Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

il cassiere, il collettore, convocava le assemblee ordinarie e straordinarie, verificava le domande di sussidio e designava i soci incaricati di portare il vessillo sociale nelle cerimonie e nei funerali. La bandiera sociale era tenuta in gran conto; su di essa era raffigurato l’emblema principale del mutualismo: le “mani in fede”, simbolo del legame di fraternità tra i soci e dell’attaccamento alla Società. L’assemblea generale si riuniva ogni anno per eleggere i membri del consiglio di amministrazione. Tutte le cariche erano gratuite eccetto quelle del segretario e del collettore. Accanto agli scopi assistenziali gli statuti delle SOMS , che sorsero a centinaia in tutta la penisola alla fine dell'Ottocento, indicavano come importante obiettivo l'alfabetizzazione e l'istruzione professionale dei soci e di conseguenza diedero vita a miriadi di scuole serali, biblioteche, corsi professionali. Il movimento mutualistico si occupò inoltre dell'organizzazione delle più svariate attività ricreative: bocciofile, cori, filodrammatiche, gite, balli, escursioni, gare di ciclismo ecc. Non va infine dimenticato che le prime cooperative di distribuzione di prodotti alimentari furono fondate all’interno delle stesse SOMS , un’iniziativa che prese piede anche in Valle d’Aosta come vedremo in seguito. L E S OCIETÀ VALDOSTANE DI M UTUO S OCCORSO La Société de Secours Mutuels entre les ouvriers d’Aoste Il gruppo dei fondatori della Societé ouvrière di Aosta, nata nel 1873, era formato da possidenti, negozianti, imprenditori, cafetiers , un notaio, un veterinario e due farmacisti, di cui alcuni tra gli esponenti più in vista del partito liberale cittadino. L’Écho du Val d’Aoste, nel dare notizia della costituzione del comitato fondatore, definisce i componenti “des personnes bien intentionnés et qui désirent ardemment améliorer le sort de la classe si intéressante des ouvriers”. Al di là dei toni enfatici del giornale cittadino, la gran parte dei membri del comitato era impegnata, proprio agli inizi degli anni 1870, all’interno del partito liberale, in una nuova politica all’insegna del progresso e della modernizzazione, in contrapposizione con le posizioni rigidamente conservatrici dello schieramento clericale. Una iniziativa di segno borghese, il cui obiettivo era il miglioramento morale ed economico della classe lavoratrice, a patto però che esso avvenisse senza tensioni e all’interno del potere costituito. Una realizzazione che consentì al gruppo di Aosta di adeguarsi alla linea perseguita in campo nazionale dai liberali, i quali ponevano le SOMS al centro del loro progetto di intervento sul terreno sociale. Il primo presidente della Società di Aosta fu il farmacista Nicola Gallesio, proveniente dal biellese. François Farinet, che sostenne in quegli anni posizioni politiche radicali, portando per la prima volta in Valle d’Aosta temi di grande attualità quali il lavoro operaio e le agitazioni sociali, ne fu il giovanissimo segretario. Le giovanili posizioni radicali di Farinet si stemperarono con il passare degli anni, ma fu lui il principale fautore della diffusione del mutualismo in Valle d’Aosta. La nascita della Société non mancò di sollevare le più vive apprensioni dei clericali e dei conservatori. Poco disposti a vedersi sottrarre l’iniziativa in campo assistenziale e associativo, essi decisero di contrapporre alla temibile, laica Sociétè ouvrière una loro associazione operaia: L’Union des Ouvriers catholiques. I due sodalizi cittadini si contrapposero per anni in scontri accesissimi dando vita ad una sorta di battaglia senza quartiere tra laici e cattolici. Un conflitto che traspare dai verbali delle sedute dei primi consigli di amministrazione, dai testi dei discorsi dei presidenti, dalla rievocazione delle contrastate origini che precede l’elenco degli articoli dello Statuto della Société sul libretto edito nel 1914. Nel primo Statuto della Société gli organi amministrativi erano tre: l’assemblea generale, il consiglio di amministrazione e il consiglio generale. All’assemblea generale dei soci, convocata dal comitato promotore, era attribuito il compito di nominare il consiglio amministrativo composto da otto membri scelti “parmi les plus capables et les plus dignes” e di eleggere inoltre otto rappresentanti degli operai “essentiellement parmi les artisans”. Gli otto del consiglio amministrativo più gli otto rappresentanti degli operai formavano il consiglio generale. In questo modo si operò una emblematica distinzione all’interno del gruppo dirigente tra consiglieri rappresentanti degli operai e consiglieri rappresentanti dei fondatori. Una misura dal significato politico che evidenzia l’estrema cautela del gruppo fondatore nell’accogliere tra i dirigenti consiglieri di estrazione popolare, estranei rispetto alla piccola, ben definita cerchia dei promotori. Il 1° giugno 1873 fu solennemente inaugurata la bandiera sociale: i 240 soci, tous fiers , formarono un lungo corteo preceduto dal vessillo su cui campeggiavano, oltre alle 36 ]

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