Itaca n. 17

16 A R I E N T I , L ’ A R T E C H E O B B E D I S C E A L S O L E Cosa vuol dire per un artista far proprio il concetto di “cura”? Non può essere una preoccupazione programmatica; non basta mettersi, anche generosamente, al servizio di buone cause. Nell’esperienza artistica la “cura” è qualcosa che agisce dall’interno del processo creativo, che lo plasma, definendone il linguaggio e l’identità poetica. “Cura” non è qualcosa di intenzionale, ma qualcosa che deve essere introiettato. Ci sono delle spie che evidenziano la bontà di un percorso: ad esempio una sostanziale mitezza espressiva, un arretramento dell’ego dell’artista, che si concepisce come tramite e dimette il ruolo di primattore. È un profilo che corrisponde a Stefano Arienti, tra gli artisti più importanti oggi sulla scena in Italia. Mantovano, nato nel 1961, Arienti concepisce il suo operare sempre come un entrare in dialogo con la situazione in cui viene chiamato a intervenire. Una conferma la si ha vedendo la mostra che ha allestito nello scenario meraviglioso di Villa Carlotta, con il suo grande giardino affacciato sul Lago di Como. Per comporre i suoi interventi all’aperto, Arienti ha utilizzato piante, fiori, libri, oggetti di uso comune, sfalci, radici, materiale di riuso: la presenza degli interventi artistici innesca una visione caleidoscopica che entra in dialogo con le fioriture presenti nel parco, tra cui spiccano i colori di azalee, camelie e rododendri. Soprattutto Arienti lavora negli ultimi anni ispirandosi alle Meridiane: uno strumento che parla grazie alla luce del sole. Le sue Meridiane sono linee colorate disegnate seguendo ugualmente il muoversi del sole. L’opera è dunque realizzata obbedendo ad un fattore esterno che la fa essere. È la stessa logica che vediamo applicata a Villa Carlotta: un allineamento di gardenie dragon, l’opera è intitolata Linea, suggerisce la presenza di una meridiana naturale nell’aiuola, dove domina la presenza di una imponente palma del Cile; una seconda installazione, Riflesso, realizzata con nastri colorati disposti a raggiera, rievoca la luce di uno spettro solare, sovrastando la grande vasca che convoglia le acque per l’irrigazione della villa (la si vede in una delle foto in questa pagina). Nel Giardino dei Bambù l’artista ha allestito l’opera Nido dei libri, una struttura solida di forma circolare composta da libri e da materiale vegetale che, per le sue fattezze, può richiamare alla mente i nidi costruiti dagli uccelli. Ma gli interventi sono disposti anche nelle aree meno battute del giardino, per offrire una visione inedita sul parco e sul Lago di Como. Così Arienti è intervenuto nella zona alta dell’uliveto, allestendo in una piccola stalla delle Meridiane realizzate su telo antipolvere (ricalcando le ombre di rami e cespugli presenti a Villa Carlotta), e, al tempo stesso, nell’area bassa del giardino vecchio, in corrispondenza della Fontana dei Nani, dove allestisce le Alghe, formate da ritagli ottenuti con materiale plastico che assumono l’aspetto di organismi vegetali filiformi che, scendendo dalla fontana, assecondano il movimento delle piante (nella foto in questa pagina). Proprio la presenza dell’acqua, in quanto simbolo di rinascita, è una delle componenti ricorrenti che connette gli interventi realizzati da Arienti all’interno del giardino botanico. Giuseppe Frangi Stefano Arienti, Quadrante Solare. Villa Carlotta, Tremezzo (CO), 2023. ©Walter Carrera O S S I M O R I

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