Democrazia energetica e inclusione sociale nelle aree interne

Responsabile della ricerca Serena Rugiero Democrazia energetica e inclusione sociale nelle aree interne Il ruolo della contrattazione sociale e territoriale nel contrasto alla povertà energetica. 14 dicembre 2022 Gruppo di Ricerca Giuliano Ferrucci, Luca Salvati, Giovanni Carrosio

Indice • Fornire strumenti interpretativi per definire, misurare e contrastare il fenomeno della povertà energetica in Italia. • Indagare tale fenomeno in relazione alle disparità territoriali e ai divari civili nelle aree periferiche ed ultra-periferiche del paese. • Contribuire alla costruzione di pratiche innovative di investimento sociale place-basede di nuovo welfare localeper rispondere ai bisogni di protezione dei soggetti più fragili. • Rafforzare il ruolo della contrattazione sociale e territoriale a favore di una transizione ecologica giusta. Scopi della ricerca-azione La ricerca-azione è un approccio scientifico finalizzato a generare riflessioni e azioni attraverso la relazione tra studiosi e attori del contesto di indagine.

POLITICHE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ ENERGETICA PER UNA GIUSTA TRANSIZIONE I Step RICERCA EMPIRICA SULLA POVERTÀ ENERGETICA NELLE AREE INTERNE II Step ANALISI PRATICHE DI INNOVAZIONE PLACE-BASED E DI CONTRATTAZIONE SOCIALE TERRITORIALE PROPOSTE STRATEGICHE E OPERATIVE A Z I O N E R I C E R C A Disegno della ricerca - azione

Indice Con“povertà energetica” si intende la condizione di difficoltàad acquistare un paniere minimo di servizi energetici o lo vincola ad una eccessiva distrazione di risorse famigliari, con effetti sul mantenimento di un standard di vita dignitoso, sulla salute delle persone ed il loro benessere. Oggetto della ricerca e problemi definitori →MA la mancanza di una definizione condivisa di PE si riflette sulla misurazione del fenomeno e sulla individuazione delle policy di contrasto. PE una delle più preoccupanti manifestazioni dei nuovi rischi sociali emergenti nelle economie avanzate Pandemia Impatti transizione ecologica Impatti conflitto Crisi economicofinanziaria In Italia 2,2 milioni le famiglie in povertà energetica nel 2021, pari all’8,5% del totale famiglie

Il modello d’analisi Contesto socioeconomico

Distribuzione delle interviste per regione e numero di comuni raggiunti 824 questionari valutabili Il campione di indagine Il disegno di campionamento è per quote a due stadi: 1°) i comuni periferici ed ultra-periferici; 2°) persone età >64 anni residenti in quei comuni. I comuni sono stati scelti con procedura casuale nel rispetto delle quote relative alla distribuzione regionale dei comuni periferici e ultra-periferici d’Italia.

Definizione di povero economico e vulnerabile economico È definito in «povertà economica» chi riferisce almeno una delle seguenti condizioni: • non riesce a soddisfare i bisogni primari della famiglia; • è beneficiario del bonus energia; • è beneficiario di agevolazioni economiche destinate a persone in difficoltà; • ha entrate annuali fino a 10 mila euro oppure comprese tra 10.001 e 20 mila euro ma le divide con almeno altre due persone conviventi. È considerato in condizione di «vulnerabilità economica» chi ha entrate annuali comprese tra 10 e 15 mila euro, è solo o al più convive con una persona ed è in condizione di soddisfare i propri bisogni primari senza alcuna agevolazione economica.

Definizione di casa inefficiente sul piano energetico È considerata inefficiente sul piano energetico l’abitazione che: • è stata costruita non dopo il 1970; • non è mai stata ristrutturata o è stata ristrutturata da più di 10 anni; • è priva di doppi vetri; • non è mai stata oggetto di lavori di efficientamento energetico e/o • è priva di impianto di riscaldamento

Partizione del campione Dalla combinazione della condizione economica e della stato dell’abitazione derivano cinque tipologie di rispondenti: • povero economico con casa inefficiente →«povero energetico» • vulnerabile economico con casa inefficiente →«vulnerabile energetico» • povero economico ma casa non inefficiente →«povero economico in senso stretto» • vulnerabile economico ma casa non inefficiente →«vulnerabile economico in senso stretto» • non in condizione di disagio economico I poveri energetici vengono definiti come nuclei familiari in condizioni di disagio economico e con un’abitazione non efficientata dal punto di vista energetico, rispetto ai poveri soltanto economici (“poveri economici in senso stretto”) che vivono in case comunque efficientate dal punto di vista energetico. I vulnerabili energetici sono coloro che, oltre alla condizione di disagio economico potenziale, sono anche esposto ad una situazione di fragilità per via di un’abitazione non efficientata dal punto di vista energetico, ‘vulnerabili esclusivamente economici’ (con un abitazione, cioè, efficientata dal punto di vista energetico).

La geografia del disagio Campione e geografia del disagio Le condizioni di disagio economico ed energetico evidenziano una geografia non del tutto associata alle disparità nord-sud, evidenziando situazioni di disagio anche nelle aree più ricche del paese, e documentando quindi la povertà energetica come un’emergenza nazionale

Povertà energetica per stato civile (distribuzione % dei rispondenti) Profilazione socio-anagrafica dei gruppi Polarizzazione tra persone coniugate/conviventi e persone che non vivono con un partner. La maggior parte dei rispondenti in stato economico non di disagio è coniugata o convivente (73.1%). I poveri energetici sono in maggioranza vedovi. Una proporzione lievemente maggiore di separati e/o divorziati si osserva tra i poveri e vulnerabili energetici rispetto alle classi caratterizzate da disagio esclusivamente economico. La maggior parte degli intervistati collocati nella classe socioeconomica dei poveri energetici è donna (61,4%) 9,9 5,0 10,2 12,2 5,6 33,3 50,0 52,0 42,6 73,1 49,4 37,5 32,7 42,6 17,6 7,4 7,5 5,1 2,6 3,7 0% 20% 40% 60% 80% 100% Povero energetico Vulnerabile energetico Povero economico in senso stretto Vulnerabile economico in senso stretto Non in disagio economico Celibe/nubile Coniugato/a o convivente Vedovo/a Separato/a o divorziato/a

Profilazione socio-anagrafica dei gruppi Povertà energetica per titolo di studio (distribuzione % dei rispondenti) • Tra poveri e vulnerabili è particolarmente diffuso il titolo di studio elementare. • Il 10% dei poveri energetici non ha conseguito alcun titolo di studio • gli intervistati non in condizione di disagio sono la classe in cui i concentrano diploma di istruzione superiore o laurea. I rispondenti classificati non in condizione di disagio hanno lavorato in passato nel 75,2% dei casi, i poveri energetici hanno lavorato nel 65,1% dei casi. Le pensioni di invalidità sono leggermente più frequenti tra i poveri ed i vulnerabili energetici rispetto alle altre classi. 9,8 5,0 4,6 4,3 2,8 58,5 55,0 53,1 53,0 25,3 29,3 20,0 25,5 32,2 32,7 2,4 20,0 14,8 10,4 31,5 2,0 7,7 0% 20% 40% 60% 80% 100% Povero energetico Vulnerabile energetico Povero economico in senso stretto Vulnerabile economico in senso stretto Non in disagio economico Nessun titolo Licenza elementare Licenza media Diploma di scuola sup. Titolo universitario

La condizione abitativa Più netto isolamento dei vulnerabili e dei poveri energetici: il 44% di questi ultimi vive da solo, percentuale che decresce nelle altre classi fino a raggiungere il 17% tra i rispondenti non in condizione di disagio, e maggiormente rispetto agli altri in una posizione isolata dell’abitazione. Alla condizione di povertà energetica si associano più frequentemente degli altri gruppi: l’assenza della casa di proprietà, il vivere in abitazioni monofamiliari o bifamiliari cielo/terra, il vivere in abitazioni di dimensioni ridotte. L’80,7% ed il 77,7% dei poveri e dei vulnerabili energetici vive in un’abitazione costruita prima del 1970, a differenza dei nuclei familiari in condizioni di non disagio (42%), ma anche dei poveri (41,3%) e dei vulnerabili (44,3%) esclusivamente economici. La presenza dei doppi infissi aumenta significativamente muovendosi dai poveri ‘energetici’ ai rispondenti classificati non in condizione di disagio. Spese di efficientamento energetico dell’abitazione sono state affrontate da circa il 65% degli intervistati. Tuttavia, questa percentuale scende drasticamente tra i poveri energetici (25%) e tra i vulnerabili energetici (35%) L’aver affrontato spese di efficientamento energetico è un fatto un po’ più diffuso tra poveri e vulnerabili economici i quali però hanno fatto meno ricorso alle agevolazioni esistenti rispetto alle famiglie non in disagio. Profili dei rispondenti per spesa (si/no) per l’efficientamento abitazione (distribuzione %)

Il riscaldamento dell’abitazione • Poveri e vulnerabili energetici si riscaldano prevalentemente con il camino tradizionale a legna. • Le tipologie di riscaldamento legate alle energie rinnovabili sono assenti. • Dichiarano, inoltre, di non usufruire di un impianto di riscaldamento più di 10 nuclei familiari su 100 sia tra i poveri che vulnerabili energetici. Poveri e vulnerabili energetici vivono in abitazioni meno frequentemente raggiunte dal gas metano Incidenza delle diverse tipologie di riscaldamento (per 100 intervistati nella stessa condizione socio-economica)

Una temperatura confortevole sia d’inverno che d’estate è stata osservata nel 79% delle abitazioni negli intervistati non in condizioni di disagio, percentuale che scende proporzionalmente fino al 52% e al 34%, rispettivamente, tra gli intervistati classificati come vulnerabili energetici e come poveri energetici. All’inverso, le abitazioni considerate non confortevli sono maggiormente diffuse tra i poveri energetici (24%) e tra i vulnerabili energetici (10%) rispetto alle altre classi Condizioni di salute e comfort termico Associazione tra condizioni di salute, difficoltà economica, disagio abitativo per inefficienza energetica • L’incidenza percentuale di intervistati che dichiara buone condizioni di salute è particolarmente elevata (46%) tra i rispondenti classificati non in condizione di disagio, all’opposto cattive condizioni di salute sono preponderanti tra poveri e vulnerabili. • Le famiglie ‘povere energetiche’ concentrano la maggiore incidenza di persone che soffrono di patologie gravi (57%), seguite dai vulnerabili energetici (45%).

 Dichiarano di aver ricevuto il bonus energia elettrica e/o gas circa 2 intervistati su 10 in condizioni di povertà, con incidenza lievemente maggiore tra i poveri esclusivamente economici. Tra chi non ne ha fatto richiesta, 4 (o più) intervistati su 10 non erano a conoscenza di questa opportunità. Tuttavia, tale percentuale è nettamente più alta tra i poveri e vulnerabili energetici e diminuisce tra i poveri e vulnerabili esclusivamente economici, a testimonianza di un profilo socioeconomico di povertà e fragilità energetica nel quale, a tratti di disagio economico, si aggiunge una scarsa consapevolezza e conoscenza delle opportunità offerte dalla normativa vigente. Tra i nuclei familiari poveri circa 8 rispondenti su 10 dichiarano di non aver ricevuto alcuna altra agevolazione. Le agevolazioni più frequenti sono il sostegno diretto al reddito (p.e. reddito di cittadinanza), in soli 8 casi su 100, e le agevolazioni fiscali riconosciute dal comune sulla tassazione locale, in altri 8 casi su 100. Più di un intervistato su due non conosce la nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU): la scarsa informazione sulla DSU sembra trasversale a tutte le classi socio-economiche nel campione. Centrale il ruolo dei CAF nell’informazione ai poveri energetici e in generali alle persone in condizioni di disagio economico. Il consumo di energia e agevolazioni

45,8 50,6 86,7 19,3 53,0 13,3 41,0 7,2 19,3 65,7 45,1 86,1 53,7 76,9 17,9 53,7 33,6 49,4 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 Usare riscaldamento autonomo solo se necessario Utilizzare elettrodomestici in specifiche fasce orarie Spegnere luci quando non servono Acquistare elettrodomestici che consumano meno Utilizzare lampade a basso consumo Utilizzare il condizionatore solo se serve Spegnere impianti TV/PC quando non servono Acquistare prodotti a basso impatto sull'ambiente Ridurre rifiuti Non in disagio economico Povero energetico Comportamenti associati al consumo di energia Percentuale di intervistati che riferiscono comportamenti ecosostenibili Comportamenti di limitazione del consumo di energia adottati in modo omogeneo tra gli intervistato. Adozione di comportamenti meno ecosostenibili da parte di Poveri e vulnerabili energetici rispetto a tutti gli altri gruppi.

Stili di vita e partecipazione sociale I poveri ed i vulnerabili, e soprattutto quelli energetici, sono persone particolarmente stanziali. La percentuale di intervistati che si reca con maggiore regolarità nel centro urbano più vicino, aumenta rapidamente passando dai poveri energetici alle persone non in condizioni di disagio. Tuttavia, alla domanda “se ne avesse la possibilità, si trasferirebbe in città?”, i poveri energetici sono quelli che rispondono maggiormente in modo positivo rispetto a tutte le altre classi considerate in questa indagine. 58,5 55,0 54,4 51,3 28,3 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 Povero energetico Vulnerabile energetico Povero economico in senso stretto Vulnerabile economico in senso stretto Non in disagio economico Percentuale di intervistati che riferiscono di recarsi in città solo in casi eccezionali

Stili di vita e partecipazione sociale I poveri energetici partecipano poco o nulla alle attività ricreative, culturali, sociali, sindacali e religiose nella comunità di appartenenza. Ciò, insieme alle altre evidenze, indica un alto grado di ‘isolamento sociospaziale’ nei poveri energetici. Il livello di soddisfazione individuale per la qualità della vita nel proprio comune è relativamente alto nel campione (7 rispondenti su 10). I poveri energetici sono coloro che manifestano il giudizio, in termini relativi, più critico, pari a 29 rispondenti su 100 (molto o abbastanza negativo). Tale percentuale si abbassa leggermente per i vulnerabili energetici (25%), per i poveri (19,1%) e i vulnerabili (11,3%) in senso lato. Coloro che non sono in condizione di disagio manifestano un giudizio negativo solo nel 10,5% dei casi. 2,8 2,9 2,8 2,8 21,3 2,8 6,8 75,3 4,5 10,3 11,5 16,1 36,0 36,3 39,8 90,4 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 Partecipare ad attività formative Svolgere attività sportiva Viaggiare in Italia o all'estero Partecipare ad eventi culturali Frequentare luoghi di ritrovo Navigare su internet Leggere giornali e periodici Avere relazioni familiari Non in disagio economico Povero energetico Abitudini di vita (percentuale di intervistati che rispondono «spesso» o «sempre»)

 I poveri energetici sono un gruppo che rivela una maggiore fragilità socioeconomica sia per quanto riguarda le condizioni materiali, sia per lo stato dell’abitazione, sia per le condizioni più generali di vita (in condizione di isolamento, con scarsa interazione sociale, poca informazione verso le opportunità dei bonus energetici, limitata conoscenza del dibattito sui temi energetici, atteggiamenti meno sostenibili dal punto di vista ambientale). Analogamente i vulnerabili ‘energetici’ sembrano affrontare condizioni di maggiore fragilità rispetto ai ‘vulnerabili esclusivamenteeconomici’.  Questo risultato conferma l’importanza della dimensione non-economica nella stima delle condizioni di povertà energetica. Sommati ai poveri energetici, i vulnerabili energetici rappresentano una porzione della popolazione intervistata non trascurabile, erichiedono politiche mirate. →La povertà energetica appare essere una dimensione omogenea nello spazio, mostrando disparità territoriali contenute. →Considerare la povertà energetica come un fenomeno a caratura nazionale e molto intenso nelle aree interne è indispensabile nella formulazione delle nuove politiche di supportoe di ristoro alle avversità economiche. In definitiva…

 Bonus elettrico e Bonus gas, introdotto negli anni 2008 e 2009, ora con riconoscimento automatico per chi chiede DSU, strumento importante per dare sollievo immediato alle famiglie più in difficoltà. Interventi temporanei contro il «caro energia » con l’eliminazione oneri generali di sistema per elettricità e gas e riduzione IVA per gas e accise benzine. MA →l’avanzamento del fenomeno della deprivazione energetica rende più che mai necessario uno strutturale potenziamento del bonus sociale (allargamento della platea degli aventi diritto, raggiungimento utenti non allacciati alla rete gas e aumento dell’importo), anche attraverso una rimodellazione della misura, al fine di ridurre il divario tra l’area della povertà energetica e i percettori del bonus sociale. →Va alleggerita in modo permanente la bolletta energetica dal peso degli extracosti, andando oltre i provvedimenti definiti sulla spinta emergenziale. Misure per il contrasto alla PE

«Ecobonus» e «Superbonus» l’efficientamento energetico agisce sulle cause del fenomeno della PE e le modalità di erogazione dello strumento del Superbonus 110% promuovono l’efficientamento anche in situazioni di povertà energetica (cessione del credito o sconto in fattura e estensione agli incapienti ed ai residenti negli ex Iacp e Onlus) MA gli esiti distributivi della misura non sono ancora equi. Ostacoli in merito ai criteri di accessibilità per le fasce svantaggiate: sotto il profilo dei costi (per la parte di spesa che deve comunque essere anticipata per valutare la fattibilità dell’intervento o durante l’opera), per le procedure molto complesse sul piano burocratico che richiede un alto approfondimento informativo, per il vincolo posto per accedere al bonus della presenza negli immobili di impianti di riscaldamento attivi. →Correttivi volti a facilitarne l’accesso per le persone in condizione di povertà energetica; promozione di una corretta informazione e comunicazione a favore dei cittadiniconsumatori al fine di contrastare la scarsa conoscenza degli strumenti di efficientamento energetico, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili anche attraverso l’attivazione di canali fiduciari in grado di interagire in modo congruo con i segmenti più fragili della popolazione. Misure per il contrasto alla PE

Raccolta pratiche messe in atto dagli amministratori dei comuni del nostro campione di indagine Analisi degli accordi raccolti dall’Osservatorio sulla Contrattazione Sociale Territoriale FDV-Cgil-Spi • Fronteggiare la questione della povertà energetica • Favorire la costruzione di filiere locali delle energie rinnovabili • Contribuire al rilancio delle aree interne attraverso la valorizzazione in chiave sostenibile del patrimonio ambientale Le pratiche di innovazione e contrattazione sociale e territoriale • Efficienza e il risparmio energetico • Riqualificazione degli alloggi • Utenze domestiche La risposta locale come innovazione place-basedche, rispetto alla crescente difficoltà di accesso ai servizi energetici f avoriscono processi di democratizzazione energetica anche promuovendo un rilancio dei territori attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale locale, concorrendo ad assicurare una transizione ecologica giusta.

Raccolta pratiche messe in atto dagli amministratori dei comuni del nostro campione di indagine Analisi delle pratiche di innovazione e contrattazione sociale e territoriale Pannelli fotovoltaici su edifici comunali Sostegno una tantum per contrastare i costi energetici famiglie in difficoltà Efficientamento energetico illuminazione pubblica Analisi degli accordi raccolti dall’Osservatorio sulla Contrattazione Sociale Territoriale FDV-Cgil-Spi 53,6 29,9 29,6 9,5 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 Sostegno economico a famiglie per pagamento utenze Riqualificazione del patrimonio e degli edifici pubblici* Efficientamento energetico del patrimonio pubblico* Sviluppo del territorio/sviluppo sostenibile Accordi firmati nel 2021 per contenuto Fonte: Archivio della contrattazione sociale e territoriale Gli accordi selezionati sono complessivamente 274, vale a dire il 29,4% della totalità degli accordi registrati nel 2021, e sono concentrati in 4 regioni - Lombardia (48,9%), Veneto (23,7%), Toscana (11,0%) ed Emilia Romagna (5,8%) - in particolare nelle province di Brescia (22,4%) e Treviso (19.9%). Farsi promotori di comunità energetiche

 E’ importante rafforzare le pratiche di contrattazione sociale e territoriale tra amministrazioni locali, sindacati e imprese private che consentono di operareall’internodi un processo condiviso e un dialogo allargato per una governance e una politica coordinatadi contrasto alla povertà energetica. Particolare rilievo assumono gli accordi finalizzati a favorire la democratizzazione della produzione e della gestionedell’energia (“e-democracy”). In tal senso, un interesse sempre maggiore assumono, anche da parte sindacale, le comunità energetiche rinnovabili (CER) che, oltre a contribuire alla azione per il clima e alla autonomia energetica, possono diventare un concreto strumento per il contrasto alla povertà energetica nel mentre contribuiscono allo sviluppo del territorio e alla rigenerazione urbana. Il sindacato può svolgere un ruolo importante attraverso la contrattazione per lo sviluppo sostenibile con gli Enti Locali per sollecitarli a creare comunità energetiche sui propri territori, ridurre i costi delle bollette dei cittadini, contrastare la povertà energetica, e attivare progetti solidali che valorizzino le comunità locali con il coinvolgimento attivo delle popolazioni. Il ruolo della contrattazione sociale e territoriale per una giusta transizione energetica

Grazie per l’attenzione!

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