Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
Ad Aosta, la sede FLM fu inaugurata nel giugno 1971 in via Promis 1 e tale esperienza visse più a lungo di quella nazionale, che invece cessò dieci anni dopo per il deteriorarsi dei rapporti tra le confederazioni nazionali. Per la FIOM-CGIL furono, in ordine di tempo, responsabili FLM Carlo Boccazzi, Leno Chierici, Piero Ferraris e Bruno Albertinelli. Anche in questo caso il SAVT non aderì subito alla FLM , sostenendo che la scelta unitaria non poteva limitarsi ai soli metalmeccanici, ma doveva coinvolgere tutte le categorie. La Federazione unitaria CISL-CGIL-UIL-SAVT prevedeva – nel suo atto costitutivo - una segreteria di 12 membri (Polliotti, Giuliani e Fiou per la CGIL ) e un Comitato Direttivo di 60 persone; presentava obiettivi ambiziosi, non solo perché chiedeva politiche di riforme economiche e sociali, ma reclamava l’ampliamento dell’occupazione e, sul piano più politico, la realizzazione dello Statuto dell’autonomia, la salvaguardia della democrazia contro i rigurgiti neofascisti e, soprattutto, mirava ad esercitare una sua “sovranità” nelle politiche contrattuali a livello regionale. Era questo un elemento innovativo, che molte categorie faticarono ad accettare, perché le poneva in un rapporto subordinato rispetto ad un livello unitario superiore, non ancora pienamente riconosciuto. Certamente questa fu una difficoltà – tra le tante riscontrate – che non favorì il progetto della Federazione unitaria, almeno a livello locale. Il peso di rilanciare il processo unitario fu in realtà assunto solo dai metalmeccanici e questo spiega la durata dell’ FLM ; le Confederazioni, a questo riguardo, forse anche la CGIL , hanno in sostanza delegato ai metalmeccanici la funzione di spinta. Il progetto unitario fu definitivamente compromesso con il “Patto di San Valentino” del febbraio 1984, tra governo Craxi e CISL-UIL , che prevedeva il taglio di tre punti di scala mobile per raffreddare gli effetti sull’inflazione a due cifre. Al “decreto della discordia” la CGIL , tranne la componente socialista, fece una fortissima opposizione, sino ad appoggiare il referendum abrogativo dello stesso che fu, come è noto, perso. Chiusa la stagione della ricerca dell’unità organica tra le confederazioni, si è aperta la fase della “unità competitiva” che tuttora caratterizza, tra alti e bassi, i rapporti tra le stesse. Pur non potendo entrare nel merito, dato che l’analisi storica abbozzata in questo volume si ferma agli inizi degli anni ’ 70 , tuttavia è innegabile come l’azione sindacale nel decennio successivo fu fortemente condizionata da un contesto generale del tutto negativo, quali il permanere della strategia della tensione (strage alla stazione di Bologna, ecc.), i decretoni governativi con pesanti interventi nelle politiche economiche, un’inflazione incontrollabile e il fenomeno delle brigate rosse che alimentò un clima di pesanti sospetti e confusione all’interno dello stesso movimento operaio. Dopo la gestione Polliotti, la CGIL regionale, di cui ricordiamo i successivi segretari nelle persone di Fiou, Chierici e Minelli, è riuscita pur con diverse visioni e impostazioni ad ampliare e consolidare la propria rappresentanza e rappresentatività in Valle d’Aosta, divenendo a tutti gli effetti nel 1982 una struttura compiutamente regionale. In virtù del processo di riorganizzazione territoriale, voluto da Rinaldo Scheda, le CGIL regionali si sono poste come elemento di raccordo tra le Camere del Lavoro, le strutture di categoria e, naturalmente, il centro confederale. Questo nuovo ruolo ha consentito alla più piccola CGIL d’Italia di interfacciarsi direttamente con i livelli centrali, confederali e categoriali, della CGIL nazionale, favorendo così un innegabile processo di crescita dei suoi quadri dirigenti. Negli anni ’80 , la CGIL della Valle d’Aosta è riuscita a recuperare, in termini di iscritti, le difficoltà nel proselitismo provocate dalla forte crisi industriale che aveva investito la Regione; recentemente sono stati raggiunti i livelli di adesione (oltre 12.000 iscritti) del dopoguerra, quando la CGIL era unitaria. Tale crescita è stata la conseguenza di una maggiore sensibilità della CGIL verso nuovi settori lavorativi, di una più accentuata presenza sul territorio ed una forte attenzione nel preservare le conquiste degli anni precedenti (come la mobilitazione a favore dell’art. 18 della legge 300 ), raccogliendo anche le nuove spinte provenienti dalla società valdostana. I suoi servizi negli anni si sono ampliati. L’INCA-CGIL , grazie all’azione di responsabili quali Ruggero Roux, Romano Péaquin e Gianfranco Busa ed alla capacità dei suoi operatori ed operatrici, ha radicato la sua presenza nel territorio, addirittura per alcuni anni con permanenze domenicali nelle valli laterali. L’Ufficio Vertenze è sempre stato un po’ il cuore della Camera del Lavoro, fornendo risposte alle esigenze di tutela immediata dei lavoratori, con compagni come Piero Parlamento e Roberto Biazzetti. Ora, tale compito è svolto direttamente dalle categorie. Nasce nel 1973 il SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Affittuari), un anno dopo la scelta nazionale, al 20 ]
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=