Itaca n. 15

18 TITOLO Patria AUTORE Fernando Aramburu TRADUTTORE Bruno Arpaia CASA EDITRICE Guanda TITOLO Perché dovrei affliggermi ora? AUTORE Osho Rajneesh CASA EDITRICE Stampa Alternativa TITOLO Le rughe del sorriso AUTORE Carmine Abate CASA EDITRICE Mondadori Editore TITOLO Finchè il caffè è caldo AUTORE Toshikazu Kawaguchi CASA EDITRICE Edizioni Garzanti Patria, il romanzo dello scrittore spagnolo Fernando Aramburu era là, immobile nello spazio della libreria riservato ai libri da leggere. L’inizio del 2022 è stato inconsapevolmente d’ispirazione per aprirne le prime pagine e, come accade proprio quando in quelle pagine trovi le parole e la storia che cercavi, «è stato dolce naufragare in quel grande mare». Il romanzo racconta di due famiglie basche che abitano in un paesino dalle parti di San Sebastián. Due famiglie che hanno sempre vissuto all’insegna dell’amicizia e del reciproco sostegno, fino a quando la loro storia non si incrocia con quella dell’ETA e con un attentato terroristico che costerà la vita a uno dei due capofamiglia. Una morte che non crea solo dolore, ma divisioni e allontanamenti. Originali sono l’architettura del libro, che manipola meravigliosamente il tempo, e la lingua capace di spaziare su moltissimi registri. Ed è proprio grazie a queste capacità che Aramburu è riuscito nella cosa più difficile: restituire in maniera perfetta l’ambiente, l’atmosfera dell’epoca nei Paesi Baschi e raccontare l’impatto della grande Storia e delle sue tragedie sulla vita delle persone comuni, la sensazione di respirare di continuo paura, sospetto, delazione, ma anche disagio, ribellione individuale, senso di ingiustizia e pietas. E soprattutto l’ha fatto senza cedimenti buonisti, ma con grande compassione, guardando il male negli occhi, cercando nella bellezza degli esseri umani una scintilla salvifica di spiritualità. Perché il Male è in ciascuno di noi, e spesso basta un contesto, una motivazione pretestuosa, come il nazionalismo a cui aggrapparsi, per farlo venire a galla. Antonella Roncarolo «Buongiorno. Benvenuto». È così che si viene accolti in una caffetteria di Tokyo molto speciale, dove esiste la possibilità di fare un viaggio indietro nel tempo e dove la tua vita può cambiare con un semplice gesto, a patto però di seguire una regola fondamentale: il tuo viaggio durerà il tempo di una tazza di caffè, che dovrai finire di bere prima che si raffreddi. Dicono che lo scorrere del tempo cambi le cose. E se, invece, fossero le persone a cambiare grazie al tempo? C’è chi decide di sfidare il destino e sedersi al tavolo per ripercorrere la propria vita, tornare a quel preciso momento in cui ha detto o fatto la cosa sbagliata, riappacificarsi con una sorella scomparsa, comunicare ancora una volta con un marito malato di Alzheimer, fare una dichiarazione d’amore che non si ha avuto il coraggio di fare. Da ognuna delle storie degli originali avventori di questo speciale bar, alcune particolarmente toccanti, si arriva alla conclusione che non si può cambiare il passato, è vero, ognuno di noi convive con un ricordo doloroso, ma quello che conta davvero è il presente, quando si può ancora decidere ogni cosa e, soprattutto, come farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo prima che si raffreddi. «Finché il caffè è caldo» è un romanzo sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere, le domande che fanno i protagonisti sono le nostre, come pure il loro dolore e la loro speranza. Una storia originale raccontata con la delicatezza di un linguaggio mai retorico, capace di entrare nel profondo e di portarci a riflettere su quanto la vita sia una questione di scelte. Piacevole, leggero e allo stesso tempo denso di significati, un romanzo surreale e mai sdolcinato. Una favola contemporanea, da leggere assolutamente per tornare a guardare avanti con il sorriso. Eliana Narcisi (Eliana Enne) Il romanzo «Le rughe del sorriso» affronta una problematica divisiva sul piano politico, sociale e morale: quella dell’immigrazione. L’autore, Carmine Abate, è una personalità importante nel panorama letterario, sia per i temi trattati che per i riconoscimenti ottenuti, e le sue opere sono tradotte in molteplici lingue. La storia comincia con l’incontro dell’autore con una folla inferocita che si scaglia contro un gruppo di stranieri. Tra questi, Carmine, riconosce una giovane somala di nome Sahra, che vive in un centro di accoglienza in un paesino della Calabria. La vicenda ha i caratteri della coralità, anche se Sahra rimane in ogni caso la protagonista, o meglio protagonista è il suo sorriso, un habitus mentale che emerge dall’abisso di un cuore, che ha conosciuto il bene e il male e che è diventato capace di affrontare dolori ed ostacoli con leggerezza e determinazione. La storia di Sahra, in parte reale e in parte rielaborata dall’autore, pone l’accento sulla drammatica condizione dei migranti, che dal Sud del mondo giungono in Europa. Fuggono da Paesi dilaniati da conflitti bellici, carestie e persecuzioni perpetrate a vario titolo. Dopo le fatiche e le sofferenze del viaggio, non trovano alcuna compensazione: né apprezzamento, né lavoro, né speranza di benessere. A stento ricevono accoglienza e sostegno. La lettura della vicenda di Sahra in «Le rughe del sorriso» può rappresentare un antidoto al virus dell’indifferenza, dell’ostilità più o meno aperta o del vero e proprio razzismo, il grande nemico da sconfiggere. Come per le epidemie dovremmo vaccinarci tutti contro tale virus e l’unico vaccino efficace è quello della conoscenza, della solidarietà e, soprattutto, dell’amore. Domenica Tranquilli La lezione d’amore di Osho Rajneesh. Parecchi anni fa, rovistando tra gli scaffali di una libreria, mi capitò tra le mani un libricino dal titolo «Perché dovrei affliggermi ora», scritto dal mistico indiano Osho Rajneesh. Un brevissimo testo attraverso cui l’autore lancia a tutta l’umanità un messaggio di amore e di pace, che affonda le radici nella saggia spiritualità indiana per poi rinnovarsi nella nostra cultura cristiana. Un invito a cogliere la vita nella sua essenza, che significa rinunciare alle cose materiali e transitorie per raggiungere una nuova dimensione di armonia con il Tutto, spogliandosi di ogni forma di egoismo e di materialismo e proiettandosi verso l’altro con un atteggiamento di rispetto e di comprensione, nonché di rinnovata accettazione della vita stessa: «Non sarai qui per sempre, come puoi possedere qualcosa?». E sul dolore in quanto parte ineliminabile dell’esistenza umana, soprattutto quello causatoci dalla perdita di una persona cara, Osho Raineesh ci regala un prezioso insegnamento. Se nel nostro rapporto non è rimasto nulla di incompiuto, di inespresso, di non detto, se abbiamo amato profondamente e incondizionatamente chi ci ha lasciato, allora possiamo accettarne persino la perdita con serenità: «Ogni volta che un’esperienza è completa, possiamo staccarcene molto facilmente». Dovremmo imparare, quindi, a vivere ogni esperienza d’amore con intensità e lucido coinvolgimento e ad apprezzarla soprattutto in virtù della sua caducità, perché il vero amore non è egoistico possesso, ma accettazione del distacco, di qualunque natura esso sia: «Amore è comprensione, una comprensione che non si limita a comprendere la vita, ma anche la morte». Elvira Apone C O N S I G L I D I L E T T U R A

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