Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

fornì annualmente un consistente contributo finanziario. Le sorti della scuola subiranno alcuni contraccolpi nel periodo fascista quando le difficoltà nei rapporti tra le SOMS e il regime porteranno anche la Société di Aosta a dover fare i conti con una serie di ostacoli creati per porre impedimenti alle SOMS, sospettate di attività sovversiva. Durante la seconda guerra mondiale, le lezioni - insegnanti Lino Binel (edilizia), Fedele Zutta (ornato), Pietro Fosson (meccanica) - ebbero regolarmente luogo: nel 1942 alla scuola di disegno ci furono ben 101 iscritti. Nell’archivio sociale non è più possibile trovare informazioni sulla scuola di disegno a partire dal secondo dopoguerra. Si deve all’iniziativa della Société se la città di Aosta ebbe il suo primo servizio di pompe funebri. La decisione nacque dall’esigenza di investire in una attività redditizia il capitale sociale che si era accumulato nel corso degli anni. Si trattò peraltro di una idea avanzata, che offrì agli abitanti di Aosta un servizio moderno ed efficiente di cui la cittadinanza era ancora sprovvista all’inizio del secolo scorso. Si cominciò a discutere sull’opportunità di questo investimento nel 1906, ma soltanto nel 1911, dopo che una commissione appositamente nominata ebbe lungamente studiato la questione, il servizio di pompe funebri entrò in funzione. Fu acquistato a Torino un carro funebre e, con la collaborazione del Comune, si trovò il locale per il suo deposito “due arcate che trovansi a fianco della Piazza d’Armi, nel così detto locale del mercato dei vitelli”. I cavalli venivano presi in affitto per ogni servizio. L’investimento si rivelò molto vantaggioso: nel 1916 portò alla Société ben 1.122,75 lire. Ma nel 1926, dopo quindici anni di attività, condotta da soci volontari con serietà e perizia, l’autorità fascista cittadina intervenne con un’azione chiaramente volta a penalizzare la Société concedendo in appalto il servizio di pompe funebri a una ditta privata. A queste condizioni si decise di chiudere con un’attività che, in presenza di un concorrente, rischiava ormai di mettere in passivo le casse sociali. Il carro funebre e relativa attrezzatura furono vendute alla ditta Camandona per 14.862 lire. L’attività di cui più frequentemente riferiscono i verbali sociali riguarda l’organizzazione di feste e balli: un fatto che rimarrebbe senza spiegazione se non si conoscesse l’importanza che le SOMS attribuirono alla propria funzione socializzante. Per capire il valore dei momenti di socialità e di festa, è importante ricordare che la settimana lavorativa era di sei giorni e che soltanto con i primi anni del Novecento la giornata dell’operaio passò da 12-14 ore a 10 ore. Due erano i grandi appuntamenti annuali su cui i soci e le loro famiglie potevano contare: la veglia di Carnevale e il pranzo sociale, per lo più sotto forma di “goûter champêtre”. Se si escludono i tragici anni delle due guerre mondiali, entrambi i rendez-vous, quello invernale con le danze e quello primaverile con i banchetti, attraversarono con cadenza ininterrotta l’intera storia della Société. Gli anni della Grande Guerra rappresentano per le SOMS un periodo di gravi difficoltà. La Société di Aosta non fa eccezione: l’improvviso venir meno delle quote dei richiamati, quasi un terzo dei soci, sommato ad un rilevante aumento del numero degli ammalati, fa precipitare le sorti della cassa sociale. Le entrate si assottigliano e le uscite aumentano. L’onere delle 300 lire annualmente versate al comitato per l’assistenza delle famiglie dei richiamati, il rincaro dei prezzi dei medicinali e delle parcelle mediche rischiano di portare al fallimento la Société, che riesce a mantenersi in vita aumentando di 50 centesimi le quote mensili dei soci ordinari. Le leggi speciali di pubblica sicurezza emanate dal 1925 al 1928 impedirono di fatto qualsiasi forma di libera associazione: ogni riunione pubblica doveva essere annunciata al prefetto, nessuna manifestazione poteva aver luogo senza autorizzazione, le SOMS non potevano più esporre le loro bandiere, considerate come simbolo di sovversione sociale. Insomma il regime fascista operò il pressoché totale smantellamento delle Associazioni mutue su tutto il territorio nazionale. L’ Ente Dopolavoro, istituito nel 1925, coprì il Paese di una nuova, fitta rete di Circoli ricreativi e le SOMS furono invitate ad aderirvi. La Société di Aosta, nei lunghi anni del periodo fascista, con il preciso scopo di salvare ad ogni costo la propria esistenza, riuscì, accettando le più svariate forme di sottomissione alle imposizioni fasciste, ad attraversare indenne il Ventennio, seppure faticosamente e a prezzo di dolorosi cedimenti. La Seconda guerra mondiale segnò una battuta di arresto per la Société come già era accaduto negli anni della Grande Guerra: tutte le attività si ridussero e la partecipazione alla vita sociale diminuì notevolmente. Tuttavia l’esperienza della scuola serale, salvata a fatica dagli attacchi delle autorità fasciste cittadine, proseguì durante tutto il conflitto. Negli anni del dopoguerra si assiste all’inevitabile declino dell’attività assistenziale della Société. Le trasformazioni socio-culturali avvenute dopo la Seconda guerra mondiale e, in particolare, la diffusione di un sistema statale di previdenza e di assicurazione, determinarono la definitiva perdita di ruolo delle SOMS . 38 ]

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