Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
la CGIL nel ribadire le ragioni della lotta dei metalmeccanici lanciano la parola d’ordine della “non collaborazione”, decisa dalle strutture sindacali del Nord Italia. Essa si concretizzava nell’astensione dagli straordinari e nel fatto che “gli operai faranno esattamente il lavoro assegnato senza prendere nessuna iniziativa per sopperire alle deficienze tecnico- organizzative che ci possono essere” 10 . Questa scelta indica il venir meno del clima collaborativo esistente nella fase post bellica, contrassegnata dalla ricostruzione dell’apparato produttivo e di cui erano espressione i Consigli di Gestione che, pur celebrando a Milano nel novembre 1947 il loro primo congresso, erano ormai un’esperienza in via di esaurimento. Ma la FIOM della Valle d’Aosta non limita la sua attività alle iniziative per il rinnovo contrattuale, ridefinisce le tabelle di contingenza allora diversificate tra uomo e donna ed in base all’età. Al riguardo non si deve dimenticare che il criterio di calcolo della contingenza era dato dall’indice provinciale e non nazionale dei prezzi. Sempre la FIOM sollecita un incontro, facendosi carico di un problema molto sentito, col Consiglio Valle, il Comune di Aosta e l’ente preposto alla distribuzione del latte per risolvere questioni inerenti al suo prezzo ed alla distribuzione “allo scopo di evitare agitazioni” 11 . Anche il sindacato edili, la FILEA , riprende la sua azione rivendicativa siglando col suo segretario Marcello Brunet, una delle figure più attive del sindacalismo valdostano del dopoguerra, un accordo con la locale Associazione Industriali su gratifica natalizia, ferie e festività infrasettimanali 12 . Nel settembre del 1947 si costituisce il sindacato dei pensionati che aggrega i titolari delle pensioni INPS , aprendo un proprio ufficio presso la Camera del Lavoro, operativo anche la domenica mattina in particolare per i pensionati residenti nei comuni più decentrati della Valle. È retto da un Consiglio d’Amministrazione che si propone di indurre “il Governo a voler adeguare le pensioni al costo della vita”, cavallo di battaglia ancor oggi per il sindacato pensionati 13 . A pochi mesi dal 1° Congresso della Camera del Lavoro di Aosta si costituisce nel luglio 1947 la “Section de travailleurs Valdôtains de la Cogne, émanation directe de l’Union Valdôtaine” per iniziativa di un gruppo di dipendenti Cogne sindacalizzati tra cui spicca la figura di Pierre Fosson e sotto l’egida di Severino Caveri, allora Presidente della Giunta Regionale. Le sue finalità sono valorizzare, sotto vari aspetti, la forza lavoro locale contro “le boycottage systématique de l’élément local…, il est inutil qu’on se fasse des illusions, existe encore aujourd’hui…Ce boycottage doit cesser” 14 . Pur rimanendo aggregata alla FIOM , ma come elemento distinto, la costituzione della Section des Travailleurs fu indubbiamente una scelta che marcò una prima differenziazione di natura politica in una CGIL ancora unitaria e i cui “organi direttivi non sono stati eletti con distinzione di liste di corrente, ma con una lista unica concordata” 15 . Il rischio che tale scelta potesse portare a “une scission de la classe ouvrière” fu lucidamente prospettata da Claudio Manganoni nel suo intervento nella riunione costitutiva della Section 16 . Manganoni, allora Consigliere Regionale, esponente di primo piano della Resistenza e della Federazione Valdostana del PCI , pur non essendo sindacalista partecipò all’incontro in quanto dipendente Cogne ed affiliato all’Union Valdôtaine, ancora nella sua fase movimentista e non strutturata come partito. Proprio in virtù di questa trasversalità politica, di cui non fu l’unico esponente, negli anni seguenti Manganoni mise ripetutamente in guardia contro i rischi di una scelta che poteva portare ad una grave frattura nel mondo sindacale valdostano; ciò avvenne nel 1952 con la nascita del SAVT . Il 1948 è l’anno della scissione sindacale in campo nazionale. Già il 1° Congresso della CGIL unitaria a Firenze nel giugno del 1947 si era svolto in un clima di grande tensione, di contrasto fra la corrente democratico- cristiana e quelle comunista e socialista, nettamente maggioritarie, in particolare su due temi. Il primo riguardava l’atteggiamento della Confederazione sui problemi politici, contenuto nell’art. 9 dello Statuto CGIL , e l’altro sulla funzione in campo sindacale delle ACLI che non condividevano la presenza dei cattolici nel sindacato unitario accanto a comunisti e socialisti. Su entrambi i temi fu raggiunto un compromesso. Per le ACLI si affermò che la loro azione si sarebbe limitata solo al campo assistenziale ed educativo e non a quello sindacale; mentre sull’altro punto nonostante una modifica dello Statuto, per cui la CGIL poteva intervenire sui problemi politici di valenza generale e tali da [ 87 10) A. Barbero, “Contratto FIOM”, Le Travail n. 11, 15.12.1947. 11) Notizie Sindacali, Le Travail n. 5, 15.9.1947. 12) Vedi nota 11. 13) “Sindacato Pensionati della Previdenza Sociale”, Le Travail n. 6, 1.10.1947. 14) “Constitution de la Section des travailleurs de la Cogne”, Union Valdôtaine, n.34, luglio 1947. 15) P. Ciocchetti, Le Travail n.22, 26.8.1948. 16) Vedi nota 14.
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