Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

vicesegretario del Partito nazionale fascista di Aosta, Mario Angelo Cavallero e Giuseppe Cajo, che chiederanno un incontro urgente con il direttore della Cogne per manifestare il loro disappunto “sulla combinazione italo-francese” in uno stabilimento che ha come principale finanziatore il governo nazionale fascista. Lo Stato, con la sua partecipazione azionaria, aveva infatti consentito la nascita dell’Ansaldo-Cogne. Nello stabilimento aostano, come denuncia il sottoprefetto di Aosta, sono politicamente attivi “54 comunisti della peggior specie”, che nel 1920 avevano partecipato all’occupazione delle fabbriche; il sottoprefetto ne chiede il licenziamento, dopodiché egli potrà rimandarli ai loro paesi d’origine, dato che sono tutti “forestieri”. Il provvedimento sarà preso immediatamente in considerazione dalla direzione della fabbrica che, a fine estate, ne licenzierà 28: fra di essi spicca il nome di Giuseppe Nicolo. Troppo pochi a giudizio del sottoprefetto, che fa rimarcare che sono ancora impiegati all’Ansaldo-Cogne una dozzina di operai “notoriamente” sovversivi, mentre sono stati licenziati degli operai iscritti ai sindacati nazionali. In realtà, come precisa il prefetto, quelli che non sono stati licenziati perché svolgono mansioni specialistiche, “verranno messi in libertà a mano a mano che si potranno sostituire”. Pochi mesi più tardi, lo stesso sottoprefetto di Aosta, mentre traccia un quadro dell’ordine pubblico sostanzialmente rassicurante per il governo, farà notare al prefetto di Torino che i pochi social-comunisti, accogliendo le raccomandazioni del partito, non professano più palesemente le loro idee, ma fanno isolatamente azione di propaganda fra le maestranze dell’Ansaldo-Cogne e dell’Ansaldo-Girod, nonché “fra gli elementi raccogliticci e quindi peggiori adibiti ai primi lavori per gli impianti idroelettrici della Breda in Valtournanche”. Grande attività contro il governo fascista, sottolinea ancora il sottoprefetto, è esercitata dai dirigenti del Partito popolare che ha forze ben organizzate in tutta la Valle ed in misura minore dal Partito dei contadini. Gli atti “sovversivi”, in apparenza, sembrano più riferibili a singole persone che ad una organizzazione, per quanto clandestina. Ciò non toglie che a Châtillon siano arrestati tre comunisti: Giovanni Antonioli, segretario della sezione edile, Piazza e Tronci, ed un socialista, Spirito Vuillerminaz, della sezione di Saint-Vincent. In realtà, l’adesione alle direttive comuniste è ancora estesa nel 1924, se a maggio si sono registrati numerosi scioperi, se a luglio 400 metallurgici delle acciaierie Cravetto di Verrès sono scesi in lotta. L’organizzazione comunista in Valle si farà rapidamente molto problematica e diventerà ancora più critica nel 1925, sotto i colpi del regime fascista. Il Gran Consiglio del fascismo, su proposta di Alfredo Rocco, ha allo studio tutta una serie di provvedimenti che vanno dal riconoscimento del solo sindacato fascista alla creazione della magistratura del lavoro, a cui sola aspetta la soluzione delle controversie sul lavoro, dal divieto di sciopero e della serrata al conferimento alle Corporazioni di competenze nella nomina dei senatori. Le proposte di Rocco diventeranno legge sull’organizzazione sindacale il 3 aprile del 1926: a maggio il prefetto di Torino, D’Adamo, raccomanda al sottoprefetto di Aosta di applicare subito le disposizioni punitive in materia “perché non si formino deplorevoli consuetudini di inosservanza”. A novembre, i provvedimenti adottati per la “difesa dello Stato” portano allo scioglimento dei partiti, delle associazioni e delle organizzazioni che si oppongono al fascismo, alla soppressione della stampa contraria al fascismo, all’istituzione del confino di polizia, all’istituzione del Tribunale speciale per la sicurezza dello stato chiamato a giudicare su di un’amplissima gamma di “reati” legati all’attività antifascista: dalle offese al Capo del Governo alla “propaganda sovversiva”, per cui, ad esempio, nel 1927 è processato e condannato a 6 anni di reclusione Pietro Carral di La Salle, che era stato, dal 1925, il fiduciario nazionale della FILAM - CGIL ; dal possesso di scritti sovversivi, per cui Alfredo Facy, anarchico, sarà confinato per 5 anni a Lipari, al disfattismo. Carlo Artesani, già segretario politico del PCdI della Valle d’Aosta, è costretto a rifugiarsi in Francia. Gli anarchici ed i “sovversivi”, che lavorano nella cave di marmo di Châtillon, sono sottoposti a speciale vigilanza. Il titolare della ditta, Andrea Mascardi, ha un passato di anarchico: nel 1894 è stato condannato dal tribunale militare di Massa Carrara a quattro anni di reclusione per “incitamento alla guerra civile”, ora occorre accertare che sia , come sembra, ligio al regime. In questo contesto di quotidiano controllo da parte delle istituzioni di regime vive anche una classe operaia che, specie all’Ansaldo Cogne, ha acquistato una consistenza numerica che nel ventennio mussoliniano non farà che aumentare, salvo isolati casi, anche per l’immediato interesse dell’industria valdostana sia per la produzione bellica e di energia elettrica, sia per la produzione autarchica, mentre gli uomini più in vista dei partiti della sinistra che sfuggono al confino, riparano all’estero, soprattutto in Francia. In questo paese, in particolare, [ 29

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