Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
qua non per poter procedere a drastiche ristrutturazioni industriali. Tuttavia la strenua battaglia della CGIL per la difesa dell’occupazione e per le rivalutazioni salariali non era esente da limiti, alle volte chiusa in una contrapposizione totalizzante che gli impediva di cogliere aspetti non del tutto negativi di certi processi quali il Piano Schuman per la costituzione di un pool produttivo del carbone e dell’acciaio in Europa, premessa anche della futura CEE , ed il Piano Sinigaglia per un riordino e sviluppo della siderurgia italiana. L’impatto immediato di mera distruzione delle forze lavorative influenzò largamente l’analisi allora fatta dal movimento operaio. Il ridimensionamento di intere unità produttive fu però solo un aspetto di un più generale processo che modificando il rapporto tra e nei settori sarebbe sfociato nell’espansione della fine degli anni ’ 50 . Il giudizio di Bruno Trentin al riguardo è chiaro: ”Si difendono le industrie siderurgiche contro una prospettiva di smantellamento, ma il movimento tarda ad assumere consapevolmente l’obiettivo di una necessaria riconversione dell’apparato siderurgico, condizione essenziale per la salvezza di questo settore. Non credo che il Piano Sinigaglia sarebbe passato nell’industria di stato senza il rifiuto degli operai metalmeccanici di subire la liquidazione dell’industria siderurgica nazionale e senza le colate fatte dai lavoratori all’ ILVA di Cogoleto e in molte altre aziende siderurgiche occupate” 55 . Per tutti gli anni ’ 50 nelle industrie della Valle ci fu un susseguirsi di agitazioni, di mobilitazioni condotte per lo più dalla CGIL . Dalle lotte per gli adeguamenti salariali e del cottimo alla difesa del posto di lavoro contro le tendenze alla precarizzazione allora già presenti, dalla contestazione dei ritmi produttivi a quella per ridurre gli orari da 48 a 40 ore settimanali, alle mobilitazioni più squisitamente politiche come quella contro la “Legge truffa” del 1953 per le sue ripercussioni negative sulla democrazia parlamentare, contro il Piano Schuman considerato un rischio per l’industria nazionale e le ripetute campagne contro il coinvolgimento dell’Italia nella logica della guerra fredda e per la pace. Prima di entrare sinteticamente nel merito di questi avvenimenti che segnarono la storia e gli uomini della CGIL in quei duri anni, vanno ricordati alcuni momenti di cronaca sindacale. Nel settembre del 1950 muore Amedeo Pepellin all’età di 50 anni, il corteo funebre partì dal Comune di Aosta, di cui Pepellin era Consigliere da poco più di un anno, e con una forte partecipazione popolare, con rappresentanze dei partiti della sinistra e della Direzione Cogne attraversò la città per sostare davanti alla Casa del Popolo ove il primo Segretario della CGIL fu ricordato dal Sindaco di Aosta Savioz e da Ciocchetti, suo successore nel sindacato, per proseguire al cimitero dove l’ultimo saluto fu dato da un operaio della SAIFTA di Châtillon e da Ravenni per il PCI . La CGIL con la UISP promuoverà per molti anni delle gare sportive, di sci e ciclismo, la “ Coppa Pepellin” a lui dedicata. Il 1° maggio 1950 fu inaugurata in occasione della manifestazione in Piazza Chanoux la bandiera della Camera del Lavoro di Aosta, tuttora in dotazione, con la [ 95 55) B. Trentin, op. cit., pag. 195. Dicembre 1950. Opuscolo a cura della CGIL di Aosta eValle. 1
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