Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

La proprietà della casa inoltre permise alla Società di Pont-Saint-Martin di detenere una posizione di relativa forza nei confronti delle autorità fasciste. Quando, in seguito alla chiusura del Circolo, si insediò nei locali sociali il Dopolavoro fascista, tra il consiglio d’amministrazione e la direzione dell’ ONFD si stabilì un rapporto locatore-fittavolo che si tradusse spesso in pressanti richiami al rispetto del contratto e in decisi reclami della Società nei confronti dell’ente locatario. Ciò non toglie che anche la Società di Pont-Saint-Martin dovette sottoporsi al controllo e alle imposizioni del regime. Fu costretta ad aderire all’ Ente Nazionale Fascista della Cooperazione e ad accettarne le disposizioni, a fornire dettagliate informazioni sui bilanci finanziari, a partecipare con la bandiera alle manifestazioni volute dal fascismo. Quando nel 1936 pervenne l’imposizione che il consiglio fosse composto esclusivamente da iscritti al Partito fascista, il presidente fu costretto a sospendere l’insediamento del neoeletto consiglio. L’ Ente Nazionale Fascista della Cooperazione, dopo aver esaminato la posizione degli eletti, escluse dal direttivo il socio Priamo Trèves. I verbali dedicano pochissimi riferimenti espliciti alle ripercussioni della Seconda Guerra sulla vita sociale. All’ordine del giorno delle riunioni tenute negli anni 1940-1945 si trovano invariabilmente due punti: rendiconto mensile e sussidi. Segno che la Società continuò a svolgere con regolarità il suo compito di assistenza, ma che ogni altra attività fu sospesa. Il bombardamento che il 23 agosto 1944 colpì Pont- Saint-Martin provocando un gran numero di vittime e danneggiando gravemente il patrimonio edilizio cittadino, lasciò i suoi segni anche sulla Casa sociale. Il fabbricato, a pochi metri dalla zona più direttamente colpita, venne catalogato nelle planimetrie comunali come edificio parzialmente danneggiato. In ottobre l’assemblea deliberò di procedere alle riparazioni più urgenti e per farlo si aprì una sottoscrizione tra i soci che versarono una somma a titolo di prestito senza interessi. Solo nel 1950 la Società estinse completamente il debito contratto con i soci. Nel giugno del 1945 fu aperto un buffet nel locale precedentemente occupato dal Dopolavoro, che in seguito diventò un Circolo CRAL . Riprese il gioco delle bocce, nel 1946 venne disputata la prima gara bocciofila del dopoguerra. A partire dagli anni Cinquanta ebbe inizio un rapido declino dell’attività assistenziale della Società. Le richieste di sussidio divennero sempre meno frequenti e le nuove iscrizioni sempre più scarse, le modalità stesse che per molti decenni avevano regolato l’attività assistenziale subirono radicali trasformazioni. Le assemblee generali finirono per essere poco frequentate e l’attività ricreativa si limitò all’organizzazione di gare bocciofile, scomparvero le tradizionali feste e i balli di Carnevale. Dagli anni Sessanta non si registrano più richieste di sussidi e l’attività assistenziale finirà per rivolgersi esclusivamente alla categoria dei pensionati. Nell’ambito dell’attività ricreativa l’azione della Società si svolse attraverso un attento e puntuale controllo sull’andamento del CRAL nell’intento di garantire ai soci la possibilità di trascorrere il tempo libero in compagnia, di utilizzare un campo di bocce e di bere un buon bicchiere di vino ad un prezzo leggermente inferiore rispetto a quello praticato negli altri bar. Nel 1975 chiude il CRAL aziendale Ilssa Viola e si concludono le trattative per l’unificazione dei due Circoli, quello aziendale e quello comunale della Società. La nuova denominazione è CRAL aziendale e comunale, è affiliato all’ ARCI ed ha una gestione amministrativa autonoma con un direttivo proprio di cui fa parte di diritto un rappresentante della Società operaia. Nel 1979 la Società affronta una serie di spese e contrae dei debiti per la ristrutturazione della Casa sociale. Nel dicembre del1984, in seguito alla crisi dello stabilimento Ilssa Viola il nuovo CRAL si scioglie e la Società torna alle passate modalità di gestione del Circolo. Oggi la Società di Pont-Saint-Martin è ancora regolarmente in funzione. Le Società operaie di Mutuo Soccorso di Verrès A Verrès fu istituita una prima Società operaia nel 1883. La Società di Mutuo Soccorso ed Istruzione degli artisti, commercianti, operai e contadini di Verrès aveva per motto: “Unione e lavoro” e “per base l’amore e la fratellanza”. Suoi scopi erano “il soccorso in caso di malattia e il compimento dell’istruzione mercé scuole serali e festive”. Il servizio di assistenza si limitò all’inizio al sussidio giornaliero ai soci ammalati: non era previsto né il servizio del medico né quello del farmacista. Alla fondazione del sodalizio partecipò attivamente l’ingegnere Camillo Perron, figura di spicco del mondo politico liberale valdostano, rappresentante del Collegio di Verrès in Parlamento. Nel 1883 i soci erano complessivamente 134. Tra i generosi oblatori in favore [ 41

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