Congresso XIX documento 2

Definitivo – Direttivo CGIL, 20 giugno 2022 13 liberiste e antisindacali, sviluppando con determinazione, continuità e perseveranza, un movimento per l’unità di scuola e università, contro ogni autonomia differenziata, per un loro profilo pubblico, democratico e di massa, contro ogni logica di impresa e per rilanciare stabilità, salari e diritti di tutto il personale. Bisogna sviluppare in tutti i territori la scuola d’infanzia pubblica e obbligatoria, il vero tempo pieno e quello prolungato. Si deve portare l’obbligo a 18 anni, in un ciclo superiore quinquennale unitario (con diversi indirizzi) e eliminare il sovraffollamento delle classi (20 alunni massimo). Si devono coprire tutti i posti con insegnanti di ruolo; si deve difendere la libertà di insegnamento, abrogare la parte scuola del DL 36 e la riforma Renzi, battersi contro qualunque differenziazione salariale sul “merito” e contro l’ingresso del privato anche con i “patti territoriali. Si deve rendere accessibile l’università, eliminando le tasse di iscrizione e i numeri chiusi, rilanciare un sistema nazionale abrogando la legge Gelmini, introducendo il ruolo unico della docenza e cancellando le politiche competitive dell’autonomia. La Cgil deve mobilitarsi per l'abolizione dell’alternanza scuola-lavoro. Non è accettabile che studenti e studentesse siano utilizzati come manodopera per le aziende private, esposti al rischio della vita, come dimostra la recente cronaca. Non è accettabile che vengano negate ore di apprendimento, per formarli nelle aziende, fin da giovani, alla subordinazione al padrone. La scuola pubblica non deve insegnare un mestiere, ma formare cittadine e cittadini, capaci di pensare criticamente e di maturare la curiosità intellettuale, la creatività, l'accoglienza e la valorizzazione delle differenze. 6.6 Il diritto all’abitare Di fronte alla crescente emergenza abitativa, bisogna difendere il diritto alla casa. Prezzi, affitti e mutui sono al di fuori della portata di tante famiglie, soprattutto di disoccupati, lavoratori e lavoratrici precarie, poveri. Il numero di case popolari è ridotto ai minimi termini e crescono ogni anno gli sfratti, i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari. Allo stesso tempo le città sono sempre più cementificate a causa della speculazione edilizia mentre in tutta Italia ci sono milioni di case sfitte, molte di queste di proprietà delle grandi immobiliari. Sono necessari provvedimenti per abbassare i prezzi, tanto più in un periodo di inflazione alle stelle. Il finanziamento pubblico dei bonus di ristrutturazione edilizia ha creato occupazione nel settore, ma ha favorito ricchi e grandi immobiliaristi. La Cgil, insieme ai movimenti sociali impegnati su questo fronte, deve rivendicare che le risorse pubbliche siano indirizzate al diritto alla casa, pretendendo la riqualificazione delle periferie e dei quartieri popolari e un piano nazionale di edilizia popolare, anche rivendicando la messa a disposizione dei patrimoni immobiliari inutilizzati. 7. Costruire la pace, difendere il pianeta, rivendicare un nuovo modello di sviluppo 7.1 Per la pace, l’ambiente, l’arte e la bellezza Manca nelle forze politiche e sindacali un’adeguata comprensione della gravità della situazione che stiamo vivendo a livello generale e dell’impellente necessità di percorrere strade radicalmente diverse. “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha creato, occorre cambiare mentalità” (Albert Einstein). Occorre cioè un’azione incisiva e radicale, per conquistare un’egemonia capace di produrre una mobilitazione di massa per la salvaguardia del pianeta, contro la guerra e a difesa della pace, contro l’erosione dei salari e per le condizioni di vita dei ceti popolari, per costruire un movimento dell’insieme del lavoro in grado di porsi l’obiettivo di superare lo stato di cose esistenti. La pace, la qualità della vita e dell’aria che respiriamo, la salute, la sicurezza e la dignità di chi lavora e di chi abita un territorio, così come la bellezza e il patrimonio artistico del paese non si conciliano con profitto, privatizzazione, guerra e sfruttamento capitalista delle risorse del pianeta. È questo che va radicalmente messo in discussione. La Cgil deve lottare per un modello di sviluppo pacifico e solidale, alternativo a un capitalismo bellicista e distruttivo della natura, della società e della democrazia, dove ciò che conta è solo il profitto delle imprese. Dobbiamo riaffermare e valorizzare la nostra tradizione internazionalista, con la quale da sempre abbiamo difeso il diritto all’autodeterminazione e alla libertà dal Kurdistan alla Palestina e contrastare ogni logica di guerra tra potenze. Serve mobilitarsi insieme al movimento pacifista internazionale e promuovere un movimento generale contro la guerra, sostenere la pace e l’accoglienza, impedire il riarmo e l’invio di armi, pretendere l’uscita dell’Italia dalla Nato e la progressiva chiusura delle basi nel paese, che sono spreco

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=