Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016

2 Il quadro economico della Valle d’Aosta si mantiene abbastanza buono nel contesto settentrionale del Paese sebbene sussistano diversi punti deboli come la diminuzione del PIL pro ‐ capite reale (nel 2014/2013) accompagnata da un incipiente deflazione, il calo dell’occupazione ( ‐ 1,7% la variazione tendenziale nel periodo giugno 2016/giugno 2015), un tasso di disoccupazione più elevato di quello registrato complessivamente nel nord ‐ ovest (l’8,6% rispetto all’8,2% nel primo semestre 2016) ed una bassa propensione all’esportazione. Per quanto riguarda la situazione dei redditi, nell’ultimo decennio l’andamento dei redditi reali da lavoro dipendente (2004=100) ha registrato in Valle d’Aosta (2014=111) la più accentuata tendenza al contenimento nel contesto del nord ‐ ovest. Dalle analisi svolte (Indice di Gini) emergono significativi margini di miglioramento nella loro distribuzione se confrontata con quella di altre regioni settentrionali. Sulla performance valdostana pesa anche l’accentuata precarizzazione delle posizioni lavorative, con una percentuale molto elevata di individui compresi tra 15 e 64 anni in condizione di ”bassa percentuale lavorativa”, secondo i più recenti dati forniti dall’ISTAT. Dopo il calo registrato nel 2014, aumenta di nuovo nel 2015 l’incidenza della povertà relativa che sembra più strettamente correlata proprio con la distribuzione piuttosto che con il livello del reddito disponibile. I dati più recenti, pubblicati dall’ISTAT il 6 dicembre, mostrano, per il 2015, come la regione Valle d’Aosta sia tra le regioni settentrionali maggiormente interessate al rischio di povertà o esclusione sociale, dopo Liguria e Piemonte, e risulti l’unica, nel contesto del nord ‐ ovest, a registrare un aumento della fascia della popolazione a rischio (dal 17,5% del 2014 al 17,9% del 2015). Tra le regioni settentrionali, subito dopo la Liguria, alla Valle d’Aosta spetta il record negativo della più alta incidenza di individui in condizione di grave deprivazione (9,4% nel 2015). Del resto il reddito familiare al netto degli affitti figurativi risulta nel 2014 il più basso (circa 30mila euro) nel settentrione, subito dopo la Liguria. La domanda aggregata rimane debole, soprattutto nelle sue componenti interne, più legate alla congiuntura nel mercato del lavoro, alle decisioni di politica fiscale nazionale ed alle aspettative delle persone riguardo i risvolti economici futuri. Nel caso della Valle d’Aosta queste considerazioni ricevono ulteriore supporto da alcune interessanti conclusioni della Banca d’Italia. La banca centrale italiana ha infatti calcolato un indicatore di dipendenza dell’economia regionale valdostana dalle componenti della domanda aggregata, stimando quindi in tal modo anche la sensibilità del sistema economico locale agli shock che dovessero interessare tali componenti (Banca d’Italia, 2014; pag. 18). Nel 2001 rispetto al risultato nazionale l’economia della Valle d’Aosta risultava più dipendente dagli investimenti e dalla spesa pubblica, mentre la dipendenza dai consumi e soprattutto dalle esportazioni risultava più contenuta. L’aggiornamento al 2011 rivela un ulteriore aumento della dipendenza dalla spesa pubblica ed una forte riduzione del legame con gli investimenti. Anche la dipendenza dall’export si è ulteriormente ridotta. L’economia regionale si conferma dunque più dipendente dalla spesa pubblica e più in generale dalle componenti interne della domanda aggregata.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=