Spazio al Lavoro n. 3 del 2015
| 4 spazi o lavoro a l confederazione Il Reddito minimo Garantito Le proposte di Cgil, Cisl e Uil L a Cgil, insieme a Cisl e Uil re- gionali, dopo le audizioni in seconda Commissione consiliare dell’8 giugno scorso, ha presen- tato le osservazioni sulla proposta di legge regionale n. 42 sul reddi- to minimo garantito. È, ormai, giunto il tempo di adot- tare strumenti di contrasto alla povertà che abbiano carattere universale, e per queste ragioni la Cgil è impegnata assieme ad altre associazioni a promuovere un reddito minimo d’inclusione sociale esteso a livello nazionale. Tuttavia, ciò che viene proposto dalla minoranza regionale con la legge 42 è sicuramente positi- vo anche se non si rivolge a tutti i soggetti che oggi si trovano in condizioni di forte sofferenza eco- nomica e sociale. Cgil, Cisl e Uil hanno valutato per tali ragioni di proporre proprie osservazioni che, se accolte dal Consiglio Regionale, potranno mi- gliorarne il testo. Le proposte di modifica Occorre ribadire come per effetto della perdurante crisi il concetto di povertà, ovvero di sofferenza economica e quindi sociale, sia assoluta che relativa, conosce purtroppo, una platea sociale am- pia e variegata, non più limitata ad aree geografiche di tradiziona- le depressione del nostro Paese o a specifici strati sociali. Anche la Valle d’Aosta, una volta considerata immune da queste problematiche, ne è ora del tut- to coinvolta, in particolare per le consistenti contrazioni occupa- zionali che si registrano in alcune settori dell’industria regionale e non solo. Addirittura la nostra regione è ai primi posti in questa negativa classifica per il Nord Italia. A ciò occorre aggiungere come i lunghi anni di crisi abbiano com- portato, sia per le aziende che per i lavoratori, un pieno utilizzo degli ammortizzatori sociali in costan- za di rapporto di lavoro (cigo, cigs e cig in deroga) nel primo caso e, per i lavoratori, un forte ricorso a quelli individuali (mobilità e in- dennità di disoccupazione). Dalla prossima revisione degli ammortizzatori, collettivi e indi- viduali, che il Governo Renzi sta predisponendo non si avrà un quadro migliore, anzi il ricorso agli stessi sarà meno semplice e i periodi di tutela economica più brevi. Detto questo, la necessità di predisporre uno strumento legi- slativo regionale atto a tutelare le persone in difficoltà è quanto mai opportuno e necessario, quindi la discussione che si è aperta è mol- to positiva. Prima di entrare nel merito dei singoli articoli della Proposta di Legge Regionale riteniamo op- portuno fare una riflessione più generale. La Proposta, di cui ribadiamo la sua estrema necessità, si rivolge ad un segmento sociale preciso: i soggetti che sono o si trovano fuori dal mercato del lavoro. Vie- ne individuato un sostegno eco- nomico temporaneo, finalizzato ad un loro recupero sociale e la- vorativo, con appropriate misure di supporto. A nostro giudizio - e per questo occorre una precisa mappatura delle criticità sociali presenti in Valle d’Aosta nella loro dimensione quantitativa e quali- tativa - accanto a politiche rivolte ai soggetti sopra detti occorrono, tuttavia, anche forme di integra- zione economica per chi ha un reddito insufficiente. Costoro possono essere sia lavo- ratori precari, discontinui o con rapporti di lavoro a tempo inde- terminato molto fragili, nonché fasce di pensionati in permanente difficoltà. Come avviene nella maggior par- te dei paesi europei che hanno da tempo uno strumento di questo tipo, una misura di reddito mini- mo dovrebbe essere universale, non perché rivolta a tutti i citta- dini ma a coloro che si trovano al di sotto della soglia di reddito equivalente - cioè commisurato sia alle risorse sia all’ampiezza della famiglia di residenza - con- siderata indispensabile. In questo contesto la somma di 12.000 euro prevista dai parametri ISEE, cal- colata per tutti in modo indistinto, dovrebbe avere, al contrario, ca- rattere di progressività. Naturalmente, l’integrazione del reddito va accompagnata da mi- sure di integrazione sociale il cui contenuto specifico varia a secon- da delle caratteristiche e i bisogni dei beneficiari, anche all’interno della stessa famiglia. Nella logica di un intervento di tipo universale, risorse permet- tendo, è quanto mai opportuna una ricognizione degli strumenti d’intervento sociale già attivi nel- la nostra Regione. A partire dal “minimo vitale” sino al “Bon de Chauffage” per una verifica non formale sulla loro attualità. Senza precludere alla necessità di un intervento tempestivo per supportare i soggetti già in emer- genza economica, è, tuttavia per le scriventi, ineludibile procede- re ad una rivisitazione e possibili accorpamenti dei provvedimenti legislativi. Non soltanto per una razionalizzazione economica, ma per costruire un quadro legislati- vo coerente, organico e duraturo, partendo dal presupposto che gli interventi predisposti a livello na- zionale non saranno risolutivi su tale materia. $ Nella pagina seguente una di- samina dei singoli articoli della Proposta di legge.
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