Il Monastero - Il restauro

Luogo della memoria A partire dal sec. XV, le fonti notarili forniscono dati interes- santi sulla chiesa di San Benedetto, autentico cardine del duplice processo di spiritualizzazione e spazializzazione della comunità di Villa Valle d’Acqua, essendo localmente la prin- cipale struttura consacrata all’esercizio pubblico di atti di culto religioso e il luogo della memoria, accogliendo in suo gremio i corpi dei fedeli defunti. Com’è noto, i luoghi destinati alla sepoltura dei chri- stianorum corpora furono inizialmente le catacombe e le necropoli cristiane. Nel sec. IX, le autorità ecclesiastiche per- misero l’inumazione negli atri e in altri spazi attigui alle chie- se. Solo a partire dal sec. XIV si autorizzò la sepoltura all’in- terno dell’edificio chiesastico, ritenuto ‘l’espace par excellence de 'tous les croyants' réunis en commun’ 53 . Per secoli gli abitanti di Villa Valle d’Acqua vennero inumati prima all’esterno e poi all'interno della prepositura di San Benedetto, alla quale legarono costantemente somme di denaro da erogarsi in operibus , ossia in restauri e in ristruttu- razioni dell’edificio di culto. ‘In operibus’ , ad esempio, donna Marina, moglie del fu ser Vannarelli, lasciò due ducati il 5 novembre 1476 54 ; donna Elisabetta Morici altri due ducati il 27 febbraio 1484 55 ; donna Ciccarella, figlia di Antonio Canetti e moglie di Giovanni Canucci addirittura cinque ducati il 19 luglio 1482 56 . Si tratta indubbiamente di legati cospicui, dovuti con tutta probabilità al fatto che, proprio in questi anni, la chiesa ebbe urgente bisogno di essere restaurata oppure ristrutturata. Questa ipotesi sembra confermata dal fatto che, il 2 feb- braio 1499, i parrocchiani di San Benedetto si riunirono per procedere all’elezione di due sindaci 57 , i quali dovevano, fra l’al- tro, riscuotere ‘omnia et singula relicta dictae ecclesiae facta et ipsa in operibus dictae ecclesiae convertenda’, secondo la volontà del preposto, il magister conventuale fra Antonuccio 58 . Accanto a quelli generici in operibus , i testamenti con- tengono pure legati specifici. Ad esempio, il 21 settembre 1476 donna Vannetta, figlia di Antonio Morici e moglie di Valerio di ser Vannarelli, incaricò l’erede di far dipingere una ‘figura Virginis Mariae’ in una parete della chiesa 59 ; il 5 novembre dello stesso anno, la suocera di Vannetta, donna Marina, legò alla chiesa ‘uno parato’ per altare 60 ; nel 1516, donna Drusiana, figlia di ser Vannarelli, lasciò due fiorini ‘in Crucifisso fiendo’ 61 ; il 29 novembre 1424, donna Nicoletta di sotto Sepolture nella chiesa di San Benedetto di Valledacqua, scavo archeologico 24

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