Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

Attività terziarie Il Censimento del 1981 fotografa l’impressionante crescita del settore terziario e della pubblica amministrazione. Gli addetti di questo settore erano meno di 10.000 all’inizio degli anni Cinquanta, poi erano progressivamente saliti fino a raggiungere i 17.380 addetti del 1971. Nel Censimento del 1981 il terziario è diventato il settore economico con più occupati, con 24.375 addetti, superando non solo l’agricoltura, ma anche, per la prima volta, l’industria. Forte, in particolare, è l’impatto occupazionale della crescita dell’attività turistica che, nel corso degli anni Cinquanta vede il raddoppio delle presenze ( dalle circa 500.000 presenze del 1949 si arriva, nel 1958, ad un milione), incremento che prosegue negli anni Sessanta fino ad arrivare, nel 1970, a quasi tre milioni di presenze. Una ulteriore impennata si registra poi negli anni Settanta arrivando, nel 1981, a cinque milioni e mezzo di presenze. Lo sviluppo turistico produce un crescente peso occupazionale del settore commerciale. Le statistiche registrano infatti quasi 10.000 addetti, nel 1981, nel settore del commercio, di cui circa il 60% sono attribuibili al commercio al minuto ed all’ingrosso ed il 40% ai pubblici esercizi ed agli alberghi. Notevole l’espansione della pubblica amministrazione. Nel 1981 si registrano oltre 10.000 dipendenti pubblici. Sono aumentati, in particolare, gli impiegati della Regione e dei Comuni, gli insegnanti e gli addetti alle funzioni collegate con l’istruzione, gli addetti ai servizi sanitari. Da segnalare nel terziario anche l’incremento del credito e delle assicurazioni. Nel 1981, tale settore raggiunge i 1.700 addetti. In notevole espansione anche i lavoratori dei trasporti ed delle comunicazioni che sono ormai oltre 2.000. L E C ONDIZIONI DI VITA A partire dall’inizio degli anni Cinquanta, e per circa un trentennio, si verifica un rapido miglioramento delle condizioni di vita della grande maggioranza della popolazione valdostana. Migliorano in quantità e qualità le abitazioni; migliora l’alimentazione; cresce il reddito; si innalzano i livelli di istruzione; cresce la possibilità di spostarsi; si sviluppa l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione. Nel 1951 non tutte le abitazioni occupate ed utilizzate sono provviste di un impianto di illuminazione fisso; solo 10.000 ( su 35.288) hanno l’acqua potabile interna e solo 6.800 hanno il gabinetto interno. Dal Censimento del 1981 emerge invece che ormai tutte la abitazioni hanno il collegamento con la rete elettrica; sono dotate di acqua potabile all’interno della casa, di gabinetto interno, di bagno ed inoltre, quasi tutte hanno anche il riscaldamento centralizzato. Nel 1951 vengono segnalati in Valle d’Aosta circa 2.000 analfabeti, mentre ci sono solamente 2.290 persone con il titolo di scuola media superiore e 521 laureati. Nel 1981 l’analfabetismo è quasi scomparso, i diplomati sono saliti a 11.595 ed i laureati sono quadruplicati, diventando 2.153. A partire dall’inizio degli anni Cinquanta si assiste ad un rapido processo di motorizzazione di tutta l’Italia. Nasce il binomio automobili-autostrade che rappresenterà il modello trainante dell’economia italiana e costituirà uno dei principali fattori di trasformazione della società. La Valle d’Aosta è fortemente coinvolta in tale processo. Nel 1958 risultano circolanti in Valle d’Aosta solo poco più di 3.000 autovetture, un’auto ogni venticinque abitanti, una media nettamente inferiore a quella della provincia di Torino (un’auto ogni quindici abitanti) e dell’insieme delle province piemontesi. Una situazione in rapida evoluzione. Nel maggio 1964 viene consegnata la targa AO 20.000 ; nel giro di soli quattro anni il parco automobilistico valdostano si è raddoppiato e la Valle d’Aosta si avvia a diventare la regione italiana con il maggior numero di auto circolanti in proporzione agli abitanti. Un altro grande elemento di trasformazione è rappresentato dalla diffusione della radio e, poi, della televisione. In Valle d’Aosta i programmi radiofonici della RAI cominciano ad essere diffusi a partire dal 1953. Alla fine degli anni Cinquanta ci sono in Valle d’Aosta 16.217 abbonati alla radio ed appaiono i primi abbonati alla TV (1.761). Numeri che nel giro di pochi anni avranno una sorprendente moltiplicazione. La crescita della produzione, dei salari e dei consumi è considerevole in Valle d’Aosta nel corso degli anni Cinquanta, tanto che la regione recupera rapidamente terreno rispetto alla situazione di arretratezza e miseria che per tanto tempo l’aveva caratterizzata. Il 2 febbraio 1957, per la prima volta, il reddito medio annuo pro- capite della Valle d’Aosta balza in testa alla classifica fra le Regioni italiane. Le statistiche pubblicate da “La Stampa” attribuiscono alla popolazione valdostana un reddito medio di 386.000 lire per abitante, che colloca la Valle d’Aosta davanti alla Lombardia (322.000) ed al Piemonte (314.000). I piccoli numeri della Valle d’Aosta [ 77

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