Elezioni 2022

1 “Elezioni 2022” Comparazione dati di alcuni istituti demoscopici Ottobre 2022

2 Premessa Con questo lavoro, abbiamo comparato i principali risultati di quattro istituti demoscopici italiani (Istituto Cattaneo, SWG, Tecnè e You Trend). I commenti sia sulle astensioni che sulle percentuali di voto dei diversi Istituti demoscopici, sono in parte diversi rispetto alle categorie prese in esame. Questo probabilmente dipende dai diversi campioni adottati. Astensioni Il primo punto preso in esame è quello relativo alle astensioni. Nelle elezioni del 2022, con il 64% di votanti, si è realizzata la più alta astensione di sempre alle elezioni politiche. Ha votato il 9% in meno dalle precedenti elezioni del 2018 (circa 4,5 milioni di persone). Si tratta –in generale- di un dato molto negativo che, nelle regioni del Mezzogiorno scende sotto al 60%. Nella tabella seguente è riportato anche il voto delle elezioni politiche del 2013; come si può notare il calo tra il 2013 e il 2018 fu solo del 2,1%. Il tasso di partecipazione alle elezioni Camera per Regione Regione 2013 2018 2022 2013-22 Piemonte 77.3 75.2 66.4 -10.9 Valle d'Aosta 77.0 72.3 60.6 -16.4 Lombardia 79.6 76.8 70.1 -9.5 Trentino-Alto Adige 81.0 74.3 66.0 -15.0 Veneto 81.7 78.7 70.2 -11.5 Friuli-Venezia Giulia 77.2 75.1 66.2 -11.0 Liguria 75.1 72.0 64.2 -10.9 Emilia-Romagna 82.1 78.3 72.0 -10.1 Toscana 79.2 77.5 69.7 -9.4 Umbria 79.5 78.2 68.8 -10.7 Marche 79.8 77.3 68.4 -11.4 Lazio 77.5 71.7 64.3 -13.2 Abruzzo 75.9 75.3 64.0 -12.0 Molise 78.1 71.6 56.5 -21.6 Campania 67.9 68.2 53.3 -14.6 Puglia 69.9 69.1 56.6 -13.4 Basilicata 69.5 71.1 58.8 -10.7 Calabria 63.2 63.6 50.8 -12.4 Sicilia 64.6 62.8 57.3 -7.2 Sardegna 68.3 65.5 53.2 -15.2 Totale 75.2 72.9 63.9 Fonte Istituto Cattaneo

3 Per capire meglio il progressivo aggravamento del fenomeno dell’astensione le successive figure, che riportano l’andamento dal 1972 ad oggi, sono particolarmente esplicative. Andamento percentuale votanti dal 1972 al 2022 Fonte Istituto Cattaneo Il calo dei votanti si accentua particolarmente dal 2006 e da allora aumenta rapidamente, scendendo sotto la quota dell’80% nel 2013. Con ogni probabilità una diminuzione ancora più consistente dei votanti si sarebbe realizzata già in quell’anno senza il recupero di una parte di astensione da parte del M5S.

4 Andamento percentuale votanti per densità abitativa 2006-2022 Fonte Istituto Cattaneo Questo dato a differenza di alcune interpretazioni precedenti al voto non vede differenze di particolare rilievo per quanto riguarda la partecipazione per dimensione dei comuni.

5 Le diverse percentuali di astensione Secondo la SWG, le difficoltà economiche incidono molto sulla decisione di votare o meno e infatti, fra chi ha difficoltà economiche l’astensione sale di 10 punti arrivando al 46%; anche gli operai manifestano un forte malessere per le loro condizioni astenendosi per il 9% in più del dato generale (45%). I pensionati –invece- ricalcano sostanzialmente il dato generale, mentre è più alta del 4% la partecipazione al voto del ceto medio. I lavoratori autonomi, in controtendenza, si astengono molto meno (-11% rispetto al dato generale dell’astensione). Per classi di età i 18-34 anni si astengono di un 1% in più, mentre nella fascia 35-54 anni l’astensione è più bassa del 4%. L’astensione tra le donne risulta più alta del dato generale (41% contro 36%). Astensione per difficoltà economiche, professione e genere Astensione per età

6 I problemi di reddito, difficoltà economica e disagio lavorativo riguardano un ampio strato sociale, secondo Tecnè tra chi ha i redditi più bassi l’astensione supera il 40%. Fra le diverse classi di reddito la differenza di astensione fra i redditi bassi e quelli più alti è di circa il 14%. Per quanto riguarda i titoli di studio la differenza di astenuti fra laureati (17,8%) e licenza elementare/media (47%) è molto elevata, ma anche fra il diploma (25%) e la classe di istruzione più bassa. Infine, per classi di età il non voto riguarda per una percentuale inferiore al 30% la classe di età da 35 a 54 anni; i 18-34 anni e 55-64 anni sono attorno al 33%; gli over 64 sopra al 50%. Tecnè-Astensione per reddito, titolo di studio ed età L’Istituto Cattaneo, nella grande mobilità di voto che ha caratterizzato questa scadenza elettorale rileva oltre alla nuova forte astensione, anche forme di ritorno alle urne di quote di astenuti alle elezioni europee che hanno avvantaggiato in particolare FDI ed M5S; quest’ultimo compensa così in parte le ingenti fuoriuscite verso l’astensione di suoi votanti nel 2018. Le perdite maggiori verso l’astensione riguardano Lega, FI ed M5S; in quota decisamente minore i primi due partiti, FDI e PD.

7 Voti assoluti per ogni partito nel 2018 e 2022 L’unico partito presentatosi nelle precedenti elezioni che guadagna voti in numeri assoluti è Fratelli d’Italia. Il cosiddetto Terzo Polo e Ital Exit non erano presenti nelle elezioni del 2018, il dato che li riguarda quindi è interessante più che per i numeri assoluti realizzati per i flussi elettorali da altre formazioni politiche. Chi perde maggiori consensi rispetto al 2018 sono Lega e M5S; è corposo anche il calo dei voti assoluti per Forza Italia, mentre è sotto al milione di votanti la perdita di voti del PD; va però considerato che all’interno della lista PD-Progressisti era presente in questa tornata elettorale anche Articolo 1, che nel 2018 faceva parte della lista di LEU. Voti assoluti 2018-2022 I due blocchi mantengono sostanzialmente lo stesso numero totale di voti delle precedenti elezioni, ma su una base di votanti molto inferiore. M5S perde 6 milioni di voti dal 2018 mentre AZ/IV acquisisce in questa tornata circa 2 milioni di voti. Il CDX neppure con l’aggiunta di Ital Exit è maggioranza nel Paese, ma ha stabilmente un’ampia maggioranza relativa pur con forti fluttuazioni fra le diverse forze politiche che compongono il CDX.

8 L’Istituto Cattaneo suggerisce più corretto stimare i cambiamenti intervenuti nel voto del 2022 rispetto alle europee del 2019, perché la base di votanti del 2019 e del 2022 è molto più simile in numeri assoluti. Per questo, proponiamo per i principali partiti le percentuali di voti stimati dal Cattaneo in tutte e tre le scadenze elettorali. Percentuale voti 2018-2019-2022 Fonte Istituto Cattaneo FDI ottiene un risultato particolarmente positivo nel Centro (Lazio/Marche/Umbria) e nel Nord-est (Veneto/Lombardia orientale). Rispetto ai voti di Alleanza Nazionale che era principalmente radicata nel Mezzogiorno, si osserva invece una sua attrattività relativamente più bassa rispetto al dato generale in quell’area geografica.

9 Percentuale voti 2018-2019-2022 Fonte Istituto Cattaneo Il calo nel Nord è molto forte e particolarmente significativo, ma anche i consensi ottenuti precedentemente nelle altre parti d’Italia si assottigliano. L’Istituto Cattaneo indica che la Lega perde consensi maggiormente nelle grandi città. Percentuale voti 2018-2019-2022 Fonte Istituto Cattaneo Il radicamento già forte nel Mezzogiorno rimane elevato. Il calo di consenso complessivo rispetto alle politiche del 2018 è di 17 punti, ma solo di 2 rispetto alle europee del 2019.

10 Percentuale voti 2018-2019-2022 Fonte Istituto Cattaneo Dal punto di vista territoriale la cosiddetta “zona rossa” resiste rispetto alle tornate precedenti, con percentuali però più basse dello stesso 2018.

11 Voto per Comuni Sono state pubblicate diverse mappe relative alla diffusione geografica del voto per i principali partiti. Un elemento di novità e particolarmente indicativo è quello del voto nei singoli Comuni, sia per coalizione che per partito (You Trend). Volendo potrebbe essere comparato anche con le recenti elezioni amministrative. Coalizione più votata per Comune Lista più votata per Comune

12 Percentuale di voto per densità abitativa nei Comuni Questa figura fotografa l’andamento elettorale per numero di abitanti, rendendolo visivamente molto chiaro. I risultati del voto così analizzati sono particolarmente interessanti poiché nelle diverse fasce di popolazione si modificano sensibilmente. Nei Comuni più piccoli e fino a 200mila abitanti il partito più votato è FDI; da quella quota e fino a 600mila abitanti il voto con il PD è simile; oltre i 600mila è più alto il voto per il PD. La Lega diminuisce sensibilmente via via che aumenta il numero di abitanti. Diversificato è l’andamento del M5S, basso nei piccoli Comuni, più altro del PD tra i 30mila ed i 100mila abitanti; cala poi sensibilmente fino ai 600mila abitanti e risulta il partito più votato oltre i 600mila abitanti.

13 Le caratteristiche dei votanti Secondo Tecnè i laureati votano maggiormente FDI (23%) e PD (21%), la percentuale più bassa riguarda la Lega (8%). Analogo il voto per i diplomati anche se cambiano notevolmente le percentuali (FDI 29% e PD 18%). I titoli di studio più bassi votano al 25% per FDI, al 20% per PD mentre è in questa fascia di istruzione che FI ha il suo picco con il 13%. La Lega ha una percentuale mediamente dell’8% per tutti i titoli di studio, così come il M5S mediamente al 16%. Per classe di età i più giovani votano in modo analogo FDI e M5S (26%), nettamente primo FDI nella fascia 35-44 anni e 45-64 anni con il 29%. Il voto più alto per il PD è fra gli over 64 dove raggiunge il 26%. Per tipo di occupazione FDI è sopra la sua media elettorale fra imprenditori e commercianti (28%), impiegati (33%), operai (33%); insegnanti (27%); il PD è sopra la sua media tra dirigenti e quadri (23%), insegnanti (23%); impiegati (20%) e soprattutto fra i pensionati (25%); il M5S ha un picco del 20% fra gli operai e addirittura del 40% e del 59% fra precari e disoccupati. Votanti per titolo di studio

14 Votanti per classe di età Votanti per tipo di occupazione

15 Voto per classe di reddito

16 SWG segnala un interessante andamento del voto per i lavoratori autonomi, che non solo hanno votato in percentuale più alta rispetto alla media delle astensioni, ma per circa il 32% hanno votato per FDI, nonostante la campagna della Lega sulla Flat tax. Il voto degli operai vede come primi partiti FDI e M5S con il 21%, il PD al 18% e Lega e Forza Italia che comunque ottengono risultati più alti del loro risultato generale (13% e 11%). Per i pensionati SWG rileva un voto al 25% per FDI e al 21% per il PD, nel primo caso nella media del voto generale, nel secondo caso più alto del dato elettorale complessivo. Il voto del cosiddetto “ceto medio” premia FDI mentre quello per età è diversificato nelle due fasce proposte. Fra i 18-34 anni il 22% vota FDI, il 19% PD e il 15% M5S; nella fascia successiva cresce sensibilmente FDI. Secondo SWG il voto di chi ha difficoltà economiche premia prevalentemente FDI (29%) e M5S (23%). Fra le donne il 27% vota FDI e il 21% vota PD.

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20 Flussi Questa figura dà l’idea dell’entità dello spostamento di voti tra il 2018 e il 2022. Si tratta, secondo molti analisti, tra voto e non voto, di mobilità di circa 10 milioni di persone.

21 SWG indica, per i principali partiti, che: l’aumento dei voti per FDI avviene per circa i due terzi all’interno del CDX, l’altro terzo in particolare da M5S e dall’astensione. La perdita dei voti della Lega è prevalentemente verso FDI e, per una quota rilevante (21%) verso l’astensione.

22 Il calo dei votanti per FI segue percorsi simili a quelli della Lega. Per circa il 60% gli elettori del PD confermano il loro voto rispetto al 2018; un 5% di precedenti elettori del PD ha votato per altri partiti della coalizione. Il 12% ha votato AZ/IV, 5% M5S, il 17% si è astenuto. In questo caso, come già detto, nonostante la percentuale sia dello 0,4% più alta, il numero totale dei votanti è più basso del 2018. SWG propone anche una lettura dell’attuale composizione dell’elettorato del PD; per il 70% circa prevale un elettorato di CSX, mentre per la restante quota il voto proviene prevalentemente da chi votava M5S.

23 Rispetto al 2018, un terzo degli allora votanti M5S ha confermato il proprio voto, un 14% ha votato FDI e un 10% ha votato per il CSX. Il dato più alto di calo dei votanti è relativo a chi si è astenuto (36%). Il dato più interessante –però- riguarda l’attuale collocazione politica dell’elettorato di questo partito rispetto al 2018, molto più spostata verso il CSX.

24 Il dato più interessate relativo a questa coalizione è che la maggioranza dei voti acquisiti viene dal bacino del CSX (47%) e –in secondo luogo- da un recupero di astensione precedente. La collocazione politica di questo elettorato è sostanzialmente suddivisa fra Centro e CSX.

25 Tecnè esamina i flussi elettorali non rispetto alle politiche del 2018 ma alle europee del 2019, le tendenze però sono sostanzialmente simili a quelle precedentemente illustrate.

26 Considerazioni generali Le coalizioni in Parlamento si attestano su questi numeri: nella Camera dei Deputati il centrodestra ha 235 seggi sui 400 totali mentre al Senato della Repubblica 115 su 206 totali (al Senato vanno conteggiati anche 6 senatori a vita). La maggioranza quindi alla Camera è molto ampia mentre al Senato è consistente ma non così blindata.

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28 Suddivisione fra seggi uninominali e seggi proporzionali, Camera e Senato Un giudizio di merito sull’attuale legge elettorale è facilmente desumibile dalla ripartizione dei seggi tra collegi uninominali e proporzionali. I collegi uninominali sono ampiamente decisivi, ben al di là delle percentuali di voto dei partiti. Il CDX, su base proporzionale, non avrebbe la maggioranza assoluta che invece supera abbondantemente con i seggi uninominali.

29 Alla Camera i seggi uninominali sono 121 su 235 totali quindi, più del 50%. Per tutte le altre coalizioni o partiti–invece- sono molto più bassi del risultato proporzionale: CSX 12 su 88 totali, M5S 10 su 51 totali. Anche al Senato il CDX su base proporzionale non avrebbe la maggioranza assoluta che supera con i seggi uninominali (59 sui 115 totali del CDX); mentre tutti gli altri calano, CSX 7 su 41 totali, M5S 5 su 28 totali. Tempi della decisione del voto You Trend esamina anche i tempi con cui le persone decidono come votare. La suddivisione per singoli partiti evidenzia come, la maggioranza degli elettori dei maggiori partiti decida prima, mentre la forza politica che ha raccolto il maggior numero di elettori nel periodo immediatamente precedente al voto (ultimo weekend o ultima settimana) è stato il M5S.

30 Temi da affrontare per il prossimo futuro Infine, You Trend ha verificato –anche- quali sono i temi che il futuro governo dovrà affrontare più urgentemente (erano possibili più risposte). I primi due sono la disoccupazione e la lotta alla povertà e quello della politica energetica, entrambi superiori al 42%; seguono le tasse con un 37,4%; ambiente e cambiamento climatico con il 27,4% e la sanità, 25,8%, esclusa la tematica del Covid che da sola raggiunge un altro 10%.

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