Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

MODERNIZZAZIONE ECONOMICA E VICENDE OPERAIE NELLA STORIA DELLA VALLE D’AOSTA CONTEMPORANEA (1900-1945) Paolo Momigliano Levi Nel 1907 Louis-Napoleon Bich pubblica il saggio La Vallée d’Aoste de l’avenir . Bich, che è espressione degli ambienti liberali progressisti, è ben noto fra gli studiosi di economia valdostana e fra i contadini per la sua opera di pioniere nel campo della modernizzazione e della razionalizzazione dell’agricoltura. È stato nel 1867 fra i promotori del Comice agricole, di cui diventerà presidente nel 1888, alla morte del canonico Édouard Bérard, ed è fra i collaboratori del giornale “Le Mont-Blanc”, che nel corso della sua cinquantennale durata si caratterizzerà per il tentativo di conciliare sviluppo e conservazione, modernizzazione e progresso, a partire dallo sviluppo industriale della Valle d’Aosta. Degno erede dell’industriale Adolfo Gervasoni, discendente di una fra le grandi famiglie di imprenditori che avevano diffuso nel tempo la metallurgia sul territorio della Valle, Bich preconizza in questo suo scritto della maturità una rigenerazione economica della Valle e uno sviluppo senza precedenti della produzione industriale nel settore idroelettrico, manifatturiero e metallurgico, a condizione che l’enorme patrimonio idrico valdostano sia sfruttato in loco, anziché essere esportato a distanza. Bich prevede con altrettanta lucidità che Aosta diventerà nel giro di breve una grande città industriale e che la sua popolazione, allora inferiore a 8.000 abitanti, quintuplicherà nel giro di alcuni anni, perché il bacino in cui si trova collocata — un bacino che sino a quel momento non è stato scelto dalle grandi industrie —, utilizzato a fini industriali grazie anche alla confluenza di due ricchi corsi d’acqua, alla ferrovia che lo attraversa e alla prossimità di consistenti miniere, è destinato a diventare un’area a forte industrializzazione. Bich fa, perciò, appello allo spirito d’iniziativa dei valdostani perché trasformino la loro Valle in un grande paese agricolo e industriale insieme; anacronistica gli sembra poi la presunta inconciliabilità fra interessi agrari ed interessi industriali. Lo scritto di Bich si colloca, effettivamente, in un momento di svolta, destinata a diventare epocale per tutta la comunità valdostana. Alle sue spalle è entrata in una crisi, nonostante l’alternarsi di misure governative prima liberistiche, poi protezionistiche, tutte inadeguate ed estranee alle esigenze di sviluppo dell’economia valdostana, l’industria metallurgica, che per secoli ha usato il carbone di legna per produrre l’energia necessaria. Alcune grandi famiglie d’industriali, i Mutta, i Selve, i Gervasoni, i Mongenet, venute dall’estero o dall’esterno recando con sé capitali, esperienze e tanta parte delle maestranze, si trovano in quegli anni nell’impossibilità o nell’incapacità di adeguare le loro aziende alle esigenze di nuovi mercati ed alle sfide di nuovi processi tecnologici, che per divenire funzionali alla produzione comportano ingenti investimenti di capitale. Le preesistenze industriali che in molte zone coincidono anche con la presenza di corsi d’acqua che consentono di produrre e d’utilizzare l’energia idroelettrica, fanno però sì che in alcuni paesi della Valle centrale si verifichi quel risveglio industriale auspicato da Bich nell’ultimo scorcio del secolo e nei primi anni del Novecento. La svolta è intimamente collegata alle prospettive sino ad allora impensabili che sono legate all’applicazione in campo industriale dell’invenzione di Galileo Ferraris che consente di convertire l’energia elettrica in forza motrice. Il polo industriale per eccellenza rimane la zona che comprende Pont-Saint-Martin e Donnas, che avevano ospitato gli stabilimenti dei Mongenet. L’azienda dei Mongenet, che dà lavoro a 400 operai, per far fronte alla crisi industriale di fine secolo si fonde con le Ferriere di Udine: nascono così, nel 1892, le Ferriere di Udine e Pont-Saint-Martin. L’energia elettrica, prodotta dalle acque della Dora Baltea sette anni dopo servirà all’Elettrochimica, un’azienda che ha sede a Milano. L’Elettrochimica sorge a Pont-Saint-Martin grazie ai finanziamenti del Credito Italiano e della Schuckert, un’industria tedesca leader nel settore, che ha interesse a sostenere lo sviluppo industriale del Biellese, terra natale di Quintino Sella. Per quanto contrastato a livello parlamentare dall’onorevole François Farinet, il 22 ]

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=