costa
ionica fronte mare. È collocato su una delle
regioni italiane meno sviluppate. Mano
d’opera a basso costo, edilizia selvaggia,
colate di cemento, campo libero per le
mafie.
Di Mariapaola Modestini
Riace un paese quasi estinto, con attività com-
merciali che hanno chiuso i battenti.
Domenico Lucano, detto Mimmo, è un profes-
sore di chimica all’istituto tecnico della vicina
Roccella Jonica. Era appunto il primo luglio del
1998 quando i primi 300 kurdi tra donne uomi-
ni e bambini, sbarcarono sulle coste di Riace.
La prima destinazione temporanea è la Casa
del pellegrino che sorge vicino al santuario
di San Cosimo e Damiano, a due chilometri
da Riace, luogo dove ogni fine settembre si
riuniscono i Rom di Calabria e Sicilia. Una
festa che da decenni lega Rom ed abitanti di
Riace, in nome di un destino comune segnato
dall’emigrazione. Ed è qui su questa terra di
migranti che vengono accolti i 300 kurdi scap-
pati dalle persecuzioni. Gli occhi di
Mimmo
Lucano
incontrano quelli di questa moltitu-
dine colorata, e capisce che loro sarebbero
stati la salvezza di Riace. Passa l’estate tra
casa sua e il santuario, si immerge nella loro
cultura, li conosce e riconosce in loro le sue
stesse radici. Diventa amico dei migranti che
gli danno il nomignolo di
Mimmo il Kurdo
,
uno di loro. I kurdi dicono a Mimmo che Riace
è come il Kurdistan, deserta, solo che non ci
sono state guerre, per Mimmo è una frustata.
Riace è vuota le scuole chiudono, così come
gli esercizi commerciali. E se quel popolo
colorato venuto dal mare la ripopolasse? - Se
si trasformassero in artigiani, commercianti e
rianimassero un’economia morta?
Nel 2004 Mimmo il curdo si candida alle elezi-
oni comunali a capo di una lista civica con un
programma semplice: “trasformiamo i rifugiati
politici ed i migranti in cittadini di Riace” e
vince. Rintraccia a Napoli e a Roma i discen-
denti dei latifondisti di Riace, gli chiede di
cedere i palazzi in disuso, decadenti, e le vec-
chie cantine, ad un prezzo politico. Qualcuno
accetta ed offre i propri beni al Comune ad un
prezzo simbolico di un euro al mese. Banca
etica finanzia la ristrutturazione, il Viminale
iscrive Riace al programma SPRAR (sistema
protezione rifugiati richiedenti asilo) ed arriv-
ano nelle casse del comune di Riace 20 euro
al giorno a testa per rifugiato, da sottolineare
che i centri di identificazione ed espulsione
dove gli immigrati rimangono anche sei mesi,
costano ai contribuenti 120 euro al giorno per
immigrato.
Riace ottiene in tutto 120mila euro dal Viminale,
piccole cifre con le quali però Mimmo il Kurdo
risolleva l’economia di questo piccolo paese.
Le vecchie cantine abbandonate si trasforma-
no in laboratori artigiani.
Le scuole riaprono, riaprono gli esercizi com-
merciali, i bar i ristoranti, rientrano i riacesi
andati al nord per lavorare, rientrano a lavorare
con i migranti, e l’economia di Riace rinasce.
Il modello proposto da Mimmo il Kurdo funzi-
ona così bene che il prefetto che coordina il
piano SPRAR decide di allargare l’esperimento
ai comuni confinanti, altri 180 immigrati ven-
gono a popolare altri due comuni fantasma,
Mimmo il Kurdo costruisce una formula di
economia alternativa, e funziona.
I palazzi nobiliari in abbandono si trasformano
in alberghi diffusi, viene attivata la raccolta
differenziata con due asini governati da una
coppia di eritrei che raccolgono carta, plastica,
vetro porta a porta.
Il progetto di microeconomia locale di Mimmo,
è il manifesto di tutto ciò che è politicamente
e socialmente corretto. Questo piccolo eroe
delle terre della ‘ndrangheta ha cambiato rad-
icalmente la cultura e la politica di un pezzo
di Italia.
Postilla: nell’ottobre del 2011, il regista tedes-
co
Wim Wenders
decide di girare un corto-
metraggio sull’esperienza di Riace e di Mimmo
il Kurdo. Il cortometraggio ha come titolo “
Il
Volo
” perfetta sintesi di una storia di rinascita
possibile.
Trecento kurdi fra uomini donne e bambini
inform-azioni
Wim Wenders sul set del film “Il Volo”.
Nato con lo scopo principale di creare un
ambiente adeguato che coniugasse con
valore il supporto terapeutico e la sapienza
del lavoro artistico manuale, oggi Ama Arte
è un laboratorio artistico ed ergoterapico
prolifico di creazioni.
Uno stimolo alla “creazione” e alla riscoperta
del sé che comincia proprio dalla radice,
con questo scopo è nato nel 2011 Ama
Arte il laboratorio artistico della Cooperativa
Ama Aquilone. Dalla radice di ulivo scolpita
a mano alle tavole in castagno antico e poi la
terracotta, il legno, la paglia, il muschio e le
pietre in travertino locale.
La rappresentazione della Sacra Natività
è realizzata con la radice di ulivo e dopo
essere stata lavorata a mano viene appoggiata
su tavole antiche in legno di castagno. I
personaggi sono realizzati in terracotta e dipinti
a mano. La manualità al servizio della creatività
e soprattutto del “processo” creativo, tanto
simile a quello terapeutico che all’interno del
laboratorio si mescolano a favore di opere
artigianali preziose e uniche che caratterizzano
oggi la produzione presepiale italiana.
Attualmente il laboratorio rappresenta
un’attività rivolta ad un pubblico più ampio,
che prevede anche lavori su commissione o
personalizzazioni diverse, anche per gli oggetti
di design.
I presepi del laboratorio artistico Ama Arte
sono esposti presso Casa Ama in Contrada
Collecchio ed è possibile ordinarli su
Ama Arte, la radica di ulivo e le radici della creatività
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