Piano per la salute. Osservazioni e proposte.

Osservazioni al Piano regionale per la salute e il benessere sociale SPI CGIL VdA – CGIL VdA pag. 5 finanziario, di tutti gli interventi utili e già attivi (centri d'ascolto, strutture d'accoglienza e protezione...), grazie anche al volontariato; auspichiamo sperimentazione e progettazione su supporto preventivo e proattivo, psicologico, educativo, di mutuo aiuto sulle persone a rischio, come avviene in alcune affermate realtà del paese. Distretti Siamo in totale disaccordo con la riduzione del numero dei distretti . La legge regionale 25 Gennaio 2000 n. 5 all’art. 30 punto 2 afferma che “in considerazioni delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e della distribuzione delle popolazione residente, nonché di esigenze di efficienza e di economicità, il territorio in cui opera l’ azienda Usl è articolato in quattro distretti aventi sede a Morgex, Aosta , Chatillon e Donnas”. Nulla è cambiato dal 2000 rispetto alle caratteristiche geomorfologiche e della distribuzione della popolazione. Il Servizio Sanitario Regionale deve garantire l'accesso ai servizi sanitari e socio sanitari a tutti i cittadini anche in territori che per le loro caratteristiche geografiche vengono considerati disagiati e che, come tali, possono creare una discriminazione nella fruizione dei servizi. Bisogna valorizzare maggiormente i servizi territoriali diversificandoli in relazione ai bisogni di salute dei diversi ambiti territoriali. Importante anche in questo caso la partecipazione degli utenti che deve operare tanto nella fase della programmazione, quanto in quella dell’implementazione e del monitoraggio e della valutazione degli andamenti e dei risultati della propria zona. L’ alta valle non ha le stesse necessità di salute rispetto alla città di Aosta. La Lombardia ha confermato che nelle zone di montagna i distretti saranno ogni 20.000 abitanti. Consultori Esprimiamo la nostra totale contrarietà con la scelta di ridurre i consultori, che diventerebbero uno ogni 30.000 abitanti dagli attuali 8. I consultori familiari sono da considerarsi i più importanti servizi di base a tutela della donna, del bambino, della coppia e della famiglia. La loro riduzione significa meno prossimità dei servizi compromettendo un servizio imprescindibile. Andrebbero riviste le competenze aggiungendo anche la figura dell’andrologo e rendendo inoltre gratuite le prestazioni quali le visite ed esami per infezioni, per le malattie sessualmente trasmissibili, le visite per la meno pausa, la consulenza sessuologia e favorendo un accesso gratuito alla contraccezione. Ospedale di comunità Non siamo d’accordo sulla gestione dei privati negli ospedali di comunità. Questa struttura che fa da ponte tra i ricoveri ospedalieri e i servizi territoriali, è pur sempre un OSPEDALE, e come tale deve restare pubblica. Medicina di genere Nel piano non se ne parla, malgrado siano passati due anni dal 13 Giugno 2019 e cioè da quando il ministero della salute ha approvato il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale firmando il decreto relativo della legge 3/2018. L’esigenza di promuovere la medicina di genere, da includere in tutte le specialità mediche, nasce dalla crescente consapevolezza delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie”. Piano della non autosufficienza

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