Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

normalmente, le assemblee dei soci, anziché avere scansione annuale, si tenevano ogni tre mesi. Questa norma, il cui scopo fu di favorire la concreta partecipazione della base alle decisioni della Società, venne peraltro sostenuta da una serie di provvedimenti di penalizzazione contro coloro che mostravano di trascurare i loro impegni di soci. Democrazia e rigore sono i due sistemi di valori che ispirarono la stesura dello Statuto dell’interessante Società di Saint-Pierre e Villeneuve. I richiami alla buona condotta sono numerosi, la limpidezza nella gestione del denaro sociale è assicurata da una serie di precisi regolamenti. Particolare attenzione viene dedicata alla partecipazione in corteo di tutti i soci in occasione del funerale di un affiliato. Se si tiene conto che era in vigore il divieto per le bandiere delle SOMS di essere introdotte nelle Chiese, si può immaginare quale valore assumessero le parate di soci provvisti di coccarde e distintivi, raccolti intorno alla loro bandiera: un vero e proprio funerale laico nel funerale religioso. Non mancano gli accenni alla possibilità di istituire un magazzino sociale, né viene dimenticato il ruolo dell’istruzione. Se si escludono le informazioni tratte dal libretto dello Statuto, nulla si sa della Società di Saint-Pierre e Villeneuve, della sua attività sociale, delle circostanze della sua dissoluzione. A partire dal 1894 si risentirono anche in Valle d’Aosta le conseguenze della politica repressiva messa in atto dai vari governi per ostacolare l’affermarsi delle istanze delle classi popolari. Per effetto delle leggi speciali anti-sovversive, furono esercitati severissimi controlli sulle organizzazioni operaie. La stessa moderatissima Société di Aosta ebbe a soffrire di pesanti limitazioni. È pertanto lecito avanzare l’ipotesi che la ben più “sospetta” Società di Saint-Pierre e Villeneuve sia stata oggetto di sanzioni tali da provocare forse anche lo scioglimento del sodalizio. La Société ouvrière de Secours Mutuels et Protection de Sarre-Chésallet Di segno opposto rispetto a quella di Saint-Pierre e Villeneuve è la Società nata nel 1904 a Sarre: di ispirazione socialista la prima, di orientamento cattolico la seconda. Il modello per la stesura del suo Statuto è profondamente diverso da quello seguito dalle società finora esaminate, esso fa riferimento piuttosto agli orientamenti tipici delle associazioni cattoliche. Il sodalizio è posto sotto la protezione di San Giocondo, i soci hanno l’obbligo di non lavorare di domenica, la prima assemblea generale si tenne all’uscita della Messa, uno dei revisori è il parroco di Sarre. Nel 1909 ha inizio una vera e propria svolta: il parroco non è più eletto revisore dei conti, il deputato liberale Giorgio Rattone, attraverso un’oblazione di 100 lire, diventa membro onorario perpetuo ed infine si decide, ad appena sei anni dall’inaugurazione della prima bandiera, di acquistarne un’altra con le tradizionali mani in fede e il tricolore. Dai documenti non è dato conoscere la ragione di questi provvedimenti, tuttavia è evidente il senso dell’operazione: dare un nuovo volto, laico, alla Società, estromettere i rappresentanti del clero e mettersi sotto la protezione di un influente personaggio politico di tendenza liberale e anticlericale. Lo Statuto viene modificato negli articoli che prescrivono gli obblighi religiosi dei soci. Il cambiamento di rotta provocò un profondo dissidio tra il parroco estromesso dalla Società e i dirigenti fautori della svolta. La polemica toccò il culmine quando nel 1911 , per sancire il nuovo corso, si procedette ad una nuova inaugurazione della Società e, puntualmente, ancora una volta, lo scontro ebbe come oggetto la disputa sulla benedizione della bandiera. Fu un’inaugurazione civile: il discorso fu pronunciato da César Martinet il quale aveva promesso la sua presenza solo a patto che la bandiera non fosse benedetta. Gli anni del fascismo scorrono senza scosse; i verbali sono redatti in lingua francese fino al 1939, anno in cui anche la Società di Sarre e Chésallet subisce le conseguenze delle disposizioni governative relative alla liquidazione del movimento mutualistico. La circolare di Starace dispone che tutte le Società mutue devono cessare ogni attività e versare i loro fondi nelle casse dello Stato. Ogni attività fu realmente sospesa, ma i fondi sociali furono custoditi presso il presidente e nel 1945 si deliberò la ricostituzione della Società. Il banchetto annuale, la presenza in occasione delle feste organizzate dalle “consorelle” valdostane, sono le attività ancora esercitate dalla società di Sarre, che non ha rinunciato a svolgere la sua funzione socializzante. La Société ouvrière de Secours Mutuels et Protection l’Union des Saimperrolains La più giovane delle SOMS valdostane fu fondata a Saint- Pierre nel 1911. L’Union des Saimperrolains nacque con lo scopo di consolidare i legami di fraternità tra gli abitanti di Saint-Pierre e di prestare appoggio morale e 44 ]

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