Indagine Sistema Socio-Sanitario Luglio 2021

LA TUTELA DELLA SALUTE MENTALE 22 La tutela della salute mentale dovrebbe rivestire ormai un ruolo centrale nella programmazione degli interventi sanitari e sociali, anche in considerazione delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ne sottolinea da anni il peso in termini di “burden of disease ” per i sistemi sanitari e sociosanitari. La stessa agenzia ha stimato che nel 2020 la depressione, la più diffusa tra le malattie mentali, sia la seconda malattia più diffusa in generale, dopo le patologie cardiovascolari. In Valle d’Aosta la presa in carico di queste problematiche appare non adeguata, considerando il rapporto tra risorse e utenti presi in carico. La rete dei servizi valdostani consiste di un presidio territoriale (che svolge attività ambulatoriale e domiciliare, principalmente con funzioni di coordinamento, accoglienza, analisi della domanda, valutazione e diagnostica), sette strutture residenziali e due strutture a ciclo diurno. I posti di tipo residenziale sono 176 – per un tasso di 16,6 ogni 10mila residenti, il più alto in Italia – , quelli di tipo diurno 31 – per un tasso di 2,9 per 10mila residenti, in linea con quello nazionale. Nel 2018, tuttavia, soltanto 150,3 persone ogni 10.000 abitanti hanno avuto almeno un contatto con le strutture dei Dipartimenti di salute mentale (considerando anche il privato accreditato), a fronte di un tasso nazionale di 166,6. Sempre nel 2018 era attivo nel territorio regionale un Ser.D (centro per la cura, la prevenzione e la riabilitazione delle persone che hanno problemi di dipendenza) con tre sedi di erogazione delle prestazioni. Esso impiegava 22 figure professionali, tra medici, psicologi, infermieri, educatori, assistenti sociali e personale amministrativo. Nello stesso anno sono stati presi in carico 279 utenti (dei quali 229 maschi e 50 femmine, 249 già in carico o rientrati e 30 nuovi). Complessivamente sono state erogate 31.299 prestazioni farmacologiche, ovvero 137,9 per utente (la media nazionale è di 185,4). Si evidenzia uno scarso ricorso alle prestazioni di tipo medico-infermieristico (visite, esami, procedure cliniche, … ), appena 4,4 per utente preso in carico rispetto a una media nazionale di 20. Sono invece più diffuse le prestazioni di tipo psicosociale (colloqui, interventi psicoterapeutici e socio-educativi, reinserimento, … ) dei quali ciascun utente ha beneficiato in media 17,2 volte a fronte di una media di 13 a livello Italia.

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