Conclusioni/4 Per quanto riguarda la situazione del settore sanitario e sociosanitario il DEFR fa riferimento soprattutto all’attuazione del Piano per la salute e il benessere sociale 2022-2025 (sezioni Sanità e Salute e Politiche sociali) e al PNRR. Il Piano risulta parzialmente o completamente non attuato relativamente ai principali obiettivi programmatici, e il nuovo cronogramma per l’attuazione degli interventi previsti, nel DEFR, crea forti perplessità. Infatti, come riportato alle pagine 167 e 171-174 del Documento, la maggior parte delle attività dovrebbero essere avviate nel 2025 e completate negli anni successivi; per alcune di esse è prevista la realizzazione «oltre il 2027», cioè al di fuori dell’orizzonte temporale della programmazione del DEFR. “Si tratta”, come ricorda il DEFR, “di un percorso lungo che richiede tempo e risorse significative”: Per la realizzazione dell’ospedale Parini non è riportata in modo puntuale la tempistica prevista di fine lavori. Non si può pensare rinviare la soluzione dei problemi dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria alla conclusione delle attività previste dal PNRR. Rileviamo inoltre che nella nostra regione manca ancora un servizio epidemiologico, la cui presenza sarebbe altamente necessaria. Oggi il nostro SSR si confronta con stili di vita e comportamenti della popolazione in forte evoluzione, tale da imporre maggiore attenzione alle vecchie e alle nuove aree della fragilità. Negli ultimi anni, infatti, in Valle d’Aosta hanno agito profonde e rapide trasformazioni socio-demografiche, il cui impatto è stato acuito dalle peculiarità morfologiche del nostro territorio: il forte aumento delle persone che vivono sole (circa il 41% nel 2022), l’isolamento fisico e relazionale che colpisce soprattutto i “grandi anziani”, ma non solo. L’evidenza empirica mostra una significativa diffusione delle dipendenze, dell’abuso di alcol e del disagio psicologico, fenomeni ancora non adeguatamente affrontati. Problematiche che, considerando la morfologia montana del territorio, imporrebbero di spostare parte del servizio sanitario dall’ospedale al territorio. 50
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