Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
coinvolgere tutti i lavoratori, la corrente democratico- cristiana si astenne, pur avendo sollevato la questione. Queste dinamiche che minavano l’unità sindacale traevano origine dalla situazione politica del paese: nel 1947 si concretizza la frattura dell’unità politica antifascista con l’esclusione dal Governo della sinistra, fino ad allora presente nei Gabinetti succedutisi dopo la Liberazione. È col voto del 18 aprile 1948 così pesantemente negativo per la sinistra, unita sotto il simbolo del Fronte popolare, che i rapporti tra le varie componenti della CGIL si deteriorarono rapidamente poiché nei militanti della sinistra il carico delle delusioni e frustrazioni si fece pesante, mentre il successo del voto alimentò un atteggiamento di rivalsa in chi si era sentito minoranza nel sindacato sino a quel momento. Risultò così definitivamente compromessa una reale affermazione dell’autonomia del movimento sindacale da quello politico, ammessa nei principi ma non giunta ad un’effettiva maturazione al suo interno. Solo dopo vent’anni si riprenderà a tessere per l’unità sindacale, nodo gordiano del sindacalismo italiano tuttora irrisolto. In Valle d’Aosta, l’inizio del travagliato 1948 è contrassegnato da un’unanime adesione del Consiglio delle Leghe, organo direttivo della CGIL composto dai rappresentanti delle Camere del Lavoro mandamentali - cioè territoriali – e delle categorie, alla “Mozione di unità e disciplina sindacale”, documento elaborato da Di Vittorio e Ferdinando Santi, detto del “ Modus vivendi ”, volto a dare maggiori garanzie alle minoranze della CGIL e soprattutto a quella democristiana 17 . Era l’ennesimo, generoso tentativo per evitare la scissione sindacale ormai incombente. In Valle le prime contraddizioni si manifestarono con le votazioni del Direttivo FIOM eletto direttamente dagli operai Cogne su lista unica con l’eccezione, segno dei tempi, di una lista “ ACLI per la FIOM operai” voluta dalla locale DC e che ottenne solo 80 voti. Il risultato delle elezioni fu particolare. Sugli otto eletti spiccarono per preferenze il Segretario FIOM uscente Primo Ciocchetti e Mario Colombo con 3.510 e 3.231 voti su un totale di 4.021; gli altri eletti erano in buona parte emanazione della “Section de l’Union Valdôtaine” tranne Giulio Ourlaz ed i primi due eletti. In un commento sulle elezioni FIOM , apparso sul periodico del PCI locale, l’articolista prende atto della presenza tra gli operai Cogne “di due forze essenziali il Partito Comunista e l’Union Valdôtaine” 18 e si domanda alla luce dei commenti trionfalistici apparsi sull’organo dell’ U.V. 19 quali siano le sue future intenzioni sul piano unitario. I nodi vennero al pettine il 3 luglio in occasione della convocazione del Comitato Esecutivo FIOM per l’elezione del segretario. Ciocchetti non fu confermato perché “da parte delle minoranze sindacali dell’esecutivo della FIOM che coalizzate, benché acerrime avversarie nel campo politicosindacale, hanno ottenuto per questa occasione la maggioranza” 20 . Anche Mario Colombo si dimise per solidarietà con Ciocchetti da membro della Segreteria FIOM . Durissimo il commento del Segretario Camerale Pepellin: “dalla riunione del nuovo Comitato Direttivo della FIOM è risultato chiarissimo che la coalizione tra la corrente D.C ., P.S.L.I. e Union Valdôtaine non aveva altro scopo se non quello dell’anticomunismo”, denuncia altresì “le prevenzioni campanilistiche le quali, sul campo del lavoro, non servono che a dividere la forza stessa…”. Pepellin fornisce una fedele dimensione delle dinamiche del 1948 in Valle all’interno del sindacato, caratterizzate da una trasposizione diretta della lotta politica, nella sua ultima amara e per certi versi stupefacente considerazione: “Il sindacalismo è una cosa seria e non permette il lusso di scherzare e di fare ghiribizzi, anche se questi prendono il colore dell’anticomunismo, esempio l’atto “eroico” dei delegati U.V. della FIOM , alleatisi con D.C. e saragattiani per scartare Ciocchetti dalla Segreteria semplicemente perché comunista, allora che questi aveva ottenuto 3.500 voti di operai su 4.000 votanti. Ciocchetti è dell’U.V. ed ha dietro di sé la quasi unanimità degli operai valdostani e non valdostani, ma è comunista e, per certi dirigenti dell’ U.V. (apolitici dicono loro) ciò basta per scartarlo” 21 . Nel momento in cui si consuma questo grave strappo nella FIOM regionale, a livello nazionale la scissione sindacale diventa realtà a causa dello sciopero generale proclamato per l’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948. Fu l’occasione formale per la corrente democratico- cristiana, col pretesto della forte politicità della mobilitazione, per staccarsi e costituirsi nell’autunno in organizzazione autonoma denominata provvisoriamente Libera CGIL . Si compie così quel disegno politico voluto e suffragato, 88 ] 17) Comunicato in prima pagina, Le Travail , n. 3, 15.2.1948. 18) A. Barbero, “Cogne – Elezioni FIOM”, Le Travail, n. 8, 13.5.1948. 19) "Elections à la Cogne", Union Valdôtaine , n. 53, 15.5.1948. 20) Bruno G., “FIOM – Elezioni antidemocratiche”, Le Travail, n. 16, 8.7.1948. 21) A. Pepellin, “Elezioni FIOM”, Le Travail, n. 17, 15.7.1948.
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