Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

ristrutturazione selvaggia, guidato dalle grandi concentrazioni industriali, e molto difficile da cogliere in tutte le sue implicazioni e soprattutto nella sua direzione di marcia. Esso presentava infatti, indubbiamente, degli aspetti di disgregazione profonda del tessuto sociale preesistente, sia nel settore industriale, sia nell’agricoltura e in tutto il Mezzogiorno. Veniva quindi posto al movimento sindacale un enorme e drammatico problema di governo della forza lavoro. La crisi industriale, in qualche modo, fuoriusciva dalla semiparalisi: cominciavano i licenziamenti di massa. Ma sotto la disgregazione si avviava già una politica di ristrutturazione, di riorganizzazione del grande capitale nel nostro paese. E il non cogliere tempestivamente questo dato è stato, certamente, uno degli errori più pesanti che la sinistra e il movimento sindacale hanno commesso in quegli anni” 35 . Le cronache dei primi anni ’50 furono drammaticamente costellate dall’uccisione di molti lavoratori, soprattutto braccianti. Nonostante la moderazione della riforma agraria, la distribuzione delle terre ai contadini fu avversata con estrema durezza dal padronato agrario, da qui scioperi e scontri sanguinosi. La Federbraccianti CGIL , nel suo terzo Congresso del 1952, rese noto il luttuoso bilancio delle lotte contadine dal dopoguerra: 84 morti. Ogni eccidio provocava una reazione di scioperi e intense manifestazioni di solidarietà sia sul piano nazionale che su quello locale. Aosta e la Valle non sono da meno. La Commissione Interna della Cogne e la Camera del Lavoro erano i propulsori nel mobilitare i lavoratori e nel coinvolgere la popolazione, soprattutto del capoluogo, in quei tragici momenti. Allo sciopero generale del 12 dicembre 1949 per l’uccisione di due contadini a Torremaggiore, nel Foggiano, parteciparono anche gli studenti del Liceo Classico di Aosta. Subiranno provvedimenti disciplinari per “assenza ingiustificata” in quanto non “intercorrendo” alcun rapporto di lavoro gli studenti non potevano scioperare! Questa fu la risposta ottusamente burocratica dell’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, prof. Amato Berthet, alla richiesta del Consigliere regionale Claudio Manganoni di ritiro del provvedimento punitivo 36 . La presenza degli studenti valdostani a fianco dei lavoratori in lotta, in particolare della Cogne, non fu un fatto isolato anzi si ripeterà ancora e ben prima del biennio 1968/69. Nel febbraio 1950, l’Esecutivo della Camera Confederale del Lavoro di Aosta e Valle aderì al programma contenuto nei “cinque punti dei Partigiani della Pace”, organismo che mirava a mobilitare forze diverse su obiettivi pacifisti in campo internazionale. Nelle fabbriche la dura contestazione dei metodi repressivi, del crescente sfruttamento, dei rischi anche mentali a cui erano sottoposti i lavoratori per l’aumento dei ritmi e la mancata osservanza delle norme di sicurezza, s’intrecciava con manifestazioni di forte orientamento politico. L’impegno pacifista della CGIL va dalle agitazioni contro le visite in Italia di Eisenhower e del generale Ridgway alla raccolta di firme, oltre 5000 in Valle di cui la metà alla Cogne, a sostegno di una politica di pace e contro una ripresa seppure limitata della produzione bellica, come quella dei siluri alla Cogne. Comparve per la prima volta sulle ciminiere dell’acciaieria la “ iridata Bandiera della Pace ”, antesignano simbolo di più recenti mobilitazioni 37 . Addirittura, nel 1951 i candidati FIOM per il rinnovo delle Commissioni Interne della Cogne furono presentati come i “Candidati della Pace” per sottolineare il rilievo dato a questa parola d’ordine dalla CGIL 38 . Sul piano strettamente sindacale si manifestò la prima debolezza del sindacato all’indomani della scissione, nella sostanziale rinuncia ad ogni potere nel delicato campo del collocamento. Nell’immediato dopoguerra la CGIL unitaria esercitò un controllo di fatto in questo ambito, ma nell’aprile del 1949 il Parlamento votò una Legge che attribuiva al collocamento carattere pubblico. Il provvedimento prevedeva una partecipazione dei sindacati alla futura gestione della materia però in termini che, come presto risultò dall’esperienza diretta, escludevano ogni possibilità di una loro reale incidenza. Gli effetti di questa scelta del governo De Gasperi non tardarono a farsi sentire in Valle, ad esempio nei licenziamenti, al Cantiere Impianto Idroelettrico SIP di Valgrisenche, di personale locale sostituito con manodopera assunta fuori Valle. La denuncia del Segretario FILEA Marcello Brunet è netta: “La S.I.P. , in ossequio alle disposizioni della Confindustria la quale tende a terrorizzare i lavoratori con 92 ] 35) B. Trentin, Atti del Convegno sul Piano del Lavoro della CGIL, Università di Modena, 9/10 maggio 1975, Feltrinelli 1978, pag. 190. 36) “Ancora lo sciopero degli studenti”, Le Travail n. 3, 28.1.1950. 37) G. Comin, “Si vuole lavorare per la guerra?”, Le Travail n. 6, 23.2.1950. 38) I. Cortivo, “Votate i candidati della Pace!”, Le Travail n. 7, 7.7.1951.

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