Spazio al Lavoro n. 1 del 2013

| 4 spazi o lavoro a l rà un presidio di legalità e aiuto contro i soprusi, rifiutiamo l’idea che ai ragazzi si dica “che qua- lunque lavoro si deve accettare”, anche se sommerso, sottopagato e illecito. La nostra Organizzazio- ne, da sempre impegnata per il ri- spetto della legalità si fa promotri- ce in ogni territorio di un modello culturale in cui non debba preva- lere la logica “dei forti sui deboli”. È necessario rafforzare la legi- slazione contro la corruzione nei settori pubblici e privati, rivedere il Codice degli appalti e introdurre maggiori tutele contro l’infiltra- zione mafiosa, realizzare un pia- no di lotta all’evasione fiscale con il pieno coinvolgimento degli enti locali, ripristinare il reato di fal- so in bilancio e introdurre quello di riciclaggio, inasprire le norme contro il caporalato, favorire l’e- mersione del lavoro sommerso, regolarizzare i lavoratori migranti e abolire il reato di clandestinità, rivedere il testo Unico Antimafia e creare un piano di occupazione per i giovani con la valorizzazione delle aziende e dei beni confiscati alle mafie. Il ruolo del pubblico per lo sviluppo e la crescita Costruire un nuovo modello di sviluppo non può che passare per la considerazione che l’intervento pubblico è essenziale. Esso deve muoversi attraverso la politica in- dustriale, le politiche commerciali e di vendita, la modernizzazione delle infrastrutture, la valorizza- zione del patrimonio, il welfare nazionale e territoriale e dare nuovo impulso all’economia. L’e- sercizio effettivo dei diritti costitu- zionali comporta non una politica di tagli ma una trasformazione del perimetro dell’intervento pubbli- co, reso più trasparente e autono- mo, nella garanzia di livelli essen- ziali universali e di benessere per i cittadini. $ Piano realizzabile in 3-5 anni at- tuabile attraverso la definizione di progetti operativi che compren- dano la tutela del lavoro “buo- no”, contrattualizzato, retribui- to, qualificato dall’esercizio dei diritti e dalla formazione. Le riforme che proponiamo ri- guardano l’istruzione con l’innal- zamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, il contrasto alla disper- sione scolastica, l’apprendimento permanente e una politica del di- ritto allo studio che comprenda la gratuità dell’Istruzione; la pubbli- ca amministrazione che valorizzi le amministrazioni attraverso la revisione del patto di stabilità e riduca il numero di Livelli Istitu- zionali in relazione alle funzioni assegnate; consenta la riapertura della contrattazione e ricostrui- sca la riforma del lavoro pubbli- co dopo gli interventi legislativi e ripristini la contrattazione di se- condo livello e infine che affronti il tema dell’occupazione, del re- clutamento e la stabilizzazione del lavoro precario; dei servizi pubblici locali che devono esse- re aggregati a bacini di utenza come ad esempio la creazione di società uniche regionali di tra- sporto integrate ferro/gomma. La priorità della Legalità La legalità e il controllo del suo rispetto all’interno del ciclo eco- nomico è fondamentale per repe- rire risorse sommerse nel circu- ito illegale con effetti positivi sul bilancio dello Stato e degli Enti locali, sul lavoro e sulla concor- renza leale. Le Camere del lavoro, le nostre strutture, devono saper accogliere e chi viene deve sapere che trove- landoli ad un patto di stabilità che ha bloccato gli investimenti pro- mossi nei diversi territori. Abbiamo visto il taglio al welfare, alla scuola, alla sanità e la riforma pensionistica che hanno compor- tato una diminuzione della spesa sociale (già al di sotto della media dell’unione europea). Come allo- ra, proponiamo di ripartire dal lavoro e dal territorio, dal patri- monio artistico, storico, culturale e di dare avvio ad una rivoluzio- ne culturale che restituisca valore alla formazione e all’istruzione e alla”qualità del lavoro”, un lavo- ro dignitoso, parte necessaria di un’idea di sviluppo. Gli obiettivi La CGIL, ritiene innanzitutto che l’approccio giusto sia quello di guardare nell’ottica della coe- sione sociale, della solidarietà intergenerazionale, dell’unità territoriale. Per creare nuovi po- sti di lavoro è fondamentale in- nanzitutto mettere in campo azio- ni legate alla messa in sicurezza del territorio, alla bonifica e al risanamento, alla valorizzazione dei beni culturali attraverso l’in- novazione tecnologica. È prioritario inoltre mettere in atto la riforma della Pubblica Amministrazione e del welfare, sostenere la conoscenza, inno- vare le reti infrastrutturali come edilizia, energia e trasporti. Per difendere il lavoro è neces- sario riorganizzare e ricreare la domanda pubblica, sostenere la ricerca pubblica e incentivare quella privata, qualificare gli in- vestimenti della specializzazione produttiva e la qualità nell’indu- stria e nei servizi, riattivare il cre- dito, esigere qualità e trasparenza negli appalti. La nostra proposta è quindi di un K atya F oletto L a Conferenza di Program- ma della CGIL ha presentato il “Piano del lavoro”, un piano aperto al confronto ed al contribu- to di tutti, alle forze politiche, alle imprese, alle Istituzioni, al mondo accademico e della ricerca, al vo- lontariato. Un progetto per il futu- ro del Paese perché pensiamo che non ci sarà crescita se non si par- te dal lavoro, creare e difendere il lavoro è l’unica proposta credibile per uscire dalla crisi. Da Di Vittorio ad oggi: similitudini e differenze Nella sua relazione introdutti- va Susanna Camusso è esplicita: non si esce dalla crisi italiana “se non ci sarà un Governo che scel- ga consapevolmente di farlo e per farlo bisogna saper vedere la precarieta’, la disoccupazione, la diseguaglianza. La crisi struttura- le che stiamo vivendo nel nostro pese non ha precedenti dal dopo guerra ad oggi. Proponiamo un Piano del lavoro che abbia come presupposto che la prima ricchez- za dell’Italia è se stessa, il suo territorio, la sua cultura, il suo patrimonio artistico, la sua tradi- zione di saper fare, il progettare e produrre”. Il Piano di Di Vittorio del 1949 colpisce per le somiglianze di con- testo con quello attuale. Allora, vi era il senso di un Paese che dove- va essere ricostruito dopo la guer- ra, con un modello di sviluppo di riferimento che aveva al centro i giovani e l’investimento pubblico. Oggi affrontiamo una crisi strut- turale, una debolezza del nostro sistema produttivo, una rinuncia alle politiche industriali, una poli- tica del rigore che ha fatto a pezzi le risorse degli enti locali vinco- confederazione CONFERENZA DI PROGRAMMA 25 E 26 GENNAIO 2013 Lavoro e crescita: la proposta della cgil « Per creare nuovi posti di lavoro è fondamentale innanzitutto mettere in campo azioni legate alla messa in sicurezza del territorio, alla bonifica e al risanamento, alla valorizzazione dei beni culturali attraverso l’innovazione tecnologica. »

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