Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

IL MOVIMENTO MUTUALISTICO IN VALLE D’AOSTA Luciana Pramotton Una storia interessante quella delle Società Operaie di Mutuo Soccorso, una pagina del passato a torto ignorata, una vicenda che negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento coinvolse la Valle d'Aosta in un fenomeno di dimensioni nazionali ed europee, di carattere popolare e fortemente innovativo. Sono pochi in Valle d’Aosta a conoscere la realtà delle associazioni mutue; addirittura sparuto è il gruppo di coloro che conoscono gli scopi, l'organizzazione e le attività di queste società che pure interessarono centinaia di lavoratori valdostani e che diedero anche in Valle d'Aosta un contributo decisivo alla nascita e alla diffusione della cultura laica della solidarietà e dell'aggregazione. L'impatto di questi nuovi valori sui costumi e sulla mentalità del tempo contribuì a determinare un profondo rinnovamento della società all'inizio dello scorso secolo. Il mutualismo fu una prima forma di cooperazione, molto elementare, nella quale si finanziò in forma collettiva una serie di servizi e prestazioni necessari ai bisogni che il singolo lavoratore non poteva affrontare. Le Società Operaie di Mutuo Soccorso furono le prime libere associazioni di massa dei lavoratori, al loro interno vennero compiute le prime esperienze democratiche di autogestione e si formarono alcuni dei maggiori esponenti del gruppo che sul finire del sec. XIX diede vita al movimento socialista anche in Valle d'Aosta. Possono dunque a pieno titolo essere considerate il seme da cui germinarono le altre forme organizzative operaie. Quando nell’ultimo trentennio dell’Ottocento furono fondate una dopo l’altra le Società Operaie di Mutuo Soccorso valdostane, benché in ritardo di vent’anni rispetto all’esperienza in Piemonte, dove le prime società mutue si erano costituite subito dopo la concessione dello Statuto Albertino (1848), esse costituirono, con le loro attività nell’ambito della previdenza, la risposta ad un reale bisogno sociale. S COPI SOCIALI , COMPOSIZIONE , FUNZIONAMENTO E ORGANI AMMINISTRATIVI DELLE S OCIETÀ OPERAIE DI MUTUO S OCCORSO Scopo principale delle SOMS era l'indennizzo dei propri soci dal rischio dell'invalidità al lavoro: una giornata di paga al mese veniva versata alla cassa dei sussidi in cambio della garanzia dell'indennizzo in caso di infermità. Erano gli anni in cui gli operai dell'industria lavoravano almeno 12 ore al giorno per percepire un salario di pura sussistenza: un incidente, una malattia potevano rapidamente rovinare una famiglia e costringerla all’umiliante ricorso alla pubblica carità, a rivolgersi alla porta dei Conventi , secondo il linguaggio dell’epoca. Lo Stato, d'altra parte, non prevedeva alcuna forma di assistenza in caso di malattia, di vecchiaia e di invalidità al lavoro. La formula era semplice: ciascun socio versava ogni mese una giornata di salario nelle casse della sua Società e riceveva, per ogni giorno di malattia, il corrispettivo di una giornata di lavoro. Così, attraverso una nuovissima, facile ma geniale forma di organizzazione della solidarietà tra individui, si dava una risposta dignitosa e collettiva alla necessità di assicurarsi contro la minaccia della povertà e si contribuiva a far maturare presso i lavoratori la coscienza di appartenere ad una classe con interessi comuni. Ma evidentemente il tasso di assenza dal lavoro non poteva superare un determinato limite. I principali nemici delle casse sociali erano le epidemie, tuttavia una minaccia al loro stato di salute era rappresentata anche dalle false dichiarazioni di malattia. Per evitare che il rapporto entrate-uscite fosse compromesso dall’irresponsabilità dei soci in malafede, gli statuti delle SOMS definirono con estrema precisione l’iter che il socio ammalato doveva seguire per essere sussidiato. La funzione di controllo sulla veridicità delle dichiarazioni di malattia era istituzionalmente esercitata 34 ]

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