Itaca n. 17

15 Ama Festival E, mentre per le Sacre Scritture lo specchio è simbolo epifanico della divinità che “creò l’uomo a sua immagine”, Genesi 1, 27, cioè come un suo riflesso, la poesia lo intreccia indissolubilmente alla fibra dell’umanità che, di quel Dio, anela a vedere il volto. Beatrice tutta nell’etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di là sù rimote: così descrive Dante il sole del Paradiso, vv. 64-66, come un riflesso che, dagli occhi di Beatrice ai suoi, rende esprimibile una visione inesprimibile. È miracolo del cuore che riposa, lo stesso che Salvatore Quasimodo descrive come un intimo appuntamento con il Mistero primaverile: … e sono quell’acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c’era. Specchio Talvolta la superficie specchiante è testimone dell’amore tra due creature terrene, così sconfinato da dilatare il tempo, come nei versi di Shakespeare Non mi convincerà lo specchio ch’io sono vecchio … Abbi tu, perciò, amor mio, cura di te come io ne avrò, non per me, ma per te, custodendo il tuo cuore, e ne avrò cura qual tenera nutrice che un bambino guardi dal male Sonetti, XXII, vv. 1-12; di dettagli, niente affatto trascurabili: a dirlo è addirittura una mistica, Simone Weil: Una bella donna, guardandosi allo specchio, può credere di essere soltanto quello; una donna brutta sa di non essere soltanto quello. È allora che il riflesso può diventare un metro di giudizio talmente feroce da non risparmiare neppure una dea. Penso a quella giovane candida, che i manuali tramandano come la Venere di Arles: la testa inclinata è rivolta alla sua mano sinistra, verso quello specchio che reggeva, e che oggi non esiste più, ma che il tempo ha eternato nella sua invisibilità. Un illustrazione di John Tenniel per Alice attraverso lo specchio Venere di Arles, marmo, I sec. a.C. Parmigianino, Autoritratto entro specchio, 1524 C’è chi lo specchio, poi, riesce ad oltrepassarlo, una bambina, per la precisione. Appena sei mesi dopo il suo viaggio nel Paese delle Meraviglie, mentre sonnecchia su una poltrona del suo salotto, Alice si chiede cosa mai potrà esserci dall’altra parte: “Facciamo che ci sia un modo per passarci attraverso… Ma guarda… si trasforma! Sarà facile passarci adesso!”. La cosa più stupefacente non è tanto quel che Alice vi trovò, parte integrante del titolo originale che Lewis Carrol decise di dare al suo libro, quanto come la piccola ne uscì, dopo aver passato l’esame finale per diventare Regina, risvegliandosi dal suo sogno, mentre il Cavaliere Bianco canta: “All’Amor non c’è mai Fine”. talaltra, è il mezzo eletto per scoprire il sé, la propria crescita e prospettiva, piana o convessa come un autoritratto del Parmigianino, anche se questo può significare perdersi: quando uno vive, vive e non si vede. Conoscersi è morire, dice Luigi Pirandello. Se lo specchio è nelle mani di una donna, è testimone impietoso del suo fiorire e del suo sfiorire, nonché disvelatore

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