Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
situazione già compromessa dalla decisione della corrente democristiana di uscire dalla CGIL , anzi furono proprio i locali esponenti della Libera CGIL a sollecitare “La Section” a fare una scelta analoga alla loro. Intanto, la CGIL prepara il suo Congresso. A giugno si svolse a Pont-Saint-Martin il Congresso Sezionale della FIOM che raggruppa oltre mille iscritti tra le aziende della Bassa Valle; un mese dopo la FILEA celebra il suo “Annuale” Congresso dove Marcello Brunet è riconfermato segretario. Il 4 settembre 1949 si tenne ad Aosta il Congresso della Camera del Lavoro, di fatto il secondo, dove la CGIL si presentò con oltre 11.000 iscritti, segno di una buona tenuta organizzativa nonostante la scissione della sola componente democristiana, mentre quella socialdemocratica – repubblicana non era in grado di dar vita in Valle alla UIL perché molto debole. All’apice della fase unitaria, fine 1947, la CGIL contava 17.500 iscritti 29 pertanto la scissione causò una flessione organizzativa da imputare non tanto alle capacità attrattive del nuovo sindacato cattolico quanto piuttosto alle crescenti difficoltà nel proselitismo, come si verificò in tutta Italia. È opportuno ricordare che le deleghe sindacali, cioè la trattenuta effettuata direttamente sulla busta paga, erano rare e per lo più attive nel settore del pubblico impiego, per cui il tesseramento avveniva tramite dei responsabili, i collettori, che ogni mese raccoglievano iscritto per iscritto la quota di adesione. Al II Congresso CGIL Valle d’Aosta i 119 “delegati delle varie correnti: comunisti, socialisti, union valdôtaine” 30 elessero la nuova Commissione Esecutiva formata da 19 membri: Ciocchetti Primo, Colombo Mario, Brunet Marcello, Pepellin Amedeo, Signorino Domenico, Perron Eugenio, Vinzio Carlo, Rigollet Paolo, Lugli Edio, Fantino Mario, Larmani Primo, Vuillermoz Armando, Soudaz Giovanni, Costa Alfo, Fisanotti Maria, Vuillermoz Alberto, Gilardi, Carassai Vittorio, Désandré Attilio. Furono eletti delegati al II Congresso Nazionale CGIL , che si svolse a Genova nell’ottobre nel 1949, Ciocchetti e Colombo. La situazione occupazionale in Valle d’Aosta s’aggravò. Già all’inizio dell’anno si era svolta una manifestazione di edili disoccupati, prevalentemente della Bassa Valle, che “con una delegazione composta dei rappresentanti della Camera del Lavoro di Aosta, da rappresentanti di partigiani, reduci ed internati della Bassa Valle accompagnati dal Consigliere Manganoni” sollecitano al Presidente Caveri l’inizio di lavori pubblici per cui i fondi erano già disponibili 31 . Nell’ ottobre ’49 a fronte dei “licenziamenti avvenuti in diverse aziende industriali della Valle” venne indetta un’assemblea nella Sala del Consiglio Regionale da tutti i sindacati per discutere le iniziative da assumere a fronte di una realtà sempre più preoccupante. Fu stilato un documento inviato all’Associazione Valdostana Industriali ed al Presidente della Giunta Regionale, contestando la illegittimità dei “licenziamenti avvenuti alla S.A.I.F.T.A . di Châtillon, alla Guinzio e Rossi e quelli in numero ragguardevoli operati da imprese edili ed altre ivi compresi membri di Commissioni Interne” 32 per il mancato rispetto degli accordi in vigore sul ruolo delle CI nelle procedure di licenziamento. È probabilmente questo il primo atto “unitario”, se così si può definire, dopo la scissione sindacale, frutto dell’emergenza della situazione sociale più che espressione di una volontà di ricostruire rapporti tra i sindacati. Curiosa la firma generica del documento: “I rappresentanti delle Organizzazioni dei lavoratori”. L’anno si concluse con due agitazioni. La prima dei telefonici che, nel corso di un lungo sciopero, denunciarono al Presidente del Consiglio dei Ministri De Gasperi ed al Presidente del Consiglio Valle “l’immissione di elementi postelegrafonici nei posti di commutazione e soldati del Genio per occupare e fare possibilmente funzionare la Centrale telefonica di Aosta” 33 in contrasto col dettato Costituzionale sul diritto di sciopero. La seconda alla Cogne, con uno sciopero di 24 ore, per il mancato pagamento della 13 a mensilità; addirittura Camera del Lavoro e Sindacati Liberi inviarono un telegramma al Ministro delle Finanze, Ezio Vanoni, perché provvedesse a sopperire all’improvvisa mancanza di liquidità causa di ritardi nei pagamenti, come lamentato dal Presidente della Cogne, Senatore Guglielmone 34 . Gli anni 50 furono un decennio molto duro per l’entità e la durata dello scontro sociale, per i profondi riassetti nel sistema capitalistico italiano e per un confronto politico dai toni resi esasperati dalla guerra fredda, dal giugno 1950 pericolosamente calda per il conflitto in Corea. Bruno Trentin descrive con efficacia la fase che si apre dopo la ricostruzione post-bellica come “un processo di [ 91 29) A. Pepe, “La CGIL e la costruzione della democrazia”, volume III, pagina 493. 30) “Congresso della Camera del Lavoro”, Le Travail, n. 31, del 8.9.1949. 31) “Disoccupati chiedono lavoro”, Le Travail, n. 3, 20.1.1949. 32) “A proposito di licenziamenti”, Le Travail, n. 37, 3.11.1949. 33) “Lo sciopero dei telefonici”, Le Travail n. 40, 15.12.1949. 34) “La 13 a mensilità”, Le Travail, n. 41, 29.12.1949.
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