Spazio al Lavoro n. 7 del 2013

| 2 spazi o lavoro a l malattie croniche (un’epidemia secondo l’OMS) reclamano più prevenzione, più assistenza ter- ritoriale e cure primarie h24, più integrazione tra sociale e sanità. Serve cambiare quindi, e per farlo bisogna dare valore e stabilità al lavoro in sanità. Su questo terreno siamo pronti ad un confronto per il nuovo Patto per la Salute. Per queste ragioni, confermia- mo le preoccupazioni sulla Nota di aggiornamento del DEF 2013, presentata dal Governo. Che an- nuncia per i prossimi anni una progressiva ma inesorabile ri- duzione della spesa sanitaria in rapporto al PIL. E ancor più pre- occupante è la Nota quando parla di sistema sanitario selettivo e di ridisegnare il perimetro dei LEA (le prestazioni cui hanno diritto i cittadini). Il che, viste le riduzioni di spesa previste, vuol dire taglia- re i LEA. In questo scenario il Ministro im- magina di allargare l’intervento dei fondi privati per compensare la riduzione dei LEA ? Ma questa non sarebbe una sanità integra- tiva, utile e buona per coprire le prestazioni che attualmente il SSN non assicura o assicura in parte (ad esempio quelle per la non au- tosufficienza o per l’odontoiatria). Sarebbe una sanità privata paral- lela al SSN pubblico costretto a ritirarsi. Così il diritto alla salute e alle cure non sarebbe “univer- sale”: il cittadino avrà più o meno tutele a seconda della copertura assicurativa parallela che riusci- rà a comprare. Invece di dare più forza al SSN, si aprono le porte al mercato assicurativo in sanità. Un paradosso, proprio mentre l’OMS raccomanda di allargare i sistemi sanitari universali, considerati la migliore risposta ai diritti delle persone e alle stesse esigenze di sostenibilità del welfare. $ V era L amonica S tefano C ecconi D opo anni di tagli lineari il nostro servizio sanitario na- zionale è a rischio, e con esso il diritto alla tutela della salute per i cittadini. Già oggi milioni di per- sone rinunciano a curarsi per mo- tivi economici, anche per il con- tinuo aumento dei ticket. I LEA non sono più interamente garan- titi, soprattutto in alcune regioni. Così, un settore del welfare che potenzialmente può creare nuovi e qualificati posti di lavoro invece continua a perderli. Il Patto per la Salute deve affron- tare questa situazione, per rico- struire in tutto il Paese il diritto universale alla tutela della salute e a cure di qualità. Il primo pas- saggio concreto è la prossima Leg- ge di Stabilità, che deve stanzia- re subito i 2 miliardi per il fondo sanitario per evitare i nuovi ticket da gennaio 2014. Le rassicurazio- ni del Ministro Lorenzin sono ap- prezzabili ma non bastano, serve la legge. E serve un cambio di indirizzo: se la sanità, come ammette anche il Ministro, è davvero un investimen- to prezioso - che produce più effet- ti positivi: diritto alle cure, buona occupazione, ripresa economica - bisogna adeguare il finanziamento (tra i più bassi in Europa) e vinco- lare risorse alla riorganizzazione, fermando i tagli lineari che impe- discono scelte selettive, indispen- sabili per riqualificare la spesa. Ciò vuol dire rivedere la logica “re- pressiva” dei piani di rientro: per risanare bilanci occorre puntare alla qualità e all’appropriatezza, non tagliare e basta. Le priorità sono note da tem- po e dipendono dai bisogni delle persone: l’invecchiamento del- la popolazione e l’aumento delle vo fiscale sulle grandi ricchezze, un vero impegno contro l’evasione e l’elusione fiscale, oltre ad una ri- qualificazione della spesa pubbli- ca. Inoltre, mentre da una parte va attuata una riduzione delle impo- ste su lavoratori dipendenti e pen- sionati, dando così risposte alle tante emergenze sociali, dall’altra occorre una revisione del Patto di Stabilità che dia al sistema delle autonomie locali la capacità di es- sere soggetti in grado di avviare la crescita territoriale. Bisogna avere, ora, il coraggio di spostare i pesi dei provvedimen- ti governativi con scelte chiare, decidendo da dove far ripartire il Paese. Scelte che, secondo CGIL, CISL, UIL, non possono che es- sere quella di avviare una decisa operazione di redistribuzione del reddito in favore di lavoratori e pensionati. Per queste ragioni, per far si che il Parlamento modifichi una fi- nanziaria sbagliata e ingiusta, anche in Valle d’Aosta Cgil, Cisl, Savt, Uil hanno proclamato per il 15 novembre prossimo, 4 ore di sciopero alla fine di ogni turno di lavoro e organizzato un presidio ad Aosta per l’intera giornata. $ riforma, il lavoro pubblico, impe- dendone l’esercizio dei diritti con- trattuali, a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e senza rispo- ste idonee a superare il precaria- to, bloccando le assunzioni. Man- cano, poi, risorse adeguate per i contratti di solidarietà e la CIG in deroga. È del tutto evidente che la legge di stabilità del Governo Letta si fonda sull’idea sbagliata che ba- sti controllare i conti pubblici per creare crescita e attrarre investi- menti, in continuità con le politi- che di rigore e di tagli dei governi Berlusconi e Monti. Questa legge è un’altra occasione mancata per l’Italia, sempre più in crisi e sempre più povera, con una disoccupazione a livelli in- sopportabili, paralizzata dall’inef- ficienza, dal blocco degli investi- menti, dall’incapacità di innovare il sistema produttivo e la pubblica amministrazione. In questo contesto – e stanno qui le ragioni dello sciopero- è necessa- rio cambiarne radicalmente l’im- postazione a partire da un prelie- commenti e opinioni Editoriale g segue da pag 1 Disoccupazione giovanile oltre il 39%, dati ISTAT Giovani CGIL: situazione sociale insostenibile Servizio sanitario nazionale a rischio L’OMS promuove la sanità pubblica e il Ministro vuole allargare l’intervento dei fondi privati? “I dati sulla disoccupazione confermano una situazio- ne sociale insostenibile. Il tasso complessivo cresce in Italia di 1,2 punti annui e si attesta al 12,1%, pari alla media europea resa nota oggi dall’Eurostat, ma anco- ra più allarmante risulta il tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge quota 39,1%, oltre 15 punti sopra la media dell’eurozo- na (23,9%)”. È il commento della responsabile Politiche giovanili della CGIL Nazionale, Ilaria Lani, in merito ai dati diffusi dall’ISTAT. Secondo la dirigente sindaca- le “i giovani italiani sono quindi tra i più svantaggiati d’Europa e l’accesso al lavoro nel nostro pa- ese sta diventando una chimera. Cresce così anche tra i giovani lo scoraggiamento, l’inattività, il de- siderio di fuga. Come ampiamente dimostrato in questi anni non ser- vono ulteriori interventi per dere- golamentare il mercato del lavoro e aumentare la flessibilità, già la maggior parte dei giovani italiani sono precari, spesso intrappolati in una condizione priva di diritti e prospettive”.Allo stesso tempo, aggiunge Lani, “per contrastare la disoccupazione giovanile non sono sufficienti piccoli aggiusta- menti: occorre urgentemente una terapia d’urto, volta a creare la- voro, sbloccare gli investimenti, far ripartire l’economia”. Infine, “l’Italia ha un tasso così alto di giovani disoccupati e inattivi an- che perché investe molto meno degli altri paesi nei servizi pubbli- ci all’impiego, ad esempio il 10% di quanto spende la Germania”. $

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