Spazio al Lavoro n. 6 del 2013
| 3 spazi o lavoro a l vrebbe essere istituita, poi, una Agenzia nazionale, composta da personale comandato da altre amministrazioni pubbliche, che gestisca direttamente i finanzia- menti. Per avviare progetti trien- nali e quinquennali (perché colle- gati ai tempi di realizzazione) di lavoro utile socialmente (riservati agli under 35, alle donne soprat- tutto dove è bassa l’occupazio- ne femminile e a disoccupati di lungo periodo). È necessario in- somma intervenire subito e bene (vedi tutte le proposte nella rela- zione di Barbi che pubblichiamo in allegato) affinché il problema della disoccupazione non si tra- sformi in un problema di demo- crazia. Un lavoro di cittadinanza, dunque, che per la Cgil è sempre preferibile ad un “reddito di citta- dinanza”. L’Italia non si può permettere la scomparsa della grande impresa. Ci vuole quindi un nuovo grande intervento pubblico che non riper- corra le strade del passato e che sappia essere innovativo. Sia per la politica industriale, sia per il welfare, è necessario poi cambia- re la mentalità. Invece di mettere i cerotti, arrivare sempre dopo, si tratta di concentrare gli inve- stimenti nella qualità della spesa. Ma il nodo vero, dal punto di vista più generale, è quello di far tor- nare a governare la politica nelle scelte da fare. Oggi invece le poli- tiche vanno a rimorchio delle de- cisioni della Ragioneria dello Sta- to. Ma è anche chiaro che a questo cambio di passo si deve affianca- re la fine della corruzione e della irresponsabilità. Non esiste poi una politica efficace che non ab- bia una dimensione europea e per questo saranno decisivi anche i prossimi appuntamenti del sinda- cato europeo, la CES. L’urgenza di cambiare le politiche e cominciare a dare risposte ai tanti problemi sul tappeto è forte a cominciare appunto dalle scelte politiche sulla Legge di stabilità. Si dovrebbe far pagare di più chi in questi anni ha guadagnato di più. E concentrare le risorse su un grande Piano del lavoro. $ economie mondiali stanno attra- versando. “Nel Libro Bianco con cui abbia- mo affiancato il Piano del Lavoro – ha detto Barbi - il Cer, in diverse simulazioni macroeconometriche, già stimava che la politica che po- trebbe avere il massimo impatto, sia a breve che a lungo termine, per la crescita dell’occupazione, fosse quella della diretta crea- zione di lavoro”. I programmi di creazione di lavoro possono esse- re facilmente utilizzabili per una politica di sostegno a nuovi settori economici (bioagricoltura e bioe- dilizia, tanto per fare due esempi) che possono stimolare sia un ter- ziario più avanzato che una nuova manifattura, in un grande proget- to neoindustriale. Dove trovare i soldi per realizza- re tutto ciò? In particolare sul re- perimento delle risorse nazionali “abbiamo già detto nel Piano del Lavoro – ha ricordato Barbi - do- prossimo decennio sarebbero necessari 600 milioni di posti di lavoro per riportare la disoccupa- zione ai livelli pre-crisi e assorbi- re la nuova offerta di lavoro nel mondo. Siamo ormai in una situazione li- mite, sull’orlo di una vera e pro- pria “catastrofe del lavoro”, ha detto nella sua relazione introdut- tiva Danilo Barbi, segretario con- federale della Cgil con delega alle politiche economiche. Quello che la Cgil chiede con forza ormai da tempo è appunto una svolta di po- litica economica, sia in Italia, che in Europa, “senza la quale non ci sarà una crescita significativa dell’occupazione, specie di quella giovanile”. La svolta deve riguar- dare prima di tutto l’Italia, ma ovviamente anche l’Europa intera e su questo sono state avanzate proposte molto concrete elaborate sulla base di un’analisi molto ap- profondita dell’attuale fase che le “È la terza occasione in cui si discute solo sulle conse- guenze della finanziaria del 2011. Temo una scelta di galleggiamen- to che sarà solo la ripetizione delle leggi precedenti. Ma con il galleggiamento non si va da nes- suna parte. Serve una svolta nelle politiche e un cambiamento dei paradigmi”. Lo ha detto, riferen- dosi alla prossima Legge di stabi- lità, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, che ha partecipato al convegno sul Piano del lavoro. “Vogliamo una politica di restituzione ai lavoratori – ha detto la leader CGIL - che sosten- ga l’occupazione e sono necessari pochi interventi mirati”. Si deve insomma ribaltare la logica politi- ca che ha portato allo stato attua- le dell’economia e che ha eroso il lavoro. Un grande Piano del lavoro che possa dare risposte concrete al dramma della disoccupazione, che in Italia ha ormai raggiunto quota 12% (40% per i giovani). È stato questo il tema del convegno orga- nizzato oggi (19 settembre) dalla CGIL nazionale e al quale hanno partecipato economisti e studiosi, tra i quali Emiliano Brancaccio, Pier Luigi Ciocca, Laura Pennac- chi, Gustavo Piga e Vincenzo Vi- sco. Le conclusioni sono state af- fidate al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. “Produzione di lavoro a mezzo di lavoro” il titolo che è stato scelto per la discussione parafrasando un famoso testo di Piero Sraffa, (Produzione di merci a mezzo merci) e facendo riferimento ai più importanti studi economici mon- diali a partire da quello dell’Or- ganizzazione internazionale del Lavoro (Oil o Ilo a seconda della lettura) la quale sostiene che nel il punto Un Piano del lavoro per dare risposte concrete al dramma della disoccupazione Camusso: “serve una svolta nelle politiche e un cambiamento dei paradigmi. Vogliamo una politica di restituzione ai lavoratori che sostenga la crescita e dia risposte concrete al dramma della disoccupazione” In questi mesi l’esecutivo ha più volte dichiarato la propria intenzione di uscire dalla crisi economica annunciando in più occasioni provvedimenti diversi, qualche volta in contraddizione tra loro. CGIL, CISL e UIL credono sia il momento di affrontare con decisione i temi della creazione di lavoro, della ripresa economica e della crescita. Per questo chiedono al governo di avviare immediatamente un confronto sui contenuti della prossima legge di stabilità. CGIL, CISL e UIL ribadiscono la necessità che la discussione si incentri sui temi individuati nel documento sottoscritto dalle parti sociali e che sia indispensabile puntare sul lavoro per costruire le condizioni di una ripresa dell’economia. Ritengono inoltre necessario che fin dalle fasi preparatorie della legge di stabilità si imposti una discussione su una nuova e più efficace articolazione delle politiche fiscali in un’ottica di redistribuzione del reddito. Infine, le tre confederazioni chiedono al governo di avviare una discussione di merito su esodati e pensioni. Legge stabilità: CGIL, CISL e UIL avviare immediatamente un confronto
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