Spazio al Lavoro n. 1 del 2018

| 3 speciale spi-cgil spazi o lavoro a l PENSIONE DI REVERSIBILITà 2018 L a pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite. L’importo può subire una riduzione se il coniuge possiede altri redditi. La pensione di reversibilità ai superstiti viene liquidata in misura per- centuale del rateo corrisposto o che si sarebbe dovuto corrispondere al lavoratore o al pensionato. L’importo massimo della pensione di reversibilità spettante al coniuge è pari al 60% del valore liquidato al Titolare. Ammontare dei redditi diversi Percentuale di riduzione da pensione ai superstiti della pensione Fino a 19.789,38 euro Nessuna riduzione da 19.789,39 a 26.385,84 25% da 26.385,85 a 32.982,30 40 % da 32.982,31 in poi 50 % ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE “Detto assegno di vedovanza” 2017/2018 L’ assegno al nucleo familiare spetta alle vedove e ai vedovi titolari di pensione di reversibilità il cui coniuge era dipendente sia di una azienda privata sia del settore pubblico che siano riconosciuti inabili a “proficuo lavoro”. Per inabili a proficuo lavoro bisogna essere: inabili al 100 % o titolari di pensione di accompagnamento. Reddito Importo mensile Reddito familiare fina a 27.899,67 € 52,91 Reddito da 27.899,68 € fino a 31.296,62 € 19,59 Reddito oltre 31.296,62 € Nulla ASSEGNO SOCIALE 2018 L’ assegno sociale è il trattamento assistenziale che dal 1° gennaio 1996 sostituisce la pensio- ne sociale. Lo possono ottenere i cittadini italiani anziani che risiedono effettivamente e abitual- mente in Italia e siano in condizioni economiche disagiate. Per il diritto e la misura occorre rispet- tare determinati limiti di reddito. In caso di tito- lare coniugato, il limite di reddito di riferimento e esclusivamente quello coniugale. Importo intero 453.00 euro Età minima 66 anni 7 mesi Residenza attuale Italia Residenza storica Almeno 10 anni continuativi, non importa quando Limiti di reddito se soli 5.889,00 € Limite di reddito se coniugati 11.778,00 € I l 21 febbraio scorso, a Roma, gli esecutivi nazionali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno approvato “la proposta nazio- nale unitaria sulla non autosuf- ficienza”. La proposta dovrà essere rece- pita in una legge nazionale che affermi e garantisca il diritto ad un’assistenza sanitaria capace di dare risposte adeguate alle istanze specifiche delle persone fragili e non autosufficienti, at- traverso servizi qualificati ero- gati in attuazione di un piano personalizzato. La non autosufficienza è uno dei grandi temi della nostra società che graverà in maniera determinante sul nostro futuro che dovrebbe avere una finalità universalistica e che porta con sé il rischio di un impoverimen- to delle famiglie. La risposta finora data dalle istituzioni è stata inadeguata, disorganizzata e frammentata, nella spesa, nelle risorse, negli interventi, nei servizi e nelle re- sponsabilità tra Stato, Regioni e Comuni. La spesa pubblica insufficien- te destinata a questo settore, i servizi sociosanitari estrema- mente carenti in parte del terri- torio hanno scaricato quasi in- teramente sulle famiglie l’onere dell’assistenza, alimentando una domanda di assistenti fa- miliari nella maggior parte dei casi scarsamente professiona- lizzati e spesso privi di contratti di lavoro regolari. Il nostro è tra i paesi europei che non hanno organizzato in maniera organica un sistema di continuità assistenziale. Ciò alimenta le disuguaglianze tra chi riesce ad accedere ai servizi e chi no, tra chi ha pos- sibilità economiche e chi invece rasenta la povertà. La proposta avanzata dalle Organizzazioni dei pensionati vuole essere un contributo per sollecitare la classe politica a farsi carico di questi problemi. Il nostro Paese non può sottova- lutare questa situazione. In bal- lo c’è la vita di milioni di perso- ne anziane e delle loro famiglie, che si trovano a dover affronta- re la condizione di non autosuf- ficienza, rischiando spesso di ritrovarsi in forte difficoltà, in povertà e in solitudine. $ e che la politica deve affrontare programmando un piano d’a- zione. In Italia, ad oggi, si contano quasi 3 milioni di persone, molti anziani, prevalentemente donne, che hanno bisogno di aiuto per le esigenze della vita quotidiana.Un terzo delle fami- glie italiane nell’ultimo anno ha dovuto affrontare gravi situa- zioni di disagio legate alla ne- cessità di assistere persone non autosufficienti, malati termina- li, portatori di handicap. Si tratta di disagi gestiti dalle famiglie in sostanziale solitudi- ne, con uno scarso apporto del sistema pubblico che non trova corrispondenza in un welfare NON AUTOSUFFICIENZA

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