Bilancio Valle d′Aosta 2024/2026

La domanda sociale, gli anziani, il Defr 2024-2026 e il nuovo Bilancio regionale Le politiche di bilancio in Valle d’Aosta Across concept

2 Coordinamento: Domenico Falcomatà A cura di Francesco Montemurro Dicembre 2023

3 Il contesto demografico e l’evoluzione della domanda sociale

I principali indicatori demografici: la senilizzazione e la debolezza dei saldi migratori 4 La Valle d’Aosta, nello scenario generale di invecchiamento della popolazione italiana, presenta un livello di senilizzazione più alto della media. All’inizio del 2023 gli ultra65enni sono pari a un residente su quattro, il 25% della popolazione complessiva (il valore nazionale è del 24,1% e per il Nord è pari al 24,6%). Le proiezioni demografiche indicano che nel 2030 i cosiddetti anziani (un concetto che appare sempre meno adeguato a descrivere la pluralità di condizioni di vita di coloro che si trovano in età da pensione) con più di 65 anni saranno il 28,4% e nel 2040 il 34,1% (fonte: ISTAT, scenario di previsione mediano). La popolazione valdostana con più di 80 anni – la fascia anagrafica in cui si concentrano le condizioni di fragilità – è oggi pari all’8%, e arriverà al 9% nel 2030 e all’11 nel 2040. Scenari che produrranno un forte impatto sulla domanda di servizi sanitari e lungoassistenziali, mettendo alla prova il sistema di long-term care. L’analisi condotta suddividendo il territorio regionale in quattro fasce corrispondenti alla dimensione del comune, mostra che la città di Aosta (l’unica con più di 20.000 abitanti) presenta uno stadio più avanzato del processo di senilizzazione, con una percentuale di anziani del 28,1%. Seguono i piccolissimi comuni fino a 1.000 abitanti, quelli da 3.001 a 5.000 e quelli da 1.001 a 3.000. Si presenta quindi una nota «relazione a U», riscontrabile anche in altre zone del Paese, tra la dimensione demografica del comune e il suo tasso di invecchiamento.

La debolezza dei saldi migratori: diminuisce la capacità attrattiva della V.d.A 5 Il tasso è calcolato come rapporto tra il saldo migratorio (differenza tra iscritti e cancellati per trasferimento di residenza) e i residenti con titolo di studio terziario (laurea, AFAM, dottorato) della stessa classe di età. Dal 2014 la popolazione valdostana è in calo. Nel 2012/2023 (1° gennaio) gli abitanti valdostani sono diminuiti da 127.305 a 122.955 (-3,5%). Le ragioni di questo fenomeno, che investe ormai la maggior parte delle aree italiane, sono rintracciabili nel peggioramento della dinamica naturale (il tasso di mortalità in continuo aumento per effetto dell’invecchiamento, il calo delle nascite) e nella debolezza della dinamica migratoria. Nel 2021 e 2022 la Valle d’Aosta registra saldi migratori interni tra i più bassi nel Centro-Nord, mostrandosi poco attrattiva verso gli abitanti di altre regioni. Il tasso di migrazione estero è In leggero recupero sia nel 2021 che nel 2022, comunque con valori più contenuti rispetto alla media nazionale e del Nord. Al 1° gennaio 2023 gli stranieri costituiscono il 6,5% dei residenti: percentuali più contenute si rilevano soltanto nelle regioni meridionali. La bassa presenza straniera in Valle d’Aosta può essere spiegata, in parte, dall’assenza di grandi insediamenti urbani e produttivi ed anche dalla scarsa disponibilità di abitazioni e dall’elevato costo della vita. I trasferimenti di residenza dei cittadini italiani verso l’estero sono sostenuti. In base ai dati ISTAT Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, presentano nel 2021 i tassi di emigratorietà più elevati, data anche la posizione geografica di confine che facilita gli spostamenti con l’estero, pari rispettivamente al 2,7‰ e al 2,5‰. La mobilità dei giovani laureati (25-39 anni) valdostani - verso l’estero e le altre regioni italiane - è la più elevata in assoluto tra le regioni del Centro Nord: pari a -9,2 nel 2021.*

6 Valle d'Aosta Nord Italia Indicatori 2019 2020 2021 2022 2023 2019 2020 2021 2022 2023 2019 2020 2021 2022 2023 popolazione 0-14 anni al 1° gennaio (valori percentuali) - al 1° gennaio 13,1 12,9 12,7 12,4 12,1 13,1 12,9 12,8 12,6 12,4 13,2 13 12,9 12,7 12,5 popolazione 15-64 anni (valori percentuali) - al 1° gennaio 63,1 62,9 62,9 62,9 62,9 63,1 63 63,1 63 63 64 63,8 63,6 63,5 63,4 popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio 23,8 24,2 24,4 24,7 25 23,8 24,1 24,1 24,4 24,6 22,9 23,2 23,5 23,8 24,1 indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio 58,6 59 58,9 59 59 58,5 58,6 58,5 58,7 58,6 56,4 56,7 57,3 57,5 57,6 indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio 37,8 38,5 38,8 39,3 39,7 37,7 38,2 38,2 38,7 39 35,8 36,4 37 37,5 38 indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio 181,7 188,4 192,3 199,5 205,9 181,7 186,4 188,6 193,4 198,6 174 179,4 182,6 187,6 193,3 età media della popolazione - al 1° gennaio 46,2 46,5 46,6 46,9 47,1 46 46,3 46,4 46,6 46,8 45,5 45,7 45,9 46,2 46,4 L’evoluzione delle fasce di età e l’invecchiamento della popolazione Fonte: elaborazione su dati ISTAT

7 Valle d'Aosta Nord Italia Indicatori 2019 2020 2021 2022 2019 2020 2021 2022 2019 2020 2021 2022 tasso di natalità (per mille abitanti) 6,7 6,2 6 6,3 7 6,7 6,7 6,6 7 6,8 6,8 6,7 tasso di mortalità (per mille abitanti) 11,1 14,6 12,1 12,4 10,8 13,6 11,8 12,2 10,6 12,5 11,9 12,1 crescita naturale (per mille abitanti) -4,4 -8,3 -6,1 -6,1 -3,9 -6,9 -5,1 -5,6 -3,6 -5,6 -5,1 -5,4 tasso di nuzialità (per mille abitanti) 3,4 1,9 3,1 3,4 3,7 1,6 2,7 3 3,1 1,6 3,1 3,2 saldo migratorio interno (per mille abitanti) 0,9 1,8 0,7 0,4 2,4 1,6 1,6 2,2 saldo migratorio con l'estero (per mille abitanti) 1,9 -0,1 1,1 3,5 3,2 1,7 3 4,4 2,6 1,5 2,7 3,9 saldo migratorio totale (per mille abitanti) -0,6 0,7 0,2 2,8 3,2 2,2 0,9 4,7 0,4 -1,1 1,6 2,4 tasso di crescita totale (per mille abitanti) -5 -7,6 -5,9 -3,3 -0,7 -4,7 -4,2 -0,9 -3,2 -6,7 -3,5 -3 numero medio di figli per donna 1,31 1,23 1,21 1,26 1,31 1,27 1,28 1,26 1,27 1,24 1,25 1,24 età media della madre al parto 32,2 32,3 32,1 32,6 32,2 32,2 32,5 32,6 32,1 32,2 32,4 32,4 speranza di vita alla nascita - femmine 85,6 83,5 84,4 84,3 85,8 84,4 85,3 85,2 85,4 84,5 84,8 84,8 speranza di vita a 65 anni - femmine 22,9 20,6 22,1 22,3 22,9 21,5 22,4 22,3 22,6 21,7 22 21,9 speranza di vita alla nascita - totale 82,7 80,9 82,3 82,3 83,5 82 83 83 83,2 82,1 82,5 82,6 speranza di vita a 65 anni - totale 20,9 19 20,5 20,6 21,2 19,7 20,7 20,7 21 20 20,4 20,4 I principali indicatori demografici Fonte: elaborazione su dati ISTAT

8 8,0% 8,2% 8,1% 7,7% 6,3% 6,4% 6,6% 6,1% 0,0% 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% 7,0% 8,0% 9,0% Valle d'Aosta Nord-Ovest Nord-Est Italia Gli over 80 - incidenza percentuale sul totale della popolazione 2012 2023 9,3 8,6 8,7 9,1 10,6 10,5 9,4 10,5 0 2 4 6 8 10 12 Valle d'Aosta Nord-Ovest Nord-Est Italia Indice Osr* - i potenziali caregiver 2023 2012 *Indice OSR [pop. 50-74 / pop. 85 e oltre] - n. potenziali caregiver per ogni ultra85enne Gli ultra 80enni e i potenziali caregiver Fonte: elaborazione su dati ISTAT

In Valle d’Aosta la famiglia unipersonale si sta affermando come il modello di residenza prevalente. Le stime dell’ISTAT mostrano che è in corso, in tutte le regioni italiane, una tendenza alla frammentazione dei nuclei familiari, con una crescita – da Nord a Sud – della percentuale di famiglie“monocomposte”. Nel 2022 la nostra regione risulta essere, con il 40,9%, quella con l’incidenza di nuclei unipersonali più alta subito dopo la Liguria (41,3%), valori molto più elevati della media Nord (34,1%) e Italia (33,1%). In queste regioni molto anziane è forte il rischio di vedovanza, risulta quindi rilevante la presenza di anziani soli. Dei 30.479 ultrasessantacinquenni residenti in Valle d’Aosta all’inizio del 2022, 12.720 (il 42%) erano celibi/nubili, vedovi o divorziati, senza il potenziale supporto di un coniuge, che nelle famiglie italiane rappresenta il principale caregiver in caso di necessità. Raggiunge il 61% la quota % di ultra80enni celibi/nubili, vedovi o divorziati. 9 Stili di vita: la frammentazione dei nuclei familiari

10 All’opposto, l’incidenza delle famiglie numerose (con 5 o più componenti) è più bassa della media Nord (4,4 vs. 4,7%). Questo dato è almeno in parte spiegato dalla bassa frequenza delle famiglie «allargate», composte da nuclei aggregati (coppie con o senza figli che vivono sotto lo stesso tetto) o da un nucleo con aggregati altri membri (anziani, orfani, …). Queste forme di residenza, che rappresentano talvolta strategie per fronteggiare le difficoltà che le persone incontrano nel proprio corso di vita, in particolare in età avanzata (perdita dell’impiego, separazioni, peggioramento delle condizioni di salute …) rappresentano soltanto il 3% in Valle d’Aosta, un valore inferiore rispetto a tutte le altre regioni italiane, fatta eccezione per il Trentino Alto Adige. La marcata individualizzazione delle forme abitative pare riconducibile quindi non solo all’invecchiamento della popolazione ma anche all’indebolimento dei modelli familiari tradizionali. Sebbene in Valle d’Aosta il tasso di nuzialità (rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, per 1000) rilevato per il 2022 (3,4) risulti più alto della media Italia e del Nord, tuttavia il rischio di rottura dell’unione è molto elevato nella nostra regione. Nel 2021, la Vda si trova al primo posto, al pari della Liguria, per incidenza % di persone separate/divorziate (5,4%). Il 57,2% dei divorziati sono donne. Stili di vita: la frammentazione dei nuclei familiari/1

L’atomizzazione delle forme di residenza e delle traiettorie di vita è una tendenza che si è affermata nel corso dei decenni in tutti i paesi europei. In parte essa è il risultato dall’aumento del benessere, dello sviluppo del mercato del lavoro, delle vie di trasporto e di comunicazione. L’indebolimento dei forti legami familiari pertanto è anche l’effetto di una accresciuto empowerment degli individui e della loro capacità di seguire le proprie vocazioni e ambizioni, che talvolta si sviluppano al di fuori dei tradizionali modelli di famiglia e di residenza. 11 D’altra parte, sono noti nella letteratura gli effetti positivi di una solida rete parentale e amicale, non soltanto per la sua capacità di garantire supporto materiale (aiuto economico, care giving, …), ma anche per quella di fornire sostegno emotivo e occasioni di interazione e di confronto che, in particolare in età avanzata, rivestono un’importanza cruciale nel preservare le capacità cognitive e le abilità individuali. Oltre il 20% dei nuclei familiari valdostani nel 2021 era costituito da persone sole con più di 60 anni. Il 57% degli ultra-sessantenni si trovava in questa condizione e la stessa percentuale era più alta tra le donne (circa il 70%) rispetto agli uomini (45%). Il tema degli anziani che vivono soli – condizione che spesso non è l’espressione di una preferenza ma il risultato di eventi al di fuori del controllo dell’individuo – rappresenta oggi una delle principali minacce allo sviluppo della qualità della vita in tarda età. Stili di vita: la frammentazione dei nuclei familiari

La composizione dei nuclei familiari nel 2022 12 persone sole famiglie con più di 5 persone coppie con figli coppie senza figli monogenitori persone sole di 60 anni e più Territorio v. % v. % v. % v. % v. % maschi v.% femmine v.% totale v.% Italia 33,1 5 50,3 32,4 17,3 39,8 70,7 57,1 Nord 34,1 4,7 48,5 35,9 15,6 38,8 70,5 56,5 Piemonte 38,4 3,5 46,2 37,2 16,6 44,5 72,8 60,1 Valle d'Aosta 40,9 4,4 46,3 34,3 19,3 44,8 69,6 57,7 Liguria 41,3 2,8 43,6 37 19,4 41,1 70,1 57,6 Lombardia 32,7 4,9 50,4 35,1 14,5 37,4 69,4 55,5 Provincia Autonoma Bolzano 37,1 6,9 54,2 31,5 14,4 38,2 61,9 50,6 Provincia Autonoma Trento 34,7 6,8 49,7 37,4 12,9 35 77,9 58,9 Veneto 29,9 5,8 50 35,7 14,2 38,6 73,4 58 Friuli-Venezia Giulia 35,6 4 44,3 39,2 16,4 41,6 71,6 58,1 Emilia-Romagna 33,3 4,8 46,6 36 17,4 34,1 67,7 52,3 Centro 35 4,1 47,7 32,5 19,7 40,8 68,2 56 Toscana 34,6 4,3 46,9 35,2 17,9 41,4 69,7 57 Umbria 32,6 5,1 47,1 35,2 17,7 48,2 69,4 60,2 Marche 30,1 5,2 46,6 32,6 20,9 33,5 71,9 54,1 Lazio 36,8 3,6 48,7 30,3 21 41 66,4 55,3 Mezzogiorno 30,5 6 54,5 27,2 18,4 40,6 72,9 59,1 Abruzzo 33,7 5,3 52,1 29,8 18,1 38,9 66,7 54,7 Molise 32,7 5,2 51,1 32,4 16,5 47,6 73 62,2 Campania 27,6 8 56,7 22,4 20,9 39,5 71,1 57,3 Puglia 28,7 6,5 55,7 29,5 14,8 42,6 74,5 61,6 Basilicata 35,3 3,9 53,8 29,6 16,6 36,8 71,8 55,6 Calabria 33,7 4,7 53,3 27,8 18,9 45,8 75,6 63 Sicilia 30,8 5,4 54,6 27,6 17,8 39,8 74,4 60,3 Sardegna 34,2 2,9 47,5 31,5 21,1 37,6 71,9 55,6 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

I processi di individualizzazione: il tasso di separati/divorziati 13 5,4 5,4 4,8 4,7 4,2 4,1 3,8 3,8 3,7 3,6 3,3 0 1 2 3 4 5 6 % divorziati. Le 10 regioni con i valori più alti - anno 2021 42,8% 57,2% Divorziati per sesso in Valle d'Aosta v. % - 2021 Uomini Donne Elaborazione su dati ISTAT- stato civile

Le condizioni socio-economiche 14 La Valle d’Aosta è storicamente una regione con una buona qualità della vita e con un elevato livello dei redditi, se paragonato alla maggior parte delle regioni Italiane. Nel 2023, nella consueta indagine sulla qualità della vita condotta dal Sole 24 Ore, si è piazzata, relativamente alla sezione «anziani», al quarto posto su 107 province. In un analogo esercizio condotto da Italia Oggi utilizzando indicatori differenti, Aosta si posiziona al nono posto, nella parte più alta della classifica. Nonostante questi traguardi, non è possibile ignorare che da molto tempo questa regione si trova in una situazione di scarso dinamismo, soprattutto al confronto con le realtà territoriali maggiormente comparabili per statuto e caratteristiche socio-demografiche (Trento e Bolzano), fenomeno che si ripercuote negativamente sulla crescita economica e sul livello dei redditi. Nel 2023 il PIL valdostano dovrebbe crescere (previsioni Svimez) dell’1%, il doppio di quanto previsto mediamente a livello nazionale (0,5%). Tuttavia, se posto in relazione al periodo pre Covid, le previsioni indicano un mancato recupero dei valori (-0,1%) rilevati per il 2019, mentre a livello Italia si stima un recupero superiore all’1,3%, grazie soprattutto alle prestazioni di Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche. Nel 2019, in termini reali il PIL valdostano era ancora inferiore del 9% a quello del 2007, anno di inizio della Crisi Finanziaria, mostrando di aver accumulato un ritardo molto più ampio rispetto a quello nazionale (-3,8%). Il livello del prodotto regionale atteso per il 2022 risulterebbe inferiore di circa 8,5% rispetto al 2007 (Nota di aggiornamento al Dup 20232025 del Comune di Aosta).

15 Nel 2022 il reddito disponibile delle famiglie valdostane è cresciuto del 5,7% a valori correnti, secondo le stime di Prometeia, grazie alle crescita del numero di occupati. Il potere d’acquisto è stato però significativamente eroso dal concomitante incremento dei prezzi: secondo Banca d’Italia, in termini reali il reddito familiare si è contratto dell’1,2%, una diminuzione lievemente più accentuata della media nazionale, a fronte della crescita dell’anno precedente. Nel 2021 (ultimo anno disponibile nei Conti economici territoriali dell’Istat), il reddito disponibile delle famiglie valdostane era pari, in termini pro capite, a circa 21.600 euro, superiore di oltre il 9 per cento rispetto alla media italiana e in crescita nel confronto con l’anno precedente, ma inferiore alla media Nord. Il reddito pro capite risultava ancora inferiore in termini reali ai valori pre-pandemia, a causa soprattutto della contenuta dinamica del monte salari dei lavoratori del turismo (Banca d’Italia). Le condizioni socio-economiche

16 21.593 26.296 22.381 22.757 19.753 - 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 Valle d'Aosta Provincia autonoma di Bolzano Provincia autonoma di Trento Nord Italia Reddito disponibile lordo pro capite 2021 Le condizioni socio-economiche/1 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

17 • I dati sul mercato del lavoro, pur mostrando un più alto tasso di occupazione della nostra regione rispetto alla media nazionale, confermano la presenza di alcune criticità strutturali: • l’elevata quota di contratti di lavoro a termine all’interno di un volume occupazionale complessivo risalito dopo la crisi pandemica; • una quota di occupati irregolari molto elevata, se confrontata con le atre regioni del Nord; • la polarizzazione dell’occupazione su aggregati di impresa di piccole e piccolissime dimensioni a fronte di grandi gruppi di impresa; • la frammentazione dei processi di sviluppo produttivo fra imprese ad alta capacità di innovazione tecnologica e organizzativa e settori e comparti connotati da una domanda di lavoro scarsamente qualificata. Il mercato del lavoro

18 Tasso di occupazione Tasso di attività totale femmine femmine Totale femmine Classe di età15-64 anni 15-64 anni 55-64 anni 15-64 anni 15-64 anni 2022 T2-2023 2022 T2-2023 2022 2022 T2-2023 2022 T2-2023 Territorio Italia 60,1 61,6 51,1 52,6 45,2 65,5 66,7 56,4 57,5 Nord 68,1 69,6 60,8 62,7 50,9 71,8 73,1 64,9 66,3 Piemonte 66,3 68,0 59,7 61,1 52,3 71,0 71,9 64,4 64,9 Valle d'Aosta 69,8 69,6 66,0 65,5 58,9 73,8 72,9 70,6 68,2 Liguria 66,0 68,4 57,3 60,6 49,7 71,0 73,0 62,9 66,4 Lombardia 68,2 68,8 60,4 61,7 49,6 71,7 72,1 64,4 65,0 Provincia Autonoma Bolzano 74,1 73,6 69,0 69,8 63,3 75,8 74,6 71,2 70,5 Provincia Autonoma Trento 69,5 70,7 63,5 65,1 53,2 72,3 73,3 66,9 68,0 Veneto 67,8 71,6 59,8 63,6 47,3 70,8 74,7 63,2 67,0 Friuli-Venezia Giulia 68,5 68,9 61,9 62,0 52,4 72,4 72,3 66,3 66,1 Emilia-Romagna 69,7 70,9 63,4 64,9 54,6 73,5 74,6 67,6 69,0 Centro 64,8 66,3 57,6 58,2 53,3 69,7 70,6 62,7 62,7 Toscana 68,6 69,8 62,1 62,7 57,2 73,1 73,8 66,9 67,1 Umbria 64,9 64,9 58,1 56,8 54,2 69,8 69,7 63,1 62,1 Marche 66,8 67,0 59,8 59,8 53,8 71,4 70,2 64,6 63,3 Lazio 61,8 64,1 54,1 55,3 50,6 67,1 68,8 59,7 60,0 Mezzogiorno 46,7 48,1 34,4 35,8 32,6 54,6 55,8 41,5 42,7 Abruzzo 58,4 61,0 47,5 50,0 43,0 64,7 67,1 54,7 56,3 Molise 54,8 58,0 44,5 46,9 39,0 61,5 63,5 50,3 52,2 Campania 43,4 44,4 30,6 30,2 31,1 52,6 53,2 38,4 37,6 Puglia 49,4 51,2 35,4 38,8 30,4 56,3 58,1 42,0 45,7 Basilicata 53,1 53,2 39,9 41,0 39,2 57,3 58,6 44,2 45,8 Calabria 43,5 44,2 31,8 32,1 27,9 51,1 52,8 38,3 39,7 Sicilia 42,6 44,3 30,5 32,6 29,8 51,2 52,4 37,8 39,1 Sardegna 54,9 55,9 46,7 48,4 43,6 62,2 62,3 54,0 54,7 Il mercato del lavoro Fonte: elaborazione su dati ISTAT

19 Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione Partecipazione alla formazione continua Trasformazioni da lavori instabili a lavori stabili Occupati in lavori a termine da almeno 5 anni Occupati sovraistruiti Occupati non regolari 2022 2022 2020 2022 2021 2020 v. % v. % v. % v. % v. % v. % Valle d'Aosta 13,3 10,2 19,2 17,2 23 10,1 Provincia autonoma di Bolzano 13,5 14,6 23,7 22,4 16,4 8,4 Provincia autonoma di Trento 7,3 14 23,7 16,3 26,1 9,5 Nord 9,9 10,3 26,9 12,3 24,6 9,4 Italia 11,5 9,6 22,4 17 26 12 *Rapporto tra tassi di occupazione (25-49 anni) delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli Rapporto tra i tassi di occupazione* Part time involontario Totale Part time involontario Femmine Occupati che lavorano da casa Femmine 2022 2022 2022 2022 v. % v. % v. % v. % Valle d'Aosta 86,5 8,2 13,4 7,5 Provincia autonoma di Bolzano 68,5 4 5,7 13,1 Provincia autonoma di Trento 78,6 7,1 11,7 13,8 Nord 77,8 8 13,5 14,3 Italia 72,4 10,2 16,5 13,8 Indicatori sul sistema formativo e la qualità del mercato del lavoro Fonte: elaborazione su dati ISTAT

20 Le condizioni di salute

I fattori di rischio, le condizioni di salute Il Comitato deputato alla valutazione dei Livelli Essenziali di Assistenza nelle regioni italiane ha recentemente espresso un parere positivo circa l’evoluzione negli stili di vita e nelle condizioni fisiche della popolazione valdostana in relazione alla sedentarietà, al mass body index (che classifica le persone nelle tre categorie normo/sottopeso, sovrappeso, obeso), all’abitudine al fumo e al consumo di alcol. Secondo i dati più recenti pubblicati dall’ISTAT, gli stili di vita dei valdostani presentano in effetti minori fattori di rischio per la salute rispetto alla media delle regioni italiane. Nel 2022 la popolazione residente in Valle d’Aosta si distingueva, nel panorama italiano, per una minore propensione alla sedentarietà (20,3% rispetto a una percentuale nazionale del 36,3%) e al fumo (17% rispetto al 20,2%) e per una più bassa proporzione di persone in sovrappeso o obese (40,2% contro 44,5%). Tuttavia, si caratterizzava anche per una maggiore incidenza di «forti bevitori» di alcolici che eccedono nel consumo quotidiano o praticano il binge drinking. Tali comportamenti interessano il 23,5% dei residenti con almeno 14 anni, il tasso più alto in assoluto in Italia (media: 15,5%). 21 Le rilevazioni disponibili restituiscono il ritratto di una popolazione più in salute rispetto a quella dell’Italia nel suo complesso sebbene, dal confronto con le altre regioni emerga anche la presenza di ampi margini di miglioramento sia dal lato della prevenzione delle malattie croniche sia dal lato del trattamento di queste problematiche e della tutela della qualità di vita di coloro che ne sono affetti. Nel 2022 la percentuale di individui che si dichiaravano in uno stato di buona salute era del 71,1%, un valore inferiore a quelli rilevati nelle Province di Trento (75,1%) e Bolzano (83,9%) e in Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo e Campania.

22 Fonte: dati ISTAT Diffusione dei fattori di rischio nella popolazione (valori percentuali). Anno 2022. Italia e regioni. Persone totalmente sedentarie ogni 100 residenti con più di 14 anni Fumatori ogni 100 residenti con più di 14 anni Consumatori a rischio di alcolici ogni 100 residenti con più di 14 anni Persone con un’alimentazione adeguata ogni 100 residenti con più di 3 anni Persone in sovrappeso o obese ogni 100 residenti con più di 18 anni Piemonte 29,5 19,9 18,1 22,2 42,4 Valle d'Aosta 20,3 17,0 23,5 14,0 40,2 Liguria 29,1 23,1 17,4 17,2 41,4 Lombardia 25,6 19,7 16,8 17,9 41,2 P.A. di Bolzano 16,5 16,4 20,8 15,5 38,8 P.A. di Trento 15,4 16,9 19,8 22,6 41,5 Veneto 25,8 16,3 19,6 16,4 42,4 Friuli-Venezia Giulia 21,6 20,2 21,9 18,5 44,3 Emilia-Romagna 26,7 22,4 16,2 21,4 44,7 Toscana 27,6 21,4 16,8 19,0 42,4 Umbria 29,0 24,8 16,9 23,6 44,2 Marche 30,4 22,1 19,3 18,9 43,5 Lazio 38,4 20,8 14,5 20,5 39,7 Abruzzo 35,8 19,9 15,3 12,0 45,9 Molise 43,9 22,4 18,7 12,5 51,4 Campania 53,5 20,2 11,6 9,6 54,1 Puglia 53,4 20,1 12,2 12,7 49,8 Basilicata 52,5 20,7 14,9 7,9 52,8 Calabria 58,2 17,9 13,5 13,4 47,4 Sicilia 57,7 22,5 9,2 12,1 49,2 Sardegna 35,4 17,4 17,7 19,8 40,4 Italia 36,3 20,2 15,5 16,8 44,5 I fattori di rischio, le condizioni di salute

I fattori di rischio, le condizioni di salute e la speranza di vita 23 Nonostante il quadro degli stili di vita della popolazione sia complessivamente positivo (come confermato dalla valutazione del Comitato LEA) la speranza di vita alla nascita nel 2022 era pari soltanto ad 82,3 anni, ovvero più bassa di quasi un anno rispetto alla media del Nord e di alcuni mesi al parametro nazionale. Tutte le regioni del Centro-Nord hanno una maggiore speranza di vita. L’attesa di vita relativamente bassa dei valdostani appare paradossale rispetto agli importanti traguardi raggiunti nelle condizioni di salute, misurabili secondo varie dimensioni. Infatti, al di là dell’incidenza di patologie croniche, che dipende in primo luogo dalla struttura demografica, in Valle d’Aosta il 48% dei malati cronici dichiara di essere in uno stato di buona salute (a livello nazionale è il 44,7%, in Lombardia il 50,9 %, nella provincia di Trento il 52,4% e in quella di Bolzano il 61,4%). Se si considerano poi le condizioni degli anziani con più di 75 anni, coloro che hanno tre o più patologie croniche o le cui condizioni di salute rappresentano un impedimento nello svolgere le attività quotidiane sono il 38,8%, un tasso molto contenuto, tenuto conto che in Piemonte sono pari al 41,9% e in Lombardia superano il 45%, anche se nelle province di Bolzano e Trento tale quota si riduce considerevolmente, rispettivamente fino al 27,9% e al 34,1%.

24 Percezione di buona salute e diffusione di malattie croniche nella popolazione (valori percentuali). Anno 2022. Italia e regioni. Persone che dichiarano uno stato di buona salute Persone con almeno una malattia cronica Persone con almeno due malattie croniche Persone con malattie croniche in buona salute Piemonte 69,5 41,6 21,7 43,2 Valle d'Aosta 71,1 40,6 19,8 48 Liguria 66,1 43 24,1 38,3 Lombardia 71,6 40,7 20,1 50,9 P. Autonoma Bolzano 83,9 31,2 11,4 61,4 P. Autonoma Trento 75,1 37,8 18,3 52,7 Veneto 70,3 41,5 20,2 46,3 Friuli-Venezia Giulia 69,1 40,8 22,3 46,3 Emilia-Romagna 69,6 40,4 21,4 43,1 Toscana 71,4 38,5 19,2 46,8 Umbria 71,8 41,2 21,7 50,3 Marche 68,7 42,7 22,3 43,7 Lazio 72 40,2 22,3 47,3 Abruzzo 71,7 41,9 20,7 48,2 Molise 67,2 39,5 23,2 40,2 Campania 72 39,7 22,5 44,1 Puglia 68,8 38,7 21,4 40,2 Basilicata 66,6 42,5 25,5 39,6 Calabria 62,2 40,9 24,3 34,2 Sicilia 68,6 39,2 23 35 Sardegna 66,4 44,6 25,2 42,9 Italia 70,2 40,4 21,5 44,7 Lo stato di salute della popolazione Fonte: dati ISTAT

25 La speranza di vita «senza limitazioni nelle attività» dei 65enni, pari a 10,4 anni, è diminuita rispetto al periodo pre Covid (era 11,9 anni nel 2019), mentre è aumentata nelle regioni del Centro (da 10,2 a 10,5 anni) e del Nord (da 10,8 a 11 anni) ed è rimasta stabile livello nazionale (10 anni). Un ulteriore dato poco soddisfacente che impatta negativamente sulla speranza di vita riguarda la frequenza delle morti che si verificano ogni anno, ma che sarebbero state «evitabili» se si fossero attuati trattamenti tempestivi ed efficaci, azioni di prevenzione (secondaria e primaria) e interventi di salute pubblica. Il tasso annuale delle morti riconducibili a questa categoria di cause ammontava nel 2022 a 16,3 ogni 10.000 residenti con meno di 75 anni, risultando più alto della media del Centro (15,9) e del Nord (15,5) del Paese. Come in tutte le altre aree del Paese, la mortalità evitabile impatta più significativamente sulla popolazione maschile (22,2 ogni 10.000) rispetto a quella femminile (10,6). Speranza di vita senza limitazione a 65 anni e il tasso di morti evitabili

26 Speranza di vita alla nascita (in anni) Tasso di mortalità evitabile tra 0 e 74 anni (x 10.000) Percentuale di over 75enni con multicronicità e limitazioni gravi Speranza di vita alla nascita in buona salute (in anni) Speranza di vita a 65 anni senza limitazioni funzionali (in anni) 2022 2020 2022 2022 2022 Piemonte 82,5 22,5 41,9 60,8 10,7 Valle d'Aosta 82,3 22,2 38,8 60,9 10,4 Liguria 82,5 21,2 48,5 59,1 10,5 Lombardia 83,2 20,8 45,3 61,0 11,4 Bolzano 83,3 19,5 27,9 69,3 12,4 Trento 84,0 17,9 40,4 63,2 12,2 Veneto 83,3 18,6 42,2 60,5 11,0 Friuli-Venezia Giulia 82,8 21,3 43,4 60,4 11,3 Emilia-Romagna 83,1 19,5 47,9 59,9 10,6 Toscana 83,2 19,4 42,7 62,5 11,6 Umbria 83,2 20,6 52,2 62,5 10,4 Marche 83,2 19,2 51,7 60,2 10,0 Lazio 82,8 22,3 49,5 61,4 10,0 Abruzzo 82,5 21,3 50,5 61,6 9,6 Molise 81,8 24,8 49,1 58,2 9,3 Campania 80,9 27,8 66,5 59,0 7,5 Puglia 82,4 21,8 50,1 58,6 9,3 Basilicata 82,1 22,5 56,9 57,9 7,9 Calabria 81,6 24,1 55,5 53,1 9,2 Sicilia 81,3 24,6 58,8 57,8 7,4 Sardegna 82,1 24,2 47,8 58,1 8,8 Italia 82,6 21,9 49,0 60,1 10,0 Speranza di vita alla nascita e indicatori complementari di salute pubblica. Anni 2020-2022 - Italia e regioni. Fonte: elaborazione su dati ISTAT

27 Il servizio sanitario

Il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza: una valutazione dello stato dell’offerta sanitaria Le Regioni italiane a statuto ordinario e la Sicilia, per poter accedere al maggior finanziamento del SSN - quota premiale del 3% delle somme dovute a titolo di finanziamento della quota indistinta del fabbisogno sanitario al netto delle entrate proprie - sono tenute a una serie di adempimenti, in base all’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, la cui attuazione viene verificata dal Comitato LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Ad esso è affidato il compito di monitorare l’erogazione delle prestazioni in condizioni di appropriatezza ed efficienza nell’utilizzo delle risorse. I LEA vengono valutati per mezzo di un insieme di indicatori afferenti a tre domini: l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenzadistrettuale el’assistenzaospedaliera. Seppure non siano interessate dal sistema premiale, sono oggetto di valutazione anche la Valle d’Aosta, le Province Autonome di Trento e Bolzano, il Friuli-Venezia Giulia e la Sardegna. Infatti, la finalità più importante del monitoraggio è quella di accertare l’effettiva erogazione dei servizi sanitari ai cittadini residenti su tutto il territorio nazionale (come previsto dalla Costituzione) e, qualora dovessero emergere ritardi, inadempimenti e carenze dell’offerta, offrire alle stesse regioni titolari del Servizio Sanitario gli strumenti conoscitivi necessari per migliorare la propria programmazione e la destinazione delle risorse. Il sistema di monitoraggio, inoltre, è una garanzia di trasparenza nei confronti dei cittadini e dei vari stakeholder. 28

29 Nel 2021, Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macroaree. Le Regioni che presentano un punteggio inferiore alla soglia in una o più macro-aree sono: • in una macro-area: Provincia Autonoma di Bolzano (Prevenzione), Molise (Ospedaliera), Campania (Distrettuale) e Sicilia (Prevenzione); • in due macro-aree: Sardegna (Distrettuale e Ospedaliera); • in tutte le macro-aree: Valle d’Aosta e Calabria. Il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza: in Calabria e in Valle d’Aosta i risultati peggiori

30 La valutazione finale dell’area Prevenzione collettiva e sanità pubblica per il 2021 fornisce un punteggio pari a 45,31, che risulta sotto la soglia di adempienza (esito positivo nel range 60100). Si segnalano delle criticità per gli indicatori «Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib); Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la 1° dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR); Copertura delle principali attività di controllo per la contaminazione degli alimenti, con particolare riferimento alla ricerca di sostanze illecite, di residui di contaminanti, di farmaci, di fitofarmaci e di additivi negli alimenti di origine animale e vegetale. L’area Distrettuale per il 2021 si attesta su un punteggio pari a 49,31, anch’esso al di sotto della soglia di adempienza. Si segnalano delle criticità per gli indicatori «Intervallo AllarmeTarget dei mezzi di soccorso»; «Tasso di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata per intensità di cura»; «Percentuale di re-ricoveri tra 8 e 30 giorni in psichiatria»; «Numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero deceduti per causa di tumore»; «N° di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura Il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza: la Valle d’Aosta

31 La valutazione finale dell’area Ospedaliera si attesta su un punteggio pari a 52,59, che risulta sotto la soglia di adempienza. Si segnalano criticità per gli indicatori «Quota di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150 (con 10% tolleranza) interventi annui; «Proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni»; «Percentuale parti cesarei primari in maternità di I e livello». Il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza: la situazione in Valle d’Aosta

Le risorse e i risultati del sistema sanitario valdostano Non è semplice esprimere una valutazione sulla «coerenza» tra le risorse impiegate e i risultati dei Sistemi Sanitari o, altrimenti, sull’efficacia della spesa sanitaria. Basti pensare alla mole di variabili, non strettamente connesse alle risorse del settore sanitario, e tuttavia determinati per le condizioni di salute degli individui (prevenzione, stili di vita, qualità dell’ambiente, istruzione, supporto familiare, …). Ciononostante, non è possibile ignorare la discrepanza tra le ingenti risorse veicolate, sia dalla Regione, sia dai cittadini tramite spesa out of pocket, e i modesti traguardi ottenuti nella speranza di vita (persino più bassa di quella media italiana) e, rispetto alle due principali realtà comparabili –Trento e Bolzano –, anche nello stato di salute della popolazione. Nel 2021, infatti, la nostra regione era la seconda in Italia per spesa sanitaria pubblica (2.479 euro pro capite) e la seconda anche per spesa sanitaria privata. Nonostante la spesa veicolata dalla regione superi i 2.450 euro pro capite, a fronte di una media italiana di 2.149 euro, i valdostani hanno destinato (in questo caso la statistica si riferisce al 2020) ben il 2,8% del Pil regionale ai consumi sanitari (il 2,2% a livello nazionale). E’ un dato che deve far riflettere sulla effettiva capacità del Sistema Regionale di intercettare la domanda di cure della popolazione (si consideri che la quota di Pil destinata alla spesa privata per la sanità dalle famiglie che vivono nelle province di Trento e Bolzano è pari a circa la metà del dato valdostano, rispettivamentel’1,7% el’1,4%). Vedremo nel seguito che, recentemente, il Comitato LEA ha espresso delle forti perplessità sulla qualità e la copertura dei servizi sanitari della Valle d’Aosta. 32

La spesa sanitaria. Italia e regioni. 33 Fonte: elaborazione su dati ISTAT Spesa sanitaria pubblica Spesa sanitaria delle famiglie in % del PIL Spesa sanitaria delle famiglie in % della spesa sanitaria totale 2018 2019 2020 2021 2018 2019 2020 2018 2019 2020 Piemonte 1.882,2 1.950,7 2.064,2 2.166,5 2,4 2,4 2,4 28,2 28,0 25,6 Valle d'Aosta 2.012,5 2.065,8 2.371,7 2.489,1 2,7 2,7 2,8 30,4 30,7 26,7 Liguria 2.059,0 2.094,2 2.206,2 2.312,8 2,1 2,1 2,1 24,1 24,2 22,2 Lombardia 1.946,6 1.971,3 2.058,0 2.151,9 1,8 1,8 1,8 27,4 27,5 25,3 Bolzano 2.304,2 2.269,7 2.587,3 2.689,0 1,4 1,4 1,4 22,0 22,4 19,2 Trento 1.942,0 1.952,9 2.161,6 2.260,0 1,8 1,8 1,7 25,0 25,0 21,8 Veneto 1.779,0 1.810,3 1.958,0 2.046,1 2,2 2,2 2,2 29,5 29,6 26,6 Friuli-Venezia Giulia 2.097,1 2.065,6 2.136,5 2.235,2 3,1 3,1 3,1 31,8 32,3 30,3 Emilia-Romagna 1.946,0 1.950,4 2.179,6 2.280,2 2,2 2,3 2,2 29,9 30,2 26,5 Toscana 1.892,8 1.953,9 2.129,3 2.224,3 2,1 2,0 2,2 25,6 25,3 22,6 Umbria 1.948,0 1.960,9 2.096,1 2.198,3 2,3 2,3 2,4 22,9 23,4 21,3 Marche 1.846,0 1.888,4 2.001,5 2.102,2 2,2 2,2 2,2 24,0 24,1 22,1 Lazio 1.852,1 1.925,5 2.064,4 2.159,5 1,8 1,8 1,8 24,5 24,4 22,1 Abruzzo 1.858,6 1.908,8 2.016,2 2.118,3 2,2 2,2 2,2 21,9 21,9 19,9 Molise 2.078,5 2.309,0 2.320,1 2.458,6 2,6 2,6 2,6 20,9 19,8 18,9 Campania 1.744,1 1.789,9 1.905,5 2.007,7 2,2 2,2 2,2 18,7 18,9 17,3 Puglia 1.856,9 1.916,2 1.996,5 2.091,9 2,7 2,7 2,7 20,8 20,8 19,2 Basilicata 1.866,9 1.894,5 2.001,2 2.111,5 2,7 2,8 2,8 23,6 23,8 22,0 Calabria 1.788,3 1.848,2 1.913,1 2.020,8 3,2 3,2 3,2 22,1 22,3 21,1 Sicilia 1.832,2 1.885,4 2.015,0 2.116,5 2,5 2,5 2,5 18,7 18,9 17,3 Sardegna 1.980,5 2.045,6 2.127,4 2.240,2 2,6 2,6 2,7 21,0 21,1 19,8 Nord-ovest 1.940,5 1.978,2 2.076,3 2.173,8 2,0 2,0 2,0 27,3 27,4 25,1 Nord-est 1.907,5 1.918,2 2.100,0 2.195,1 2,2 2,2 2,2 29,3 29,6 26,4 Centro 1.871,0 1.932,2 2.079,0 2.175,4 2,0 1,9 2,0 24,7 24,6 22,2 Mezzogiorno 1.826,2 1.881,8 1.984,1 2.086,9 2,5 2,5 2,5 20,0 20,2 18,6 Italia 1.881,2 1.924,7 2.050,3 2.149,0 2,1 2,1 2,2 24,9 24,9 22,7

34 Le risorse e i risultati del sistema sanitario valdostano

35 La non autosufficienza

• L’assistenza ai non autosufficienti è ormai un’emergenza sociale che sembra non adeguatamente affrontata dal sistema Paese. L’invecchiamento della popolazione testimonia i traguardi della scienza medica e del miglioramento delle condizioni di salute generali, ma allo stesso tempo pone sfide cruciali alle società avanzate, le quali devono affrontare la crescente domanda di servizi a sostegno della non autosufficienza in un quadro di risorse scarse e di politiche spesso non sintonizzate con i cambiamenti della domanda sociale. • Il modello di welfare dalle d’Aosta non sembra discostarsi da quello nazionale, che vede una predominanza dei trasferimenti cash nell’impiego delle risorse e una scarsa diffusione di servizi «in natura». Questa impostazione delle politiche per la non autosufficienza assegna, non sempre in modo esplicito, un ruolo centrale allo sforzo dei parenti, sia come acquirenti dei servizi disponibili sul mercato privato (talvolta non sufficientemente regolati, come nel caso del fenomeno dilagante delle assistenti familiari) sia come caregiver informali. I cambiamenti sociodemografici in atto impongono tuttavia di riconsiderare il modello di presa in carico delle fragilità, sia sul piano dell’equità sociale, sia su quello della sostenibilità nel lungo e nel medio periodo. Pensiamo non soltanto agli “squilibri” intervenuti nella piramide demografica, che vede aumentare di anno in anno la quota di individui appartenenti alle fasce di età più anziane, ma anche alla crescente partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne, vero perno del nostro welfare “familistico”. • Considerando i rapporti tra offerta e domanda, è possibile identificare tre gruppi di regioni, la regione Valle d’Aosta, insieme con Trentino Alto Adige, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, fa parte del gruppo nel quale la domanda supera l’offerta. L’offerta si distingue per l’orientamento verso la residenzialità: soluzioni assistenziali di tipo residenziale, accompagnate dall’offerta comunale dei servizi di sostegno socio-assistenziale; pochi utenti in ADI, limitata incidenza dell’indennità di accompagnamento (Network Non Autosufficienza–NNA, 2021) . • 36 La presa in carico della non autosufficienza

La presa in carico della non autosufficienza • Il tasso di copertura del bisogno degli anziani non autosufficienti garantito dalla rete socio-sanitaria pubblica è complessivamente molto contenuto in Valle d’Aosta. • In base ai dati resi disponibili a novembre dal Rapporto Oasi della Cergas Bocconi, nel 2021 la Valle d’Aosta si distingue per un tasso di copertura del bisogno della popolazione 75+ non autosufficiente tramite RSA (calcolato come rapporto tra numero degli ospiti dei presidi residenziali e popolazione over 75 non autosufficiente, appena superiore alla media Italia (10,4% vs 9,6%) e tuttavia inferiore ai valori rilevati per tutte le regioni del Centro–Nord, fatta eccezione per Lazio e Umbria. • Peggiore è la situazione relativamente alla copertura del bisogno socio-sanitario garantita attraversol’ADI: nella graduatoria regionale la Valled’Aostaè fanalino di coda con appena il 3% di popolazione over65 non autosufficiente - stimata in 7.265 unità - in carico presso l’AssistenzaDomiciliare integrata. Classificando le regioni in tre gruppi, abbiamo un primo, concentrato nel Centro-Nord, in cui viene raggiunta oltre il 25% del target (Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento); segue un cospicuo numero di regioni che coprono tra il 10 e il 20% del fabbisogno (Basilicata, Marche, Puglia, Campania, Umbria, Sicilia, Liguria, Abruzzo, Lazio). Infine, un ultimo gruppo di territori raggiunge meno del dieci per cento dei potenziali beneficiari: Sardegna, Calabria, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta. 37

Il DEFR 2024-2026 Il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) è il principale strumento di programmazione economico-finanziaria della Regione. Contiene le linee programmatiche dell’azione di governo regionale, orienta le successive deliberazioni della Giunta Regionale e dell’Assemblea Legislativa e costituisce il presupposto del controllo strategico. L’azione del Governo proposta nel DEFR è legata alla «sostenibilità a medio e lungo termine». Molta attenzione è dedicata allo sviluppo dell’economia turistica (investimenti sulle funivie). Gli aspetti controversi, in termini di non adeguata attenzione alla tutela dell’ambiente, sono l’opzione favorevole alla seconda canna del Traforo del Monte Bianco e il passo avanti sul progetto funiviario di Cime Bianche con l’indicazione di avviare l’iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica, “primo livello di progettazione a cui segue il progetto esecutivo”. E’ tuttavia carente la programmazione finalizzata a dare risposte ai problemi economici (rialzo dell’inflazione e indebolimento del potere di acquisto delle famiglie, crescente precarizzazione del mercato del lavoro), sociali (la diffusione delle dipendenze e dell’abuso di alcol e il disagio psicologico spesso non adeguatamente affrontato), collegati all’offerta sanitaria insufficiente (questione dell’ospedale sempre aperta, assistenza sanitaria distrettuale non efficace) e socio-demografici (crescita dell’isolamento fisico e relazionale, la senilizzazione crescente che imporrebbe di spostare parte del servizio sanitariodall’ospedaleal territorio). In particolare, la sezione DEFR sulla Sanità si distingue per il basso livello di operatività delle linee di programmazione e la riproposizione, senza innovazioni di rilievo, degli obiettivi contenuti nel Piano per la salute e il benessere sociale. 38

Il DEFR e il Piano regionale per la salute e il benessere sociale Con riferimento al settore sanitario, del quale la Pandemia ha rivelato numerose carenze e fragilità, il nuovo «Piano regionale per la salute e il benessere sociale appare parzialmente o completamente non attuato relativamente ai seguenti obiettivi programmatici: • Verificare la compatibilità tecnico-progettuale ed economica e la realizzabilità in termini cronologici adeguati del «progetto ospedale» (ampliamento del Parini), e individuare una soluzione soddisfacente. • Vi è ormai la certezza che nel prossimo bilancio regionale sono contabilizzati 190 milioni di euro per un ampliamento controverso, quello dell’ospedale Parini: secondo molti operatori del settore l’ampliamento non farà avere alla nostra regione un unico presidio ospedaliero moderno ed efficiente. • C’è consenso sul fatto che gli interventi sull’Ospedale Parini non sarebbero comunque in grado di recepire le innovazioni necessarie ad un vero ammodernamento. La sua collocazione geografica, inoltre, non favorisce l’integrazione con i servizi territoriali che, ricordiamo, rappresenta il principale obiettivo programmatico del DEFR, per quanto riguarda il capitolo della sanità. Secondo alcuni, è necessario realizzare un nuovo presidio collocato fuori città sia per ragioni logistiche (migliore accessibilità, maggiore dotazione di parcheggi, percorsi separati per pazienti e visitatori, efficienza nella gestione degli spazi …) sia perché questo favorirebbe un miglioramento delle specialità di lungo-degenza, grazie alla possibilità di accogliere i pazienti in spazi più ampi e immersi nel verde. 39

• Realizzare un modello di assistenza territoriale che vedrà i medici di medicina generale, gli infermieri e altri operatori coordinarsi con gli specialisti ospedalieri. Mantenere alcune sperimentazioni avviate durante la Pandemia, quando (pochi) studi dei medici di assistenza primaria sono stati dotati di personale e attrezzature atte a migliorare le possibilità di assistere i malati cronici e svolgere in loco esami diagnostici. Con vantaggi attesi sia sulla qualità del percorso di presa in carico, sia in termini di riduzione delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche. Non attuato • Riorganizzare i servizi territoriali del dipartimento di salute mentale, con particolare riguardo alla lotta alle dipendenze e alla psichiatria territoriale. Attuare misure di contrasto e prevenzione delle psicopatologie emergenti. Non attuato • Sviluppare la telemedicina e l’assistenza domiciliare, soprattutto a vantaggio dei territori più periferici, maggiormente interessati dalla presenza di popolazioni fragili e da difficoltà nel garantire interventi di soccorso tempestivi. Non attuato • Incrementare l’offerta di tipo socio-sanitario da parte delle strutture che ospitano anziani, oggi prevalentemente orientate all’accoglienza socio-assistenziale e alberghiera. Ciò comporterà la ridefinizione dei carichi assistenziali e del fabbisogno di personale, partendo da alcune strutture già presenti sul territorio. Non attuato • Introdurre meccanismi che incentivino i professionisti della salute a trasferirsi e a permanere in Valle d’Aosta, al fine di colmare le attuali carenze di personale di cui soffre il Servizio Sanitario Regionale. Parzialmente attuato 40 Il DEFR e il Piano regionale per la salute e il benessere sociale/1

41 Possibili obiettivi concreti per migliorare le prestazioni del SSR Migliorare le prestazioni del SSR Maggiore efficienza ed efficacia per perseguire gli obiettivi del PNRR: realizzare le case della comunità (sulla base del modello della casa della salute) e le reti di prossimità previsti dalla Missione 6. Collegare maggiormente i medici di medicina generale con i medici specialisti. Potenziare la telemedicina Incentivare l’accesso alle professioni sanitarie, anche con borse di studio Estendere le fasce orarie per effettuare esami Realizzare, anche in partenariato con la Regione Piemonte, un osservatorio epidemiologico in Valle d’Aosta Lavorare sui programmi di prevenzione primaria Potenziare i sistemi informativi

Il DEFR 2024-2026: a quali domande non risponde in modo soddisfacente • Il paradosso della sanità pubblica, che assorbe risorse importanti e offre risultati negativi in termini prestazioni offerte, è testimoniato dal Comitato Lea e dai dati riportati nel rapporto. • Il DEFR soffre della mancanza di una visione strategica e sistemica relativamente a diversi settori, anche tenuto conto delle peculiarità morfologiche (montagna) e socio-demografiche (elevata presenza di persone che vivono sole) della nostra regione. Ne sono esempio i settori dei trasporti e degli studi universitari (v. slide successiva), nonché delle società partecipate. Settori sottoposti a frequenti «aggiustamenti» o cambiamenti di rotta della programmazione regionale. • Il rimbalzo del post Covid ha favorito la crescita del numero degli occupati, ma l’aumento ha riguardato soprattutto i contratti a termine. Come si è visto nella slide sugli «Indicatori sul sistema formativo e la qualità del mercato del lavoro», la quota di occupati valdostani con lavoro a termine da almeno 5 anni è molto più alta che nel Nord Italia, Analogo riscontro vale per la quota % di lavoratori irregolari e per la trasformazione da lavori instabili a stabili, più bassa in V.d.A. • Inoltre, l’elevata quota degli abbandoni scolastici e la bassa partecipazione dei lavoratori alla formazione continua costituiscono crepe importanti nei sistemi dell’istruzione e del mercato del lavoro. 42

I nodi della programmazione e il DEFR 2024-2026 La nuova Università è un processo in via di lento e costoso completamento, tuttavia alla base del progetto sembra mancare una visione strategica. La realizzazione dello studentato – resa complicata anche dalla necessità di utilizzare diverse fonti di finanziamento e relative procedure (PNRR, Miur…) - dovrebbe essere una priorità, tenuto anche conto delle carenze del trasporto regionale. Relativamente ai trasporti, numerose sono le difficoltà che ostacolano l’efficienza e lo sviluppo dei trasporti pubblici locali. I lavori per conseguire gli obiettivi di seguito elencati sono in forte ritardo: • miglioramento della tratta ferroviaria Aosta/Ivrea; • riorganizzazione intermodale dei trasporti pubblici (riqualificazione stazioni ferroviarie come centri intermodali, ottimizzazione orari) • sostegno e promozione dell’uso del trasporto pubblico (agevolazioni tariffarie, limitazioni al traffico privato, car sharing e car pooling…); • implementazione di servizi a chiamata nelle aree (o nei periodi) a domanda debole Anche il «rilanciodell’Aeroporto regionale “Corrado Gex”» subisce forti ritardi. 43

Il bilancio 2024 • Il nuovo bilancio pareggia sulla cifra di 1 miliardo e 819 milioni di euro. • Circa 474 milioni sono destinati alla sanità, 213,1 all’istruzione e 122,8 alle politiche sociali. Dunque il welfare assorbe circa il 45% delle risorse totali. Agli enti locali vanno 130 milioni, ai trasporti e diritto mobilità 147,8 e la tutela del territorio potrà contare su 80,8 milioni. • Le spese correnti previste, al netto del contributo al risanamento della finanza pubblica nazionale di 82,8 milioni, si attestano a 1.250 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno scorso per via dei rinnovi contrattuali; gli investimenti (pari a circa il 23% della spesa totale) superano i 374 milioni di euro, anche questi in crescita rispetto al 2023. 44

Il bilancio 2024 - I consumi sostenibili • Maggiori contributi per la mobilità sostenibile, con una spesa ulteriore prevista per il 2024 di 600mila euro. In particolare sono concessi ai soggetti privati per l’acquisto di veicoli a bassa emissione nuovi di fabbrica e immatricolati in Valle d’Aosta o usati, purché acquistati presso concessionarie, contributi pari, al massimo, al 50% (prima era del 25%) della spesa ammissibile e, comunque, per un importo non superiore a: • 10.000 (prima era 6000) euro a veicolo per i soggetti privati non esercenti attività economica, incrementati di 4.000 euro per gli under 35 anni al momento di presentazione della domanda; • b) 12.500 euro (prima era 10mila) a veicolo per i soggetti privati esercenti attività economica non attinente al trasporto di passeggeri; • c) 15.000 euro a veicolo per i soggetti privati esercenti attività economica attinente al trasporto di passeggeri.”. • Crescono da 1.000 a 3mila euro i contributi per l’installazione di stazioni di ricarica domestiche. 45

Il bilancio 2024 - L’inclusione • 1 milione di euro per tre anni per l’Azienda regionale per l’Edilizia residenziale per far fronte all’incertezza delle entrate dovutaal 25% di morosità sugli affitti e al 36% delle spese condominiali. • Viene prorogato per il triennio 2024/2026 il piano di interventi nel settore delle opere di pubblica utilità che prevede l’assunzione di 30 persone per 140 giornate. • 1,3 milioni di euro in più per il fondo di rotazione per la concessione di mutui agevolati a favore della prima abitazione e per il recupero dei fabbricati situati nei centri storici, allo scopo di garantire il finanziamento delle domande che si prevede di ricevere nel corso dell’anno. • E’ prevista l’estensione ai docenti assunti con contratto a tempo determinato di supplenza annuale fino al termine dell’anno scolastico e ai docenti assunti con contratto a tempo determinato di supplenza temporanea fino al termine delle attività didattiche ed educative, del bonus di 500 euro per la formazione continua. La spesa prevista è di 300 mila euro 46

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