Il Monastero - Il restauro
La plebs de Aquis In un saggio apparso sulla rivista ‘Studia Picena’ nel 1979 46 , Serafino Prete elenca le pievi della diocesi ascolana inserendo- vi, sulla base delle Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV , Marchia , la plebs de aquis 47 e ricordando il suo plebanus Damiano 48 . Nell’approfondire questa notizia, lo stesso Prete asse- risce che ‘il toponimo de Aquis può identificarsi con Villa de valle daqui’, che si trova nel catasto Ascolano del 1458 49 e quindi con la attuale Valledacqua dell’Ascolano. Nel 1573 c’era una chiesa parrocchiale di San Benedetto di cui non si hanno notizie circa l’origine; l’attuale chiesa parroc- chiale di San Benedetto abate non possiede né archivio né oggetti o ricordi monumentali che possano offrire una qualche testimonianza’. L'identificazione della plebs de aquis con la chiesa di San Benedetto di Valledacqua è stata di recente ripresa e accettata da don Virginio Cognoli 50 . In base ai fondi notarili, l’equazione plebs de aquis = chiesa di San Benedetto di Villa Valle d’Acqua è inaccettabile. Ad esempio, nel bastardello riferito al notaio Giano ser Agoti s’incontrano le espressioni ‘Villa Sanctae Mariae plebis Vallisaque’, ‘Villa Sanctae Mariae de aquis’, ‘plebs de Aquis’, ecc., che non lasciano alcun dubbio sull’esatta ubicazione del- l’antica pieve. Per farla breve la plebs de Aquis si trovava nel- l’attuale frazione di Santa Maria 51 . Nelle attestazioni notarili sono rintracciabili tutti gli elementi, che determinarono nell'Alto Medioevo la creazione delle pievi, le quali affondarono di regola le loro radici nei vici , ossia negli antichi abitati extraurbani (nel caso specifico la statio ad Aquas ) e si caratterizzarono per lo stretto legame fra territorio-abitanti-chiesa, come luogo dove venivano som- ministrati i sacramenti e celebrate le altre cerimonie per i biso- gni dei fedeli. A partire dalla metà del ’400, allorché pieve divenne sino- nimo di ‘parrocchia ricca e con un notevole numero di parroc- chiani’, negli atti dei notai di Acquasanta s’incontrano le pievi di S. Lorenzo di Paggese, di S. Benedetto di Villa Valle d’Acqua, ecc., che sono, però, tutte plebs ‘novelle’ 52 . Va, comunque, subito precisato che la locuzione ‘plebs di S. Benedetto’ durò quanto la bellezza della rosa: lo spazio di un mattino. Un secolo dopo, infatti, ‘San Benedetto’ figura sempre con il titolo di ‘chiesa’ o di ‘parrocchia’ ed il suo rettore è qua- lificato come ‘parroco’ o ‘preposto’. Una considerazione finale: l’errore di Prete e degli altri è nato, forse, dal fatto di non aver capito la sostanziale diffe- renza tra Valle d’Acqua e Villa Valle d’Acqua. 23 pagina precedente Bolla di nomina del prevosto Antonio Vannarelli, v., a., 1694, Archivio vescovile di Ascoli Piceno sotto Il monastero di San Benedetto di Valledacqua
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