Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

preoccupato delle conseguenze sociali della miseria che del pericolo rappresentato da un sodalizio all’interno del quale i lavoratori erano raggruppati sotto il suo paternalistico controllo. La Società di Mutuo Soccorso degli artisti, operai, esercenti e contadini di Pont-Saint- Martin - questa la denominazione del sodalizio nato nel 1882 – fu fondata da Balthazard Mongenet, proprietario delle Ferriere, il complesso metallurgico che fece di Pont- Saint-Martin un importante centro industriale. Gaspare Mongenet, dopo la morte del padre, continuò ad occuparsi concretamente della Società con generose elargizioni a favore della cassa sociale, concedendo un interesse del 5% sui fondi sociali depositati presso la cassa Mongenet e con la donazione del terreno su cui nel 1909 verrà costruita la casa sociale tuttora esistente. L’articolo 2 dello statuto che designava tra gli scopi della Società di Pont-Saint-Martin “la somministrazione dei generi alimentari e di consumo più necessari alle famiglie dei soci al puro prezzo di costo, aumentato delle spese di amministrazione” non rimase lettera morta, come era avvenuto per la Société di Aosta, il cui statuto conteneva le stesse indicazioni. Nel 1896 fu istituita la Cooperativa di consumo e previdenza che, pur essendo nata per opera della Società di mutuo soccorso, ebbe fin dall’inizio una vita autonoma e un proprio statuto. Il consiglio di amministrazione seppe gestire con profitto la Cooperativa tanto che dopo pochi anni fu in grado di acquistare una casa, dotata anche di un forno per la panificazione, che venne adibita a magazzino e sede sociale. Nel 1886 venne costituita a Pont-Saint-Martin una seconda Società di mutuo soccorso. I fondatori del nuovo sodalizio - la Associazione Generale di Mutuo Soccorso degli operai di Pont-Saint-Martin - erano commercianti e negozianti ed è questo il dato che caratterizzò l’Associazione rispetto alla prima Società, creata essenzialmente dai proprietari e dai dirigenti della ferriera e costituita dagli operai delle officine. Tra i suoi scopi sociali particolare importanza venne data all’istruzione mentre, per quanto riguarda la cooperazione tra consumatori, un articolo dello statuto la vietava espressamente. I suoi quattordici anni di vita furono fervidi di iniziative. Tra le realizzazioni più importanti vanno ricordate la scuola serale e il gabinetto di lettura. Nel 1902 si optò per la fusione delle due Società e fu costituita la “Società di Mutuo Soccorso riunite degli Operai di Pont-Saint-Martin”, la stessa ancora oggi in vita. Furono aboliti gli statuti e le bandiere di entrambi i sodalizi originari, i fondi furono riuniti, l’anzianità maturata nelle due Società fu conservata. Nel 1908 l’assemblea dei soci della nuova Società diede un parere definitivo sulla questione della costruzione di una Casa sociale di cui si era cominciato a parlare fin dal 1904. Nel settembre del 1909 venne inaugurato un vero e proprio palazzo, una imponente Casa sociale che a tutt’oggi costituisce un’eloquente testimonianza dell’abilità, dell’intraprendenza e dello spirito di servizio nel prestare la propria opera della commissione che si occupò dell’ambiziosa realizzazione. È evidente che alla base del progetto c’era la consistenza del patrimonio, frutto dell’unione dei capitali delle due Società originarie, la sicurezza rappresentata dall’elevato numero degli iscritti (circa 200) e la proprietà del terreno lasciato in eredità da Gaspard Mongenet, tuttavia portare a termine la costruzione si rivelò impresa non facile: la spesa fu di gran lunga superiore a quella prevista, tra la Società e l’impresario intervenne una lunga costosa lite che mise a dura prova le risorse finanziarie sociali. In aiuto alla Società accorsero generosi i soci onorari: Lorenza Mongenet, Antonio Hruschka, direttore delle ferriere, Roberto Delapierre, Carolina Pallof. Nel 1910 l’assemblea generale dei soci, per far fronte ai debiti contratti per la Casa, deliberò di cedere in affitto le botteghe, tre stanze e due cantine dello stabile appena inaugurato e di riservarsi gli altri locali per l’apertura di un Circolo familiare. In realtà un Circolo familiare gestito dalla Società, che nominava un cantiniere e fissava il compenso in base ai litri di vino venduti, funzionò con successo fino al 1926, quando una disposizione governativa ne decretò la chiusura per consentire che nei locali si stabilisse un Dopolavoro fascista. Il fatto di possedere una casa propria conferì una nuova fisionomia alla Società di Pont-Saint- Martin, il cui consiglio di amministrazione, dal 1910, fu impegnato principalmente nella gestione del patrimonio rappresentato dallo stabile e nella conduzione del Circolo familiare: la nomina dei cantinieri, la qualità del vino, la cura e la pulizia dei locali e degli arredi sono in quegli anni al centro delle preoccupazioni del presidente e degli amministratori. Le casse sociali, costantemente rifornite dai proventi degli affitti dei locali ( tre cantine, due ampie botteghe a pianterreno, un salone al primo piano e un alloggio al secondo piano) godettero di una tale prosperità da consentire alla Società di superare i dissesti finanziari provocati dalla Grande Guerra e la crisi generale che negli anni del dopoguerra determinò la scomparsa di gran parte delle SOMS . 40 ]

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=