Spazio al Lavoro n. 1 del 2014

| 6 spazi o lavoro a l T renta interventi e 5 ore e mez- za di dibattito, per un congres- so che ha visto un’ampia parteci- pazione, un vivo dibattito segno di un sindacato vivo e che discute al suo interno. Tante le tematiche toccate e discusse dai tanti inter- venti, anche se la crisi economica che si è ripercossa su tuttte le ca- tegorie la fa da padrona. Diamo quindi spazio agli interventi dei tanti delegati che hanno reso vivo questo XVII Congresso Regionale. Luca Scacchi Chiudiamo oggi il percorso con- gressuale della Cgil della Valle d’Aosta, un percorso di discussio- ne complesso e difficile. Io sono uno dei sostenitori del secondo documento che ha portato il 22% di consenso. È un congresso che si è tenuto in maniera democrati- ca. Siamo nel pieno di una lunga crisi europea, italiana e valdosta- na, in questi anni stiamo veden- do il tramonto del sistema Valle d’Aosta, nato nel 1980, ha visto l’aumento continuo del bilancio regionale, e laRegione entrare in ogni struttura della Valle. Noi sia- mo stati pilastri di buona parte di quella struttura, dalla scuola, alla costituzione di CVA e Finaosta, il bilinguismo dei dipendenti regio- nali nasce in ambito sindacale, dove lo si individua per incremen- tare lo stipendio dei dipendenti pubblici, non voglio tracciare un bilancio di questa concertazione durata 35 anni, una concertazio- ne che ormai è finita, il sistema è finito. La gamba del bilancio pubblico crollando, il bilancio sta diminuendo anno dopo anno, sta crollando anche perchè nel 2009 Rollandin firmò il rinnovo del pat- to di stabilità con Calderoli che ha blindato il bilancio regionale, imponendo nuovi oneri e inca- richi a livello statale. Crolla per- chè cambia la composizione del bilancio stesso, se negli anni 80 il casinò pesava tra il 7 e il 10% sulle entrate, oggi pesa lo 0,5%, oggi la maggior parte del bilancio regionale è basato sulle tasse che le aziende pagano in Valle d’Ao- sta, il fatto è che è esogeno. Ormai molte imprese stanno chiudendo e la terza gamba della Valle d’A- osta, il Turismo, fa fatica a stare al passo con la concorrenza in- ternazionale. Il tasso del 21% dei ragazzi che lasciano la scuola è il più alto d’Italia. Come sindacato dobbiamo trovare le strategie giu- ste, perchè in questi anni abbia- mo agito in maniera scomposta, ogni categoria ha agito da sola, ma senza ragionamento e strate- gia comune, dobbiamo consultare e unire tutti i lavoratori, dobbia- mo farlo partendo da una verten- za generale del mondo del lavoro. O noi siamo in grado di ricostru- ire un fronte strategico interno e dei lavoratori e ricostruire una vertenza generale, o non uscire- mo da questo momento di crisi. Bisogna fare un ragionamento di lungo periodo, oggi è il momento dove ci giochiamo il nostro futuro in Valle d’Aosta. Pierino Demarco Dire cosa avrei avuto e quello che vorrei, verrebbe un elenco troppo lungo, ma non posso non soffer- marmi su alcuni punti. Abbiamo assistito alla chiusura di azien- de, all’eliminazione dell’art. 18, all’attacco dei diritti dei lavorato- ri, alle loro tutele, alla perdita del potere di acquisto delle famiglie. In Italia c’è bisogno di più giusti- zia, dignità e tranquillità, invece vediamo giovani precari e anziani che non possono avere una pen- sione dignitosa. Il sindacato ha subito un crollo del suo peso per colpa di Cisl e Uil e a peggiorare le cose ci si è messa la Fornero. Ci dicono che ce lo chiede l’Europa. Ma è mai possibile che l’Europa ci faccia richiami sulle pensioni e non sull’evasione, sulla corru- zione, sulle pensioni d’oro. I pro- blemi dell’Italia sono questi per non parlare della differenza tra gli stipendi dei manager e quel- li dei lavoratori, e le consulenze date a profusione. Si è voluto fare cassa solo con le pensioni. Non siamo riusciti ad impedire la can- cellazione dell’art.18. Il lavoro è un valore fondamentale sancito dall’art. 1 della nostra Costituzio- ne, non può essere trattato come una merce. A scegliere piattafor- me e accordi devono essere i lavo- ratori. Sugli impianti a fune pen- so sia irrimediabile pensare ad una nuova architettura, tagliando sprechi e privilegi, c’è bisogno di sinergia con tutti gli attori del territorio, chiediamo che tutti si mettano attorno ad un tavolo per andare oltre laneve e cominciare a lavorare intorno ad essa. Alessandro Bortot I congressi servono per discutere lo stato della nostra organizza- zione. Se lo stato della Cgil non è adeguato a livello Europeo, Italia- no e Regionale, dobbiamo pren- dere provvedimenti. Possiamo continuare a fare investimenti su grandi opere come la Tav in Val di Susa . Quest’opera è realmen- te necessaria? La linea esistente è satura? Tutti quei miliardi di investimenti dovevano essere fatti solo se la linea era satura, visto che con la crisi sono dimi- nuiti merci e passeggeri e e ad oggi non ce n’è più bisogno. Su questo la Cgil non ha espresso posizione. Vi siete chiesti come mai stiano risorgendo tutti questi nazionalismi ed ogni volta che c’è un’elezione europea ci si scaglia contro l’euro? Bisogna che ci si faccia sentire di più perchè ci sia un’altra Europa, il sindacato deve farsi sentire di più nell’ambito eu- ropeo. L’unica cosa di cui è sta- to capace lo stato italiano, con il nostro silenzio e assenso, è stata la riduzione del costo del lavoro, la Cgil sta balbettando a livello regionale, nazionale ed europeo. La domanda che dobbiamo farci è: questa Cgil è adeguata al perio- do che stiamo vivendo? Io penso di no. Valter Crespo Mi ritrovo a pieno nella relazione di Domenico, da questa situazio- ne di crisi non ci si esce da soli, serve una vera Europa Federa- le, un’Europa che una volta per tutte chiarisca quello che sarà il futuro dei paradisi fiscali. Cre- do che dobbiamo interrogarci su quale Europa vogliamo per il futuro. L’Italia nel panorama eu- ropeo è il paese che sta soffrendo di più, siccome non è più possi- bile svalutare la lira , si svaluta- no gli stipendi con meccanismi che abbiamo cercato di lottare, esternalizzazioni, lavori border line dove, quotidianamente, ora per ora, i lavoratori vengono ri- cattati, grazie a politiche liberiste dei governi degli ultimi 20 anni. congresso Parola ai delegati: il dibattito al Congresso regionale “Un dibattito vivo, dalla crisi economica alle azioni future, segno di una Cgil forte”

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