Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
( centomila abitanti contro i milioni delle altre Regioni del Nord Italia) inducono a prendere con prudenza tali dati statistici; è indubbio, tuttavia, che la notizia de “La Stampa” ben fotografa una realtà costituita da un consistente rapido miglioramento nelle condizioni di vita della popolazione valdostana. I L T ERRITORIO Negli anni Cinquanta riprende con notevole intensità il processo di trasformazione e di urbanizzazione del territorio che aveva ricevuto un notevole impulso negli anni Trenta, subendo poi un rallentamento durante il periodo bellico e negli anni immediatamente successivi. Ci sono in particolare quattro settori in cui si verifica uno sviluppo spettacolare con profonde modificazioni territoriali: le abitazioni, la viabilità, le grandi dighe, gli impianti a fune. Le abitazioni Numerosi sono, a partire dai primi anni del secondo dopoguerra, gli interventi nel campo delle abitazioni; fra di essi spiccano anche due grosse iniziative a carattere pubblico. AdAosta, nel 1951, vengono inaugurati 92 appartamenti dell’ INA -Case costruiti al Quartiere Cogne per gli operai ed impiegati dello stabilimento siderurgico. APont-Saint-Martin, nel 1953, viene inaugurato il nuovo quartiere ricostruito, con i finanziamenti dellaRegione, attorno alla piazza principale del paese, dopo la devastazione del terribile bombardamento dell’agosto 1944. I dati sull’incremento delle abitazioni sono molto eloquenti. Nel 1951 ci sono in Valle d’Aosta 35.288 abitazioni con 106.109 stanze. Trent’anni dopo, nel censimento del 1981, il patrimonio abitativo è quasi triplicato; vengono infatti registrate 79.568 abitazioni con 270.267 stanze. È soprattutto negli anni Sessanta e Settanta che si verifica un vero e proprio “boom” edilizio: in vent’anni vengono costruiti oltre 36.000 nuovi alloggi e il numero di stanze presenti nella regione raddoppia ( passando dalle 136.222 disponibili nel 1961 alle, già citate, 270.267 del 1981). Aumenta enormemente il numero delle nuove abitazioni e cambia anche la loro tipologia con la diffusione, accanto alle tradizionali “case” e “ville”, dei “condomini”. La massiccia edificazione provoca dei significativi effetti economici e ambientali. Sotto l’aspetto economico, una parte della popolazione gode di benefici immediati: numerose famiglie valdostane infatti, ricavano ingenti profitti dalla vendita dei terreni destinati all’attività edilizia e, inoltre, si consolida un comparto produttivo apprezzabile in cui sta emergendo con forza anche l’imprenditoria locale. Sotto l’aspetto ambientale, si constata, con preoccupazione, la scomparsa del paesaggio tradizionale valdostano, stravolto e sostituito dalla nuova, e spesso selvaggia, edificazione, accompagnata dalla realizzazione di una rete sempre più fitta di strade, parcheggi ed altre infrastrutture. L’espansione edilizia riguarda i grandi centri del fondovalle, a partire dal capoluogo regionale, ma tocca anche in maniera significativa le località di montagna dove si sta sviluppando o si progetta lo sviluppo del turismo invernale legato allo sci. Nel comprensorio del Monte Bianco questo fenomeno deflagra soprattutto nei Comuni di Courmayeur, La Thuile e Pré-Saint-Didier, ma tracce di forte espansione, e talvolta anche di vera e propria speculazione edilizia, sono rinvenibili anche a Morgex e La Salle. Nell’alta valle del Gran San Bernardo, a Saint-Rhémy, parte, nel1973, la costruzione di un grande villaggio turistico composto da un complesso di ottanta appartamenti a schiera. Edificazione massiccia, anche accompagnata dal manifestarsi di primi segnali di preoccupazione e di protesta, al Breuil, a Torgnon, ad Ayas a Cogne. La costruzione di due grandi complessi di seconde case sulla collina di Saint-Vincent, nei pressi del Colle di Joux, suscita, nel settembre 1978, un forte scontro all’interno dello stesso Consiglio comunale di Saint-Vincent. Molto controversa la vicenda di Pila. Nel 1966 la Società Alpila, partecipata dalla Regione, affida all’architetto francese Laurent Chappis il compito di redigere il Piano urbanistico complessivo della nuova stazione turistica che si intende realizzare. Il Piano, approvato dalla Regione nel 1971, prevede una edificazione massiccia: circa 375.000 metri cubi di nuove costruzioni, con cui realizzare, ex novo, circa 5.000 posti letto. La costruzione dei primi edifici viene avviata nel 1972, mentre contestualmente la Società Pila provvede al potenziamento degli impianti di risalita e delle piste da discesa per far fronte allo sviluppo della clientela. La viabilità Negli anni Cinquanta riprende vigore la costruzione di strade e di ponti al fine di collegare tutte le località ubicate nelle valli laterali alla rete viaria centrale. In tale sforzo è particolarmente impegnato il Consiglio della Valle che destina risorse importanti allo sviluppo della viabilità. Il processo di espansione della viabilità riceve una spinta 78 ]
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